LOADING

Type to search

Notizie Principali Top News

La dottoressa Buttiglieri, scacco matto ai corti di memoria in 36 link

Share
I comportamenti sconclusionati del governo e della pletora dei suoi cosiddetti esperti sul coronavirus sono stati il frutto di un approccio ideologico con la scienza medica, secondo il convincimento che se ad annunciare l’arrivo di una malattia è l’avversario politico allora si tratta sicuramente di una balla. Di conseguenza le verifiche furono zero, la prevenzione zero, misure di contenimento tardive, draconiane e alcune anche stupide. Siamo arrivati così alla tragedia delle migliaia di morti, in compagnia di assertivi e negazionisti ma senza qualcuno che nel governo avesse le idee chiare su come muoversi, sul cosa fare per mettere in campo misure efficaci
– Enzo Ciaraffa –

Dottoressa Buttiglieri, lei in più occasioni ha definito la gestione italiana della pandemia da Covid-19 la “grande schizofrenia” ed essendo un medico plurispecializzato oltre che consigliere comunale a Busto Arsizio e responsabile regionale del dipartimento salute di FdI immagino parlasse con una certa cognizione di causa. Si spieghi meglio.
Vede, l’epidemia da Covid-19 è nata ufficialmente il 1° febbraio 2020 quando si è appreso dalla Gazzetta Ufficiale che il governo aveva decretato lo stato di emergenza, anche se il presidente Mattarella, nonostante lo stato di emergenza, se ne andava ancora a visitare una scuola romana con tanti scolari cinesi, Zingaretti organizzava aperitivi antipanico sui Navigli e il sindaco Sala assicurava che Milano non avrebbe chiuso come chiedevano, invece, i presidenti di regioni del Centrodestra. Aggiunga a questo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e parliamo di un organismo dell’ONU, da gennaio ad oggi ha detto tutto e il contrario di tutto: pandemia no, pandemia sì, mascherine sì, mascherine no, guanti sì, guanti no, la Cina è stata corretta nella comunicazione dei dati, no la Cina è stata scorretta nella comunicazione dei dati e, ciliegina sulla torta, si è rimangiato pure il dogma secondo il quale gli asintomatici erano capaci di trasmettere il virus … abbiamo chiuso il mondo intero, abbiamo mandato a ramengo buona parte dell’economia nazionale e mondiale, abbiamo condannato alla fame milioni di esseri umani praticamente per niente! Allora, le chiedo: non fu schizofrenia e quale il messaggio ai cittadini delle istituzioni nazionali, internazionali e della politica?

Non lo so, me lo dica lei.
Il messaggio fu catastrofico perché indusse, come minimo, alla schizofrenia operativa e/o alla sottovalutazione dello tsunami che si approssimava.

Ma perché tanta leggerezza secondo lei?
Leggerezza? È stato qualcosa di peggio. Già prima dell’arrivo dell’ennesimo coronavirus, noi italiani eravamo infettati dalla peste che ha ammorbato il Novecento e, a quanto pare, promette di rovinare anche il secolo in corso: l’ideologia. I comportamenti leggeri sopra accennati furono, infatti, il frutto di un approccio ideologico (non ideale) con la politica e, quel che è peggio, con la scienza medica secondo il convincimento che se ad annunciare l’arrivo di una malattia è l’avversario politico allora si tratta sicuramente di una balla! Di conseguenza le verifiche furono zero, la prevenzione zero, misure di contenimento tardive, draconiane e alcune anche stupide. Siamo arrivati così alla tragedia dei 34.043 morti mentre le parlo, in compagnia di assertivi e negazionisti ma senza qualcuno che nel governo avesse le idee su come muoversi.

Ma come, il governo si è contornato di un reggimento di esperti.
Certo, peccato però che ognuno di essi aveva la propria ricetta e spesso, senza un minimo di verecondia, sosteneva tranquillamente il contrario di ciò che aveva detto il giorno prima. Infatti, dopo aver sentito pontificare cotanti santoni gli italiani, che non sono tutti medici, hanno avuto le idee ancora più confuse sulla profilassi da adottare: la mascherina sì oppure no? Il distanziamento fisico (che poco felicemente gli esperti hanno chiamato distanziamento sociale) tra le persone doveva essere di un metro oppure più lungo? Ed è stato così che, impreparati e pieni di dubbi, abbiamo dovuto fronteggiare un’epidemia catastrofica praticamente a mani nude.

Proprio a mani nude?
Peggio, senza cure sperimentate, senza dispositivi di protezione individuale, senza posti letto a sufficienza, specialmente nei reparti di rianimazione degli ospedali, perché sono dieci anni che i governi stanno portando avanti la sistematica contrazione dei reparti, del personale medico e paramedico oltre che dei posti letto. A tutto questo bisogna aggiungere che il nostro Paese aveva già un’irrisolta carenza di personale sanitario per mancanza di medici sfornati dalle scuole di specializzazione, che sono a numero chiuso, e per il blocco dei concorsi, tant’è che il governo in carica – manco fossimo l’Africa – emanò un appello per richiedere l’arrivo d’infermieri da ogni dove. Per carità, sono un medico e so bene quanto sia importante una letteratura pregressa allora che si deve affrontare una malattia e, invece, del Covid-19 non sapevamo praticamente niente.

Ma allora qualche attenuante il governo l’ha avuta.
Per niente. Scusi, al cospetto di un virus che arriva da un Paese che lo ha rivelato al mondo con mesi di ritardo e che probabilmente ha falsificato dati e statistiche, come si fa a copiarne pari pari il sistema di contenimento? Che poi è stata la chiusura pura e semplice della città di Wuhan, mica di tutta la Cina. Noi, invece abbiamo chiuso tutto il Paese, abbiamo trattato allo stesso modo regioni che erano in piena emergenza come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna, e regioni con invece contagio zero. Il governo non si è fermato neppure un attimo a soppesare le conseguenze dei provvedimenti che stava adottando come la chiusura della maggior parte delle aziende, di tutte le scuole, dei tribunali, delle attività sanitarie ordinarie e perfino dei luoghi di culto: tutti chiusi in casa adulti, bambini e anziani mentre… stavo per dire una cattiveria.

La dica, la dica, sennò che intervista è.
Volevo dire che mentre a noi il governo ha imposto di barricarci in casa, ha mandato liberi anzitempo circa quattrocento mafiosi, giusto per ricordarlo. Poi è iniziata la sequela dei drammi individuali e familiari con anziani soli, famiglie costrette a condividere spazi limitati, donne a stretto contatto con mariti violenti dai quali stavano magari per divorziare la settimana prima, bambini sottratti ai loro svaghi, all’indispensabile socializzazione e al loro sacrosanto diritto all’istruzione. Al riguardo dei bambini, trovo poi sciocca, ma anche antipedagogica e antiscientifica, l’idea della ministra Azzolina di volerli mandare a scuola come degli astronauti in una navicella spaziale. Invece di fare qualche utile riflessione sui malati che non hanno potuto continuare le cure, sulle file interminabili di persone ai supermercati incolonnati fuori dall’edificio, a volte sotto la pioggia per poter fare acquisti di cibarie, per poter mangiare. Almeno quelle persone che avevano soldi da spendere. In casi del genere e considerato che nel nostro Paese l’87% dei cittadini si dichiara cattolico, il conforto della religione poteva far molto per risollevare lo spirito, ma il governo ha pensato bene di fiaccare anche il nostro spirito e la nostra fede chiudendo i luoghi di culto e mandando i Carabinieri ad interrompere riti religiosi celebrati in sicurezza. Credo che un fatto del genere non sia accaduto neppure ai tempi più bui del conflitto giurisdizionale Stato-Chiesa.

In verità noi de Il Rullo, così a naso, abbiamo pensato fin dal primo momento che in Italia qualcosa non stesse funzionando e che il governo non stesse raccontandocela giusta. È stato come se dallo scorso mese di febbraio la gente abbia incominciato a morire soltanto di coronavirus.
Giusta osservazione la sua, oserei dire perfino scontata da parte di giornalisti che non hanno paura di far domande scomode. L’altro guaio che ha fatto il governo, e le rispondo da medico, è stato quello di ordinare le cremazioni di massa dei deceduti impedendo così alla scienza di poter effettuare delle autopsie per studiare il determinismo del Covid-19 sui decessi e approntare delle terapie mirate invece di procedere – come spesso siamo stati costretti a fare – per tentativi. I dati ufficiali, in realtà raccontano una storia un po’ diversa dalla narrazione governativa laddove il report dell’Istituto Superiore di Sanità del 21 febbraio scorso ci dice che, ogni anno, nel nostro Paese muoiono 8.000 – 10.000 persone a seguito d’influenza stagionale e l’ISTAT che nel 2016, ultimo dato in mio possesso, in Italia 179.502 sono morte di tumore… una media di 485 decessi ogni giorno. Dovremmo pensare, perciò, che durante la pandemia il coronavirus abbia firmato una sorta di armistizio col tumore e con tutte le altre malattie che affliggono la nostra gente? Ma per favore.

Ma il cordone sanitario era indispensabile oppure no secondo lei.
Vede, secondo me, un cordone sanitario ferreo era indispensabile dove era indispensabile, cioè intorno a regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, evitando generalizzate crudeltà del tipo l’impiego di tre forze armate e cinque corpi di polizia per controllare gli italiani… avessimo impiegato congiuntamente queste forze per combattere la mafia saremmo il Paese più tranquillo d’Europa! Ma poi che cosa aspettarsi da un governo che per accrescere l’angoscia dei nostri concittadini si è inventato il distanziamento sociale invece del più riposante distanziamento fisico… non è stato capace d’inventarsi neppure un idiomatismo pandemico!

E le altre misure adottate dal governo in fatto di sostegno economico agli italiani ed ai ceti produttivi la convincono oppure no.
Il limite dei regimi malati di ideologia è quello di procedere per frasi fatte e Giuseppe Conte in questo si è rivelato un indiscusso maestro perché tra bazooka economico, potenza di fuoco e atto d’amore delle banche, molti italiani hanno imparato almeno tre nuovi slogan ma non hanno ancora visto un centesimo. Conte poi, è l’immaginativo del vuoto eretto a politica… le sarà, immagino, noto che mentre noi parliamo pare che il presidente del Consiglio abbia invitato Ursula von der Leyen a quella pagliacciata dei suoi “Stati Generali” di Villa Pamphili: ma che cosa c’entra il presidente della Commissione europea con la politica interna italiana? Peraltro temo che a questa ennesima kermesse contiana tutti discuteranno e, come il solito, nessuno deciderà.

Beh, almeno adesso ci siamo ripresi buona parte delle nostre libertà, anche se dobbiamo circolare in mascherina, seguiti dal grande fratello dell’App Immuni.
Sa che gioia per i malati polmonari che hanno fame d’aria e, poi, portare tutto il giorno le mascherine le fa diventare esse stesse un ricettacolo di batteri. Guardi, e le parlo ancora come medico, su l’App Immuni in grado di garantire la tracciatura dei contagiati ho molte riserve segnatamente al fatto che, al momento, i vantaggi che essa offre non compensano le libertà che ci toglie. Tracciatura di che, se soltanto una qualità infinitesimale di cittadini ha potuto fare il tampone rivelatore? Le faccio un esempio: conoscere il numero dei contagiati non significa niente se il dato non si riporta a un elevato numero di tamponi; il sapere che su mille tamponi fatti ottocento erano positivi innalza relativamente il numero dei contagiati ma non ha nessuna rilevanza statistica.

Secondo lei esistono i presupposti per uscire con le ossa passabilmente sane da questa esperienza.
Secondo me no.

E perché mai?
Perché quelli che dovrebbero traghettarci fuori dagli immensi guasti della pandemia sono gli stessi che li hanno creati, od accresciuti, e che oggi sostengono l’esatto contrario di ciò che sostenevano qualche mese fa.

Ci faccia un esempio.
Un esempio soltanto? Guardi che di esempi gliene potrei fare tanti, troppi per poterli contenere in una sola intervista.

E allora come facciamo, una dichiarazione come la sua deve essere pur suffragata da qualche dato.
Lo trovo più che giusto. Guardi, voglio risponderle con dei fatti incontrovertibili regalando a lei e ai frequentatori del blog il frutto di una mia ricerca, ovvero 36 link, che vanno dal 2 febbraio al 9 giugno di quest’anno, e che sulle responsabilità della nostra classe politica e istituzionale riguardo alla gestione dell’epidemia da Covid-19 sono molto più chiari, e soprattutto incontestabili, di quanto potrebbero esserlo le mie parole. Potrete accedere ai 36 link cliccando qui.

Ah… grazie, credo proprio che i frequentatori del blog ci si butteranno a volo d’angelo. Grazie soprattutto per la sua sincerità e per non essersi mai rifugiata nel politichese durante la nostra chiacchierata… non succede tutti i giorni.

Tags:

You Might also Like

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *