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Cancel culture: se cancelliamo la storia, cancelliamo noi stessi

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Dovessimo dare un minimo di credito a certe iniziative della Sinistra, che ormai è lanciatissima nell’empireo delle stronzate mentre il nostro mondo presente va a pezzi, dovremmo cancellare la provincia di Varese perché fu voluta da Mussolini e smantellare i tombini fognari di Gallarate perché la maggior parte di essi reca impresso lo stemma fascista sul coperchio di ghisa

– Enzo Ciaraffa –

I 623 maschi di nome Benito e le quasi 100.000 femmine a nome Clara che vivono in Italia devono entrare nell’ordine d’idee di avere dei “nomi dissonanti”, senza parlare dei 261 che hanno l’impudenza di chiamarsi Adolfo. Dissonanti da che cosa si staranno chiedendo molti di voi che ci seguite. Beh, se non fossimo dei gentiluomini, diremmo dissonanti dalla coglionaggine della Sinistra italiana. Eh sì, perché, come l’Amministrazione del comune valdostano di Valtournenche, d’ispirazione progressista, che voleva cambiare il nome della frazione di Cervinia, perché risalente all’epoca fascista, e di sostituirlo con quello francese di Le Breuil, qualche cosa del genere dovrebbero fare gli italiani e le italiane che portano lo stesso nome di Benito Mussolini, della sua amante Clara Petacci e di Adolfo Hitler.

Ma non è tutto perché a riguardo, proprio mentre scriviamo, a Cesena l’Amministrazione comunale a guida Pd (e chi altro poteva essere!)  ha organizzato, spendendo la bellezza di 180.000 euro, un meeting europeo sulle costruzioni dell’epoca dei totalitarismi. E quale è stata di preciso quest’epoca? Sicché, sempre per essere dei gentiluomini, ci permettiamo di ricordare in modo sobrio alcune cose ai cazzoni che partoriscono tali idee: voi lo sapete che in trenta secoli di storia documentata l’Italia ha avuto dei governi non totalitari soltanto negli ultimi settantotto  anni? Allora, stando così le cose, che facciamo, cambiamo nome al Colosseo o addirittura lo demoliamo soltanto perché ci ricorda che nostra madre Roma lavorava nel sangue per affermare il suo imperio? Oppure cancelliamo dalla storia quel fissato di Marco Porcio Catone, il censore, il quale era così totalitarista che, non appena si svegliava al mattino, cominciava a gridare ai romani Delenda Carthago, che era come dire facciamo fuori Cartagine con una bella guerra? E visto che ci siamo, perché non cancelliamo anche la provincia di Varese che fu voluta da Mussolini? Peraltro, girando a piedi per Gallarate, ci siamo accorti di un fatto orripilante: quasi tutti i tombini fognari della città recano impresso lo stemma fascista sul coperchio di ghisa! Quasi quasi, per acquistare merito, facciamo una spiata a riguardo alle brigate piddino della cancel culture.

Anche se, in verità, non si capisce con quale autorità morale la faremmo sta’ spiata, dal momento che chi scrive dovrebbe essere passibile addirittura di fucilazione alla schiena essendo coniugato da oltre mezzo secolo con una “Clara” e con l’aggravante di avere un parente alla lontana a nome Adolfo, e siccome al peggio non v’è mai fine, ha pure avuto uno zio chiamato Francisco, come il dittatore spagnolo Francisco Franco.

Che dite, con questi precedenti è il caso che con la mia vecchietta ci portiamo avanti e iniziamo a darci alla macchia nei boschi della Valtellina, prima che ci acciuffino le brigate piddine della cancel culture?

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