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Expo, come era Milano, come era il mondo

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Ogni volta che si entrava nella fiera di Expo 2015 colpiva la grandiosità dello spazio espositivo e, in automatico, la mente cercava d’immaginare quella stessa area com’era prima dei lavori di trasformazione. Le strutture dei padiglioni, poi, erano molto particolari e alcune di esse pur essendo belle fuori lasciavano un po’ a desiderare all’interno, ma era talmente tanta la gioia dei visitatori di esserci che nessuno ci faceva caso. E poi a Expo c’era anche il meglio della bellezza muliebre mondiale
– Gloria Garbellini –

Le polemiche e i fatti che avevano preceduto l’inaugurazione della fiera internazionale dell’alimentazione per tutti nota come Expo 2015 di Milano accrebbero in me, e nel direttore del periodico col quale all’epoca collaboravo e che poi avrebbe fondato questo blog, una grande curiosità sicché mi recai a visitarla più volte, per vedere dal vivo le strutture che avevano fatto tanto discutere, ma anche l’organizzazione che era stata approntata, in modo da poterne scrivere con cognizione di causa. Infatti, a distanza di cinque anni ancora ricordo che ogni volta che entravo nella fiera mi colpiva la grandiosità dello spazio espositivo e, in automatico, la mente cercava d’immaginare quella stessa area com’era prima dei lavori. Le strutture dei padiglioni, poi, erano molto particolari e alcune di esse pur essendo belle fuori lasciavano un po’ a desiderare all’interno.

Poiché il tema fondante di Expo 2015 era l’alimentazione, ogni Stato partecipante cercò di “raccontare” ciò che aveva fatto per sconfiggere la fame, per salvaguardare l’ambiente utilizzando tecnologie non invasive in agricoltura e per valorizzare le proprie risorse agroalimentari.

Nonostante i ricordi, con le sole parole non potrei descrivere oggi con precisione tutto quello che ammirai durante le mie scorribande, se non attingendo ad un articolo che scrissi nel maggio del 2015, meglio ancora ricorrendo alle immagini del fotografo ufficiale di Expo, Daniele Mascolo, che in questi giorni di quarantena in casa ho avuto cura di ripescare dal mio archivio fotografico e selezionarne alcune per il blog. Il motivo che mi ha spinto a questo è una sorta di “reazione positiva”, un atteggiamento che dovremmo avere tutti in questi tremendi giorni di epidemia da Covid-19, perché ognuno di noi deve fare la propria parte, e la deve fare con le armi che ha disponibili.

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Ecco, attraverso le foto di Mascolo, voglio ricordare ai nostri connazionali, e ai lombardi in particolare, un periodo sereno della loro esistenza, voglio ricordare com’era Milano appena l’altrieri e di che cosa siamo capaci quando ci muoviamo tutti insieme. Vorrei anche ricordare che siamo il Paese della gioia di vivere e, perciò, non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo arrenderci di fronte a un nemico che, per quanto subdolo e mortifero, possiamo sconfiggere e far sì che Milano torni ad essere “Sempre on gran Milan” e l’Italia il Paese del sole e dell’allegria.

Certo, le foto che ho selezionate sono tante perché gli spazi espositivi di Expo 2015 erano sessantacinque e ospitarono ottantaquattro Paesi, allora ho pensato di prepararle per gruppi in modo da poterle pubblicare a puntate. Per la maggior parte esse si riferiscono al “National day”, ovvero al giorno in cui ogni Paese espositore inaugurava e apriva al pubblico dei visitatori il proprio padiglione.

Mi piace aprire al femminile questa prima carrellata fotografica su Expo 2015, una carrellata capace, spero, di farsi equilibratamente strada tra l’immagine dell’impeccabile regina dei belgi in visita a Expo e un’esuberante, formosa ballerina brasiliana in stile Carnevale di Rio: due Paesi, due splendide donne, due diversi stili, la stessa fede nel buon futuro del mondo. E, in fondo, fu proprio la diversità a rendere bellissima una manifestazione le cui immagini, visto il nostro gramo presente, sembrano provenire dalla luna – (Prima parte).

(Foto di copertina: la regina Mathilde del Belgio)
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