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Sanremo e il Paese reale

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Sanremo
L’inopinata comparsata del presidente Mattarella all’apertura del festival di Sanremo, la volata tirata alla Sinistra dai cantanti, dagli ospiti e dallo stesso Amadeus, le critiche al governo e le polemiche gratuite innescate con alcuni politici del Centrodestra, non pare abbiano sortito l’effetto di tonificare la Sinistra che, a quanto pare, ha rimediato l’ennesimo mazziatone nelle urne, questo perché probabilmente il Paese reale è un po’ diverso dal palco del teatro Ariston e dalle intemerate di Fedez

– Enzo Ciaraffa –

Confesso che è dal 1964 che non guardo le esibizioni canore del festival di Sanremo ed è da allora che ho smesso d’interessarmene, cosa che avrei continuato tranquillamente a fare se non mi fossi imbattuto nei media di questi giorni, molti dei quali non hanno fatto altro che riportare il fatto che la maggiore kermesse canora italiana, quest’anno, ha raggiunto un livello di degrado difficilmente eguagliabile in futuro. Tale degrado, ho rilevato, è riuscito ad andare oltre il bacio – lingua in bocca – tra due maschi sul palco dell’Ariston. Anzi, a dirla tutta, mi meraviglio perfino che a occuparsi del festival siano soltanto i media e non anche la buoncostume della competente Questura di Imperia. Addirittura la Questura?

È l’unica, infatti, che potrebbe dirci se mimare un coito anale in diretta televisiva, come hanno fatto Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, e Manuel Franco Rocati, in arte Rosa Chemical, sia reato di atto osceno in luogo pubblico oppure no. Tale gesto, peraltro, non ha certo accresciuto la buona considerazione per le coppie omosessuali, che immagino fondino il loro legame su di una grande cointeressenza intellettuale che, in alcuni casi, ha avuto anche i connotati della poesia. Il gesto di Fedez e Rosa Chemical, in realtà, ha rimesso indietro le lancette dell’orologio, riportando la questione al 1987, a quando Carlo Donat-Cattin, democristiano, in veste di ministro della Sanità così si espresse sulla questione dei gay: «Non posso certo fare la réclame del coito anale né dei preservativi. Questi, oltre che omosessuali, sono anche maniaci».

Ecco, la gratuita performance di Fedez – Rosa Chemical all’Ariston a Sanremo ha dato l’idea di una certa maniacalità, di un ricercato gesto di ostentazione, la volontà di scioccare i telespettatori più che rivendicare il diritto di amare chi si vuole. Insomma, il tristo duo è riuscito plasticamente a ridurre una questione di rapporti multiformi e complessi, quali possono essere quelli delle coppie omosessuali, in una banale questione di penetrazione anale, una roba da “culattoni” insomma.

Complimenti!

E questo sorvolando sulla lezioncina da terza elementare impartita da Roberto Benigni sulla Costituzione, sulle banalità di Chiara Ferragni, sulla dubbia presenza a se stesso di quel tale Blanco che, a suggello della sua mediocrissima prestazione canora, ha pensato bene di distruggere a calci la scenografia floreale del palco dell’Ariston, e l’accusa di discriminazione e razzismo sotto sotto lanciata ai suoi connazionali dalla pallavolista di colore Paola Egonu, dimentica, evidentemente, che se è diventata una campionessa nella sua disciplina e stella della nazionale azzurra, tanto discriminata non deve essere stata. Peraltro, la suddetta campionessa, che è anche Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana (altro che discriminazione!), attualmente milita in una squadra della Turchia dove non mi risulta che siano molto liberali con le donne… ma che volete, gli ingaggi sono tanti soldi e, in loro nome, su certe cose si può anche soprassedere. Poi, da una donna che si è descritta come sensibilissima sul palco dell’Ariston, mi sarei aspettato qualche parola sul terremoto apocalittico che aveva colpito la Turchia appena 72 ore prima. Ma che volete farci, in Italia ai beniamini della Sinistra si perdona tutto, mentre a quelli della Destra neppure una sigaretta fumata tra una pausa e l’altra dei lavori parlamentari.

Sulle canzoni e sui cantanti non mi esprimo perché, come ho premesso fin dall’inizio, la parte musicale del festival della canzone italiana non l’ho seguita… ma adesso che ci penso: c’erano pure le canzoni?

P.S. L’inopinata comparsata del presidente Mattarella all’apertura del festival più sguaiato della storia, la volata tirata alla Sinistra dai cantanti, dagli ospiti e dallo stesso presentatore, le critiche al governo e le gratuite polemiche con alcuni personaggi politici di Centrodestra, non pare abbiano sortito l’effetto di tonificare la Sinistra che, stando alle proiezioni di queste ore, ha rimediato l’ennesimo mazziatone nelle urne. Siamo pressoché certi che, a proposito di Sanremo, in questo momento Mattarella abbia in testa un solo, sobrio proposito: «Col cazzo che ci andrò la prossima volta!».

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