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L’orsa Amarena e gli incubi della Sinistra

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Amarena
Stravolgendo la realtà dei fatti, la deputata Eleonora Evi di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana ha addossato al governo di Giorgia Meloni anche l’uccisione di Amarena, la mite orsa del Parco Nazionale d’Abruzzo, perché avrebbe dato il via alla caccia libera, consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette

– Enzo Ciaraffa –

Stanotte, con una guizzante sbattuta di mani, al buio, sono riuscito a spiaccicare, al primo colpo, una mosca che mi stava torturando da ore col suo petulante ronzio vicino alle orecchie. Però, quando finalmente l’inopportuna visitatrice s’è azzittita per sempre, non sono più riuscito a riprendere il sonno interrotto. «Che cosa faccio per riaddormentarmi… – mi sono chiesto – …mi metto a contare le pecore?». Poi, per il timore di far fuori nel sonno anche qualche pecora troppo vispa e così mettermi contro i numerosi politicamente corretti circolanti in Italia per i miei istinti di violenza punitiva, ho lasciato correre per concentrarmi su quelle che ormai sono diventate le efficacissime pastiglie di sonnifero: le argomentazioni e le tematiche delle Sinistre italiane. D’altronde, scegliere un sonnifero nella farmacia intellettuale della Sinistra è piuttosto agevole stante la loro sovrabbondanza, come si può vedere.

Nei giorni scorsi, a  San Sebastiano dei Marsi, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Molise e Lazio, un miserabile incosciente ha sparato senza ragione, uccidendola, a una femmina (con due cuccioli) di uno degli ultimi esemplari di orso marsicano, che gli abitanti dei borghi del Parco avevano chiamato Amarena per la sua inoffensività e sperimentata familiarità con gli esseri umani. Un episodio certamente riprovevole e da sanzionarsi con ogni rigore possibile, ma da questo ad attribuirlo, che so, al capo (donna) del governo ce ne vuole di fantasia! Avevo, però, fatto i conti senza il sopravvenente pensiero di Eleonora Evi, di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, la quale ha addossato al governo Meloni l’uccisone del mite plantigrado con parole che, se avevamo qualche dubbio sulla sua intelligenza, ce lo hanno levato: «Uccisa l’orsa Amarena a colpi di fucile. Ecco le conseguenze drammatiche di questo governo che ha dato il via alla caccia libera come fossimo nel far west, consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette».

Evidentemente cotanta parlamentare si riferiva al “Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”, varato dal governo Meloni allo scopo di ridurre drasticamente il numero di cinghiali che, sempre più numerosi, da alcuni anni avevano preso a scorrazzare nei parchi cittadini, sulle autostrade, sulle spiagge affollate dai bagnanti e perfino in quell’ineliminabile immondezzaio a cielo aperto che è diventata la nostra bella capitale d’Italia. Peraltro, nel suo assurdo j’accuse, l’ineffabile Eleonora ha dimostrato di non sapere che i cinghiali vaganti sono i principali vettori del virus della peste suina proveniente dall’Africa, che a oggi ha lievemente colpito sette regioni italiane quali il Piemonte, la Liguria, il Lazio, la Calabria, la Lombardia, la Valle d’Aosta e la Sardegna. Men che mai la signora in questione sa (o non gliene importa niente) che, qualora questo virus dovesse arrivare a colpire i nostri allevamenti, sarebbe il disastro perché scatterebbe il divieto di esportare all’estero tutti i prodotti derivanti dalla suinicoltura. Non mi ascrivo tra gli indefessi difensori di questo governo eppure trovo arrogante, da ignorante e surreale il fatto che, invece di fargli un monumento per la sua tempestiva iniziativa legislativa a protezione dell’incolumità fisica degli italiani e dei nostri allevamenti di suini, questa signora lo abbia ignobilmente attaccato!

Poi – e poteva mancare! – sull’argomento è intervenuto anche uno dei più accreditati maître à penser della Sinistra italiana: lo scrittore-filosofo di Forcella Roberto Saviano. Costui, pur senza accusare apertamente il governo Meloni di essere il mandante morale dell’uccisione della povera orsa marsicana Amarena, se l’è presa col senso d’impunità che dà agli individui il legale possesso di un’arma, facendo suo il detto partenopeo “A te figlia dico, tu nuora intendi”. Il suo intervento, infatti, è stato, pur senza nominarla, un attacco alla Lega di governo, fautrice della legittima difesa e, quindi, del giusto possesso di un’arma per potersi difendere in casa… ma che diavolo c’entra questo con l’insensata uccisione di mamma orsa Amarena?

Mentre tali valutazioni sulla Sinistra italiana iniziano a fare il loro soporifero effetto, prima di abbandonarmi di nuovo nelle braccia della notte, mi sovviene un’altra considerazione: ma perché tanta filosofia non è stata messa in campo la settimana scorsa, quando dodici adolescenti malvissuti, senza una ragione razionale, hanno massacrato a calci un’innocua capretta in un agriturismo di Anagni? Eppure lo sconcertante, terribile accadimento si prestava ad un sacco di speculazioni filosofiche e sociologiche. Ma che volete farci, a sinistra le cose vanno così, gli accadimenti diventano importanti soltanto se è possibile rovesciarle come un pitale sul governo di Giorgia Meloni.

C’è di buono che alla fine mi sono riaddormentato.

Questa mattina, alla sveglia, la mia signora mi ha chiesto quali incubi avessi avuto durante la nottata perché «Sai… – mi ha spiegato – …hai ripetute volte mandato a quel paese, e con brutte parole, qualcuno o qualcosa di fastidioso o stupido, anche se non ho capito chi potesse essere».

Per non rovinarle la giornata con le solite imbecillità della Sinistra, le ho mentito dicendo che nel sonno ce l’avevo con l’ottusa aggressività delle mosche.

Ma – obietterà qualcuno – le mosche mica possono essere definite ottuse.

Le mosche sicuramente no…

(Foto di Gregory Maiofis scaricata da Internet)

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