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I rituali fascisti di Acca Larentia sono figli anche del fallimento delle politiche di Sinistra

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Acca Larentia
Dal 1978 a oggi in Italia si sono alternati trentasei governi di ogni colore politico: democristiani, socialisti, liberali, leghisti, berlusconiani e repubblicani. Eppure in tutti questi anni si è ripetuto il rituale dei saluti fascisti presso l’ex sede missina di Acca Larentia a Roma, in occasione della commemorazione di tre militanti uccisi da un’organizzazione di estrema sinistra, senza che ciò provocasse particolari contorcimenti alla sbandierata fede democratica della Sinistra che, soltanto adesso e con sospetto tempismo, paventa il ritorno delle quadrate legioni fasciste

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Intorno alle ore 18,00 del 7 gennaio del 1978, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, tre giovanissimi militanti del Fronte della Gioventù (un’organizzazione del Movimento Sociale Italiano) furono uccisi a colpi di arma da fuoco come fossero tordi e non esseri umani: ai primi due spararono mentre uscivano dalla sezione del partito in via Acca Larentia; il terzo, Recchioni, fu eliminato poche ore dopo a pistolettate in faccia. La strage fu rivendicata dall’organizzazione terroristica di estrema Sinistra Nuclei Armati di Contropotere Territoriale, anche se i veri autori materiali non furono mai identificati da una Magistratura che, quando si è trattato di reati commessi dalla Destra, ha dimostrato di saper essere efficace e anche solerte. Ebbene, da allora ad Acca Larentia, l’area dell’ex sede del Movimento Sociale è diventata il luogo dove ogni anno si riuniscono i militanti della Destra e dell’estrema Destra per commemorare quei morti, il più delle volte con rituali che ricordano le coreografie del ventennio fascista, come l’innocuo appello dei caduti e il saluto a braccio teso.

È accaduto anche lo scorso 7 gennaio e, apriti cielo, è montata una polemica da parte della Sinistra che vuole per forza infilarci dentro anche il governo di Destra-Centro, nonostante la presa di distanza di Giorgia Meloni, del presidente del Senato e di tutta la compagine governativa. Il tentativo di attribuire tale commemorazione al clima che si sarebbe creato nel Paese da quando c’è la Destra al governo un poco ci disgusta e molto ci preoccupa e, si badi bene, non certo per partigianeria o per improponibili simpatie verso il fascismo, ma semplicemente per onestà intellettuale e, soprattutto, perché non crediamo che in Italia stia ritornando il fascismo.

Peraltro, dal 1978 a oggi in Italia si sono succeduti 36 governi di ogni colore e fede politica: democristiani, socialisti, liberali e repubblicani, eppure ogni anno si è ripetuto il rituale di Acca Larentia che, soltanto adesso e con sospetto tempismo in verità, avrebbe smosso la coscienza democratica degli avversari del governo in carica… merito dell’avvicinarsi delle elezioni europee? In ogni caso, per tacitare gli starnazzamenti della Sinistra, alla polemica il ministero degli Interni ha fatto stancamente seguire una decina di denunce e alcune identificazioni tra le persone presenti alla commemorazione romana. Non si capisce bene, però, quale potrebbe essere il reato ipotizzabile, dal momento che in Italia è proibita sì la costituzione del partito fascista (Leggi Scelba-Mancino) ma non il saluto attribuito agli antichi romani, se tale saluto non è teso a “…compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista” o, secondo una sentenza della Corte di Cassazione, a costituire un incitamento alla violenza. In ogni caso, tirata un po’ da Sinistra e un po’ da Destra, la Suprema Corte si riunirà il prossimo 18 gennaio per deliberare in modo chiaro sull’argomento.

Al momento rileviamo che, a giudicare dalla foto presa dall’alto e di sera, come faceva solitamente l’Istituto Luce ai tempi delle adunate oceaniche del regime fascista, le persone col braccio teso ad Acca Larentia non erano neppure un centinaio (di cui alcune donne) per dovercene seriamente preoccupare. Semmai ciò che dovrebbe colpirci tutti trasversalmente è un particolare di quella foto: i fascistoni vi appaiono perfetti e rassicuranti sotto l’aspetto della coreografia! Eh sì, con il passabile inquadramento militare con il quale si sono schierati nella piazzetta, ci piaccia o no, sono riusciti a trasmettere una sensazione sotto sotto, di forza, perché l’immagine di una “quadrata legione”, magari anche soltanto a livello inconscio, è capace di lenire le insicurezze e le frustrazioni sociali di un popolo che, da una trentina d’anni, è ostaggio delle politiche suicide della Sinistra in materia di immigrazione, di welfare, di giustizia, di difesa della proprietà privata e di ordine pubblico. A riguardo, per non dilungarci troppo, tenteremo di spiegarci meglio ricorrendo a cinque domande dalla risposta a nostro avviso scontata.

Quanti italiani, solitamente miti, solidali e di trasversale appartenenza politica, si affiderebbero volentieri a delle legioni per poter lavorare e vivere in città, che non siano ostaggio delle feroci gang d’immigrati?

Quanti anziani al limite della sopravvivenza si affiderebbero volentieri alla protezione delle legioni per poter vivere senza l’incubo che durante la loro assenza la casa venga occupata da immigrati, costringendoli a vivere in mezzo alla strada?

Quanti genitori si affiderebbero volentieri alla vigilanza delle legioni pur di non correre il rischio di vedersi ritornare a case figlie stuprate o rapinate ogni sabato sera?

Quanti viaggiatori si affiderebbero volentieri all’occhio vigile delle legioni per potere effettuare un viaggio in treno senza essere malmenati e rapinati già alla stazione ferroviaria di partenza?

Quanti malati bisognosi di cure si affiderebbero volentieri a delle legioni del merito per poter fruire di un servizio sanitario che offra loro (almeno) le stesse facility previste per gli immigrati, che neppure lo pagano il servizio sanitario nazionale con le tasse?

D’altronde, quello delle politiche suicide della Sinistra italiana che puntualmente finiscono per favorire le Destre non è una cosa nuova, se si pensa che i socialisti, all’indomani della Prima Guerra Mondiale, incapaci di scegliere tra massimalismo e socialdemocrazia, contribuirono ad aggravare la già gracile salute di un sistema politico che, se nel 1922 avessero scelto la via della moderazione e delle alleanze con i popolari, con i monarchici e con i liberali avrebbero reso possibile il ritorno di Francesco Saverio Nitti al governo, l’unico politico che al tempo aveva le carte in regola per dar vita a un’alleanza nazionale che sbarrasse la strada a Benito Mussolini verso il potere. Qualcosa del genere avvenne negli anni Trenta anche nella Germania di Weimar e nella Spagna del Fronte Popolare, dove i fallimenti della Sinistra velleitaria, populista e bolscevizzata spalancarono le porte rispettivamente al nazismo e al franchismo.

Ebbene, lungi dal fare una qualche autocritica sul proprio operato in quest’ultimo secolo, senza voler capire che il sostantivo “sicurezza” non è una brutta parola in democrazia, senza preoccuparsi minimamente di ciò che angustia veramente gli italiani, la Sinistra si è rinserrata nel comodo fortino dell’antifascismo di maniera assieme all’Anpi lasciando fuori tutto il resto, operai compresi. Perdendo, addirittura, il contatto con la realtà, non avendo capito, infatti, che della difesa del coito anale, dei diritti Lgbt, dell’accoglienza senza e senza ma degli immigrati, e di tutte quelle stronzate che ormai sono diventate l’unico suo vessillo, agli italiani non può fregar di meno, oberati come sono dai problemi reali, quali la bolletta della luce e del gas, l’aumento dei prezzi in generale, l’accresciuta insicurezza sociale e l’inflazione che sta erodendo i loro già grami stipendi.

Ecco perché la Sinistra deve imparare a produrre sicurezza, non può più ignorare che un numero crescente di italiani prova, se non adesione ideale, simpatia per quei partiti o gruppi politici che promettono cose concrete e non principi, perché i principi non pagano le bollette e non fermano la devastante invasione per mare e per terra di gente che non vuole integrarsi ma, più semplicemente, sostituirsi a noi. Anzi, diremo di più su questi punti: qualora la Destra al governo dovesse perdere consensi nel prossimo futuro, li perderà unicamente per non aver realizzato queste aspettative degli italiani… svegliati Sinistra e metti, per una volta, i piedi sulla terra delle cose concrete!

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