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Nella Milano di Sala l’illegalità va difesa legalmente!

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La Milano civile di Beppe Sala sguazza, ormai, nel ridicolo per cui chi infrange la legge, violando il diritto di proprietà garantito dalla Costituzione, chiama la Polizia per essere tutelato nella sua patente illegalità. Come dire che i centri sociali, così cari alla Giunta meneghina, hanno inventato un concetto cardine del nuovo credo della Sinistra: l’illegalità da difendere legalmente

– by Cybergeppetto –

Far ridere in un’epoca in cui non c’è nulla da ridere è un mestiere duro, difficile. Una delle cose più difficili da digerire, però, è che i politici facciano spesso a gara a rendersi ridicoli, ma ora basta! Adesso ci si sono messi anche i centri sociali di Milano a oltrepassare il confine del ridicolo con grande sprezzo dello stesso.

Questi i fatti: a Milano ieri, durante una mostra contro il razzismo, un gruppo di magrebini, armati di coltelli e spranghe, ha invaso i luoghi precedentemente occupati dal cosiddetto centro sociale noto come “Macao”. Come vogliamo chiamarle queste persone. Migranti? Clandestini? Sbandati? Violenti? Vittime del razzismo?

La Milano di Beppe Sala sguazza, ormai, nel ridicolo per cui chi infrange la legge, violando il diritto di proprietà garantito dalla Costituzione, chiama la Polizia per essere tutelato nella sua patente illegalità: io stesso, immaginifico Cybergeppetto, non sarei riuscito, lo confesso, a organizzare una situazione più tragicomica!

Vediamo di capire: i vetero occupanti, cioè i ragazzotti dediti alla guerriglia urbana centrosocialesca, hanno chiamato la Polizia per essere difesi nella loro illegalità da quelli che potremmo chiamare neo occupanti che, oltretutto, hanno mandato all’aria una manifestazione antirazzista, così da far capire quanto siano incuranti delle paturnie politicamente corrette dei radical chic.

Ebbene, a nome di tutti i comici, guitti, picari, cabarettisti, eccetera, esprimo la mia vibrata protesta per un atto che ci toglie il pane da bocca perché lede la libertà di comicità e di ironia… se pure i centri sociali si dedicano alla difficile arte di far ridere, per noi è finita. Se non dovesse esser chiaro il concetto, specifico che la Giunta che amministra Milano e i partiti immigrazionisti devono far politica e, quando capita, amministrare la nostra città: a far ridere ci pensiamo noi, è il nostro mestiere.

I cosiddetti Centri Sociali, peraltro, hanno inventato un concetto cardine della nuova comicità politica, l’ultimo ritrovato della Sinistra: l’illegalità da difendere legalmente! Così come le bande di irregolari provenienti da ogni parte del mondo hanno inventato lo squadrismo ed il razzismo delle vittime del razzismo assalendo una mostra contro il razzismo… un capolavoro di comicità, non v’è che dire.

Non se ne può più, diamine, ognuno stia al suo post, come dire che chi deve amministrare, amministri, chi deve far ridere faccia il comico! Ma i due ruoli siano distinti e separati. Queste invasioni di campo nell’ambito della comicità e dell’ironia sono intollerabili. Se volessi dire oggi che i cattivi di Destra ce l’hanno con i Centri Sociali che difendono gli immigrati sarei spernacchiato, cosa che non è bella per uno che da anni fa, onestamente, dell’ironia su situazioni che sarebbe davvero impossibile affrontare sobriamente. Il problema, infatti, è che la cultura e la politica radical chic hanno superato il confine del ridicolo e non si rendono conto del manicomio in cui ci hanno messo.

Io posso anche capire che, nella confusione più totale della politica italiana, ci siano i cattolici che adorano Che Guevara o dei comunisti che vogliono difendere le lotte operaie metalmeccaniche in un mondo ecosostenibile. Posso anche tollerare che i liberali siano diventati i sostenitori degli illiberali Dpcm e posso perfino sopportare le giaculatorie di Berlusconi che dice di essere liberale e cristiano… forse, a causa dell’età, confonde le madonne del Rinascimento con le olgettine.

Ma non posso assolutamente tollerare che i politici superino nel ridicolo il duro lavoro di chi fa ironia e comicità: io non voglio fare il politico, ma loro non devono fare i comici!

(Copertina di Laura Zaroli)

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Caro Cybergeppetto,

il dramma civile, l’impunito massacro dei diritti e dei doveri previsti dalla Costituzione è ben rappresentato nel fatto che, mentre a Milano accadeva che la Polizia veniva chiamata a difendere (e ad avallare…) una patente illegalità, a Roma il ministro Lamorgese, titolare di quello che è il dicastero della legalità per definizione, attivava il controllo disciplinare sull’operato di una vice questore che, fuori servizio, si era permessa di esprimere il suo punto di vista sul green pass nel corso di una pubblica e civile manifestazione.

Enzo Ciaraffa

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