LOADING

Type to search

Home Notizie Principali Top News

Mattarella porrà fine alla guerra per bande?

Share
Magistratura
Colpisce, e per diverse ragioni, il fatto che la guerra per bande iniziata da alcuni mesi tra la magistratura, la sinistra, i media schierati e il governo di centrodestra in carica si è riaccesa proprio mentre l’arbitro, il presidente della Repubblica, si è allontanato dal campo per compiere una visita di Stato in Cile e in Paraguay

*****

A riguardo delle scintille di questi giorni tra il governo Meloni, che ha in mano la spada di Damocle della riforma Nordio, e la Magistratura, alla quale quella riforma proprio non va giù, registriamo quattro inquietanti coincidenze che, se confermate da una quinta, non lascerebbero ben sperare per le sorti di una democrazia che dovrebbe fondare sulla netta divisione dei poteri laddove il Parlamento fa le leggi e la Magistratura le applica.

La prima coincidenza. La guerra per bande tra la Magistratura, la Sinistra, i media e il governo di centrodestra in carica si è riaccesa proprio mentre l’arbitro, il presidente della Repubblica, si è allontanato dal campo per compiere una visita di Stato in Cile e in Paraguay.

La seconda coincidenza. Si sono contemporaneamente dimessi dalla commissione Calderoli per l’autonomia differenziata delle Regioni quattro esponenti di un certo peso come Franco Bassanini, Giuliano Amato, Franco Gallo e Alessandro Pajno.

La terza coincidenza. I dimissionari sono tutti e quattro di sinistra o indipendenti di sinistra.

La quarta coincidenza. Il pasticciaccio creato dalla Procura di Milano sul caso riguardante il ministro del Turismo Daniela Santanché, a proposito di un avviso di garanzia scritto lo scorso mese di dicembre e recapitato all’interessata in questi giorni a mezzo stampa, cioè sette mesi dopo, come fosse stato programmato. Pressoché contemporaneamente a questo pasticciaccio il Gip della Procura di Roma non accoglie la richiesta di archiviazione avanzata dalla stessa Procura e procede con l’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro di FdI, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. A questo aggiungiamo la ciliegina sulla torta della messa sotto inchiesta del figlio del presidente del Senato, Ignazio La Russa, per violenza sessuale secondo la denuncia sporta quaranta giorni dopo l’accadimento dalla presunta ragazza violentata.

Noi, che in quanto giornalisti abbiamo il dovere di “registrare” gli eventi e non emettere sentenze, ci guardiamo bene dall’entrare nel merito dei suddetti accadimenti, anche se è nostro chiaro compito registrarne quantomeno la (casuale?) contemporaneità, tenendo anche presente che l’arbitro istituzionale deputato a sbrogliare matasse di questo tipo sta rientrando dal Sudamerica mentre scriviamo… che cosa farà una volta rientrato al Quirinale? Si nasconderà dietro le famose “prerogative” per non fare niente, o darà un colpo al cerchio e uno alla botte da vecchio democristiano. Qualcuno pensa, invece, che egli in qualche maniera (da neo piddino…), farà un assist a una delle due squadre in campo. Oddio, i precedenti quirinalizi (Scalfaro 1994 – Napolitano 2011) a proposito degli abortiti governi di centrodestra berlusconiani non lasciano intravedere un intervento distaccato neppure stavolta. Tra qualche giorno sapremo.

Potrebbe interessarti anche La grande assente dal secolo: la famiglia

Tags:

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *