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Non resta che affidarci ai santi del paradiso

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La Protezione Civile non è stata in grado di fornire subito mascherine, guanti e sopravvestiti neppure a chi era a combattere in prima linea la guerra contro il virus. Nel nostro Paese, purtroppo, la storia si ripete anche quando le guerre non le dobbiamo combattere col cannone ma con la medicina, perché se è vero che Mussolini mandò i nostri soldati a combattere la Seconda Guerra Mondiale praticamente disarmati, bisogna dire che il governo ha fatto la medesima cosa con il personale del servizio sanitario nazionale che, fino ad oggi, ha perso circa centoventi medici
– Silvio Cortina Bascetto –

Tutto iniziò lo scorso 31 gennaio quando, a seguito delle notizie provenienti dalla Cina a proposito dell’epidemia da Covid-19 e dopo lunghi tentennamenti, il governo Conte dichiarò finalmente lo stato di emergenza senza, peraltro, consultare il Parlamento e assumendo, di fatto, i pieni poteri. Che nel governo nessuno stesse, comunque, prendendo sul serio la gravità della situazione era palese perché a Conte che esortava a mantenere la guardia bassa per non creare (sic!) allarmismo, gli fece eco il ministro della salute, Roberto Speranza, sostenendo che l’Italia era al più alto livello di cautela sanitaria internazionale… mai affermazione fu più tragicamente smentita dai fatti! A queste due figure istituzionali fondamentali per fronteggiare l’epidemia in arrivo ma purtroppo entrambe sprovvedute, si unì anche il ministro dell’educazione, Lucia Azzolina, che pensò bene di respingere la richiesta dei governatori del Nord di mettere in quarantena gli alunni di rientro dal capodanno in Cina, sostenendo che la scuola è un mezzo di inclusione: non la sfiorò neppure il sospetto che la scuola potesse essere un mezzo di inclusione anche del virus!

Nella circostanza furono più drammaticamente “creativi” il segretario del PD Zingaretti, il sindaco di Milano Sala, e quello di Bergamo Gori, con i cosiddetti apericena anti panico e slogan del tipo “Milano non chiude – Bergamo non chiude” mentre, come il solito, Mattarella giocava di sponda visitando scuole multietniche di Roma. L’unica reale misura adottata, tanto per buttare un po’ di fumo negli occhi agli italiani, fu il blocco dei voli da e per la Cina ma non di quelli indiretti: gente che opera così, è chiaro, non ha la minima cognizione di che cosa sia un’emergenza sanitaria!

E poi, a volerla dire tutta, è forte il nostro sospetto che, alla fine, Conte si sia ficcato voluttuosamente nello stato di emergenza quando ha capito di aver commesso delle leggerezze imperdonabili e che, tutto sommato, l’emergenza tardivamente percepita poteva far guadagnare almeno sei mesi di vita al suo traballante governo che, proprio a fine gennaio, avrebbe dovuto affrontare delle prove decisive tra il fuoco incrociato di Renzi, delle opposizioni e delle divisioni interne a PD Cinque Stelle.  Ecco quindi il colpo di genio: un decreto del presidente del consiglio dei ministri, che non è un decreto legge ma un atto amministrativo al pari di una circolare interna, con la quale ha assunto poteri straordinari, gli stessi che auspicava Matteo Salvini passando, però, per democratiche elezioni. Sulla base di tali poteri il re Conte poté mettere agli arresti domiciliari sessanta milioni di italiani che stranamente non se ne lamentarono.

Con i pieni poteri, oltre al coronavirus cinese, il re Conte sta combattendo anche i vari regicidi in circolazione perfino nella maggioranza che lo sostiene, perché per tutto il resto è stato tardivo, incapace, fazioso e inefficace. Infatti, non ha predisposto in tempo l’approvvigionamento di respiratori e altre apparecchiature per le terapie di rianimazione, non ha decretato la leva sanitaria ovvero la mobilitazione di dottori e infermieri, non ha imposto alle aziende di aumentare le scorte dei medicinali occorrenti. Non ha saputo affrontare in tempo neppure il problema più semplice se affrontato subito, come l’approvvigionamento delle mascherine. Ma il peggio è che la Protezione Civile non è stata in grado di fornire subito mascherine, guanti e sopravvestiti neppure a chi era a combattere in prima linea la guerra contro il virus… nel nostro Paese la storia si ripete sempre, anche quando le guerre non le combattiamo con i cannoni: Mussolini mandò i nostri soldati a combattere la Seconda Guerra Mondiale praticamente disarmati, così ha fatto Conte con il personale del servizio sanitario nazionale!

E non poteva che andare così, perché l’approvvigionamento dei materiali occorrenti è stato lasciato nelle mani della più costosa, lenta, inefficiente, burocratizzata agenzia che sia mai stata creata in Italia: la CONSIP! Sicché la vergogna della mancanza di mascherine per il personale sanitario che gestiva l’emergenza è andata avanti per quasi un mese contribuendo alla morte di oltre un centinaio di medici operanti in prima linea.

Contrariamente a quanto stanno tentando di fare intendere in questi giorni coloro che hanno sottovalutato l’epidemia, la cattiva gestione delle zone rosse è stata dovuta al fatto che essa è stata normativamente gestita dal governo centrale con circolari del ministero degli interni. Peraltro, i continui decreti confusi e raffazzonati di Conte non hanno aiutato i diversi settori operativi, non facendo altro che accrescere la confusione e senza recare aiuti in tempo reale a chi ne aveva bisogno.

Purtroppo, nel corso della più grave emergenza sanitaria dell’ultimo secolo, abbiamo visto per l’ennesima volta la scienza prostrarsi alla politica che, grazie a tale acquiescenza, ha potuto giustificare provvedimenti sbagliati o addirittura non adottati attribuendoli ai consigli degli “organi scientifici”. Bei consigli visto che siamo già a 21.000 morti. E, poi, sarebbe ora che tornasse a decidere il Parlamento e il governo nella sua collegialità anche perché, come ha spiegato il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, il presidente del consiglio sta operando nell’ambito di una conclamata usurpazione di poteri, emanando «… una serie di norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie».

Noi, magari illusoriamente, continuiamo ancora a sperare che Sergio Mattarella – un costituzionalista! – prima o poi si svegli.

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