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Un altro green pass?

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Se dovesse passare la proposta di legge del Partito Democratico sul consenso scritto della propria partner prima di congiungervisi, correremo il rischio di ridefinire un sentimento invece che un ipotetico reato carnale. Per fortuna l’amore, per sua natura, è anticonvenzionale e anarchico perché rifiuta regole, gerarchie e categorizzazioni. Insomma non è imbrigliabile con una legge

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A seguito della condanna del figlio di Beppe Grillo & C. per violenza sessuale, in questi giorni si è ritornati a parlare della proposta di legge numero 1693 presentata il 7 febbraio del 2024 dall’onorevole Laura Boldrini, assieme ad altre parlamentari del suo partito. La proposta è tesa a modificare l’articolo 609-bis del Codice Penale “In materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso”. Pare di capire che, qualora tale proposta diventasse legge, prima o durante il rapporto sessuale non si dovrà firmare nessun contratto scritto perché, si precisa più avanti, “Per consenso si intende quello espresso dalla libera manifestazione della volontà della persona e che rimanga tale e immutato durante l’intero svolgersi dell’atto sessuale”. In altre parole, se una donna in costanza di sé risponde (senza alcuna costrizione) alle avances sessuali del partner o accompagnatore occasionale, quella sarebbe una libera manifestazione di volontà e quindi di consenso. E qui interviene un’altra precisazione, perché le nostre leggi sono un gran casino, proprio perché le precisazioni, gli innumerevoli commi e i sotto-commi che contengono le rendono facilmente interpretabili: “Il consenso deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto e può essere revocato dalla persona in qualsiasi momento e con ogni forma”.

Questo significa che una volta iniziato l’atto sessuale una donna può ancora tirarsi indietro? Ma era così già prima! Quante volte noi maschietti di una certa età, in gioventù ci siamo dovuti rendere conto, a partita iniziata, che di là del petting certe ragazze non erano disposte ad andare. Quando ciò accadeva era un’autentica doccia fredda per i nostri ormoni, ma ci saremmo guardati bene dal proseguire oltre, per il rispetto dei sentimenti delle nostre ragazze e, lo confessiamo, anche per mascolino orgoglio: se una ragazza non voleva farlo trovavamo degradante e infantile insistere.

Ritornando a oggi, per quanto sia lodevole l’intento del Pd, che è quello di ridefinire il reato di stupro allargando, allo stesso tempo, il ventaglio delle tipologie di abusi sessuali concretizzatisi non necessariamente mediante una dimostrabile violenza fisica, da quel poco che abbiamo letto la proposta appare abbastanza confusa. Infatti, se nella nuova, improbabile legge parlassimo di consenso verbale saremmo punto e a capo perché questo tipo di consenso non tracciabile è difficile da dimostrare in un tribunale costringendo gli inquirenti a indagare sulla sua autenticità o meno, esponendo, loro malgrado, una donna violata a nuove violenze psicologiche, facendola sentire colpevole anziché una vittima.

La domanda che a questo punto ci poniamo è la seguente: se dovesse passare questa legge (e non lo crediamo stante i rapporti di forza in Parlamento), non correremmo il rischio di ridefinire un sentimento come l’amore invece che un reato? Meno male che l’amore, per sua natura, è anticonvenzionale e anarchico perché rifiuta regole, gerarchie e categorizzazioni. Insomma non è imbrigliabile in una legge.

E, poi, non ci vuole una nuova legge per ridefinire un odioso reato in tribunale (a riguardo le leggi che ci sono bastano e avanzano), ci vuole una società etica capace di vivere secondo una legge morale più che statuale. E chi la costruirà? Il Papa che non è ascoltato neppure dalle gerarchie vaticane? Laura Boldrini? Giorgia Meloni? Elly Schlein? Oppure la mistica Ilaria Salis?

(Copertina di Donato Tesauro)

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