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Il ricordo di Ugo Mara tra passato, presente e futuro

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Caserma Ugo Mara
La buona fortuna di un Paese passa soprattutto attraverso la sua capacità di sapersi rapidamente trasformare, di evolvere e, in questo, noi italiani siamo imbattibili. Nella caserma Ugo Mara, più o meno nel giro di un secolo, siamo passati dai primi trabiccoli volanti a una grande Unità militare transnazionale, capace di operare in ogni parte del mondo con efficacia e in tempi molto rapidi

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Quella che oggi viene identificata dai varesotti come la caserma della base Nato di Solbiate Olona, ha avuto una vita piuttosto movimentata. Infatti, l’area che essa occupa adesso è stata, in ordine di tempo, poligono militare, campo d’aviazione, campo di prigionia durante la Grande Guerra, campo di addestramento per la Milizia Territoriale Cecoslovacca e, infine, un deposito d’artiglieria che nel 1924, il 7 agosto se non ricordiamo male, fu intestato al bustocco Tenente Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria Ugo Mara, caduto sul Col d’Echele nel corso della Grande Guerra. Se può interessare, chi scrive gli dedicò un libro che nel 2018 presentò per la prima volta nella rubrica “A tu X tu” sull’emittente televisiva Rete/55 curata dal dottor Matteo Inzaghi (https://www.rete55.it/trasmissioni-rete55/ugo-mara-l-eroe-di-busto-raccontato-da-ciaraffa/).

Ma, fatte le debite differenze sulla diversa capacità di accoglimento, una caserma è un po’ come il Grand Hotel del film di Edmund Goulding, con gente che viene e gente che va perché, dal 1945 in poi, nella “Ugo Mara” sono transitati i reparti di varie armi e specialità dell’Esercito come i bersaglieri del 3° Reggimento Goito, i carristi del IV Battaglione Carri, il 33° Reggimento Logistico Ambrosiano e, infine, il Corpo d’Armata di Rea­zione Rapida della Nato, con una Brigata e un Reggimento suoi supporti logistici. Ciononostante, dal 1924 a oggi la caserma non ha mai cambiato l’intestazione, anche se ormai il suo nome si declina in lingua inglese tra gli alleati: Ugo Mara Bar­racks.

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Sicché quest’anno ricorre il centenario dell’intestazione al Tenente Mara, un onomastico che non abbiamo voluto far passare in silenzio anche perché, chi scrive, vi ha concluso il proprio servizio attivo. Ci ha dato una mano a mettere insieme un originale amarcord una bella raccolta di foto, per la maggior parte inedite e tutte riferite a un preciso anno del secolo scorso: il 1980. Gli autori degli scatti sono i signori Bruno Molteni e Raffaele Sandroni, che all’epoca erano due entusiasti liceali diciottenni con l’hobby della fotografia. Essi, molto probabilmente, non si resero conto che con i loro clic avrebbero consegnato ai posteri le istantanee in bianco e nero di un’epoca che, secondo noi, fu tra le migliori del dopoguerra, nonostante il brigatismo stragista che – quando si dice il caso – fu debellato proprio da uno dei personaggi che, stando alle foto, passò anche lui per la caserma Ugo Mara in qualità di ospite: il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.  

Tuttavia, le foto sono semplici e, paradossalmente, anche straordinariamente belle, perché capaci di trasmettere lo spirito di un’epoca attraverso le cerimonie che si tenevano in caserma, con i diversi tipi di soldati, di Ufficiali, di Sottufficiali, delle famiglie, oltre che di autorità civili e militari. Tutte figure alle quali, purtroppo, non sempre siamo stati in grado di assegnare un’identità certa, un po’ perché molti dei testimoni sono andati avanti, un po’ perché all’epoca chi scrive non era neppure in Lombardia. Ma il non conoscere a menadito i nomi di tutti i personaggi delle foto di questo articolo forse è un vantaggio, perché la curiosità stimolerà la ricerca per sapere chi fossero, specialmente in coloro che erano giovani in quegli anni e anche in questi.

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Siccome le foto di cui abbiamo corredato questo articolo non sono neppure il 5% di quelle che ci hanno messo a disposizione Molteni e Sandroni, stiamo pensando di esporre l’intera raccolta in una mostra dedicata alla presenza dei militari nel Varesotto, magari da organizzarsi con la collaborazione dei Comuni e degli enti interessati.

Ci piace terminare questo articolo sul centesimo onomastico della  caserma Ugo Mara con un pensiero (il più completo secondo noi) dedicato al Tenente al quale la caserma è intestata, quello che la professoressa Paola Magugliani espresse il 24 ottobre del 2017 in veste di assessore alla Promozione e Sviluppo del Territorio della città di Busto Arsizio: «Un giovane che svela la sua bustocchità non solo nell’impegno militare (due me­daglie al valore dimostrano le sue grandi capacità), ma soprattutto nel pensiero sempre rivolto al lavoro e ai progetti per il futuro. Ciaraffa, in uno dei passaggi più suggestivi del libro, ci racconta che quando era al fronte il giovane Mara sognava macchine moderne per la sua azienda, ovviamente tessile, sognava – sulla scia di Enrico dell’Acqua – di esportare i suoi cotoni nei mercati esteri, di rottamare vec­chi sistemi e pregiudizi: in queste poche righe ho ritrovato lo spirito bustocco, con quello slancio verso l’innovazione che oggi più che mai deve essere il mantra delle giovani generazioni. L’inutile strage ha privato la città di un giovane talentuoso e coraggioso che avreb­be potuto diventare un grande imprenditore, ma le ha donato un eroe da celebrare e da continuare ad ammirare, come accade del resto ogni anno in occasione del 4 novembre, come accade ogni volta che parlando del Comando Nato di Solbiate Olona, citiamo la caserma Ugo Mara».

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Alle sentite parole dedicate dalla professoressa Magugliani all’eroe del Col d’Echele possiamo soltanto aggiungere l’auspicio che, anche nel prossimo secolo, la sua caserma continui a svolgere il ruolo di saldo presidio della democrazia e della libertà dei popoli.

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