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L’indennità di mutande

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Con l’inizio dell’era Berlusconi le donne uscenti dai letti famosi divennero più pretenziose, ma pretenziose assai, visto che secondo un noto quotidiano nazionale, soltanto negli ultimi dieci anni, mogli e fidanzate di Berlusconi hanno ricevuto 75 milioni di buonuscita. L’ultima in ordine di tempo è stata Francesca Pascale che di milioni ne ha ricevuti 20, più 1 ogni anno per il mantenimento, come se gli altri fossero andati in beneficenza e non anch’essi in lussuoso mantenimento
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Un tempo, quando finiva un amore, i protagonisti si restituivano vicendevolmente, oltre alla fedina di fidanzamento, le lettere che si erano scritti ed i regali che si erano scambiati nel tempo. Si trattava, in genere, di lettere un po’ banali perché riassuntive del quotidiano degli scriventi e, comunque, molto appassionate perché farcite di proponimenti del tipo per sempre insieme e di promesse impegnative come amerò solo te, seguite dagli immancabili disegni di due cuoricini uniti. Qualche morosa più poetica, oltre ai cuoricini, nella lettera inseriva una ciocca di capelli legata con un nastrino. Altre invece, quelle più disinibite (ve ne erano anche in passato…), nella lettera mettevano un ciuffetto che, anche se rassomigliava a dei capelli, capelli proprio non erano o, perlomeno, non erano stati di certo prelevati dalla testa … .

In verità le promesse un po’ osé e quei sublimi pensieri il più delle volte non si realizzavano perché, esattamente come oggi, l’amore non sempre è preparato a fare i conti con la vita reale, sicché alla fine di una stagione sentimentale quello che rimaneva era soltanto un pacchetto di lettere legate col nastrino e una fedina d’oro poco più spessa di un filo di cotone che costava qualche migliaio di lire, più o meno cinquanta centesimi di oggi.

Eppure quelle lettere così ingenue, così piene di premesse e promesse, per molti italiani furono importantissime e, quando essi si recavano in guerra, addirittura essenziali per lo sforzo bellico del Paese perché li accompagnavano, rasserenandoli, su ogni fronte, dall’Eritrea alla Libia, dal Piave a Vittorio Veneto, dalla Grecia alla Russia. Prima che fossimo infettati culturalmente dal computer e dal telefonino, le lettere delle morose erano state importanti anche per noi giovani militari del dopoguerra, perché leggendole e rileggendole di nascosto, senza essere visti dal comandante della guardia o dall’Ufficiale di Picchetto, alleggerivamo le nostre veglie notturne di guardia a caserme, depositi e polveriere, sognando il ritorno a casa. Sicché, per il benefico influsso che esse esercitavano sugli uomini che si trovavano al fronte o in servizio di pace, al termine della leva, oltre al foglio di congedo, ai soldati lo Stato avrebbe dovuto assegnare un’indennità anche alle loro mogli e fidanzate. Una sorta di indennità del cuore? E perché no!

Poi arrivò l’era Berlusconi, detto anche l’arrapato di Arcore, e tutto cambiò, perché da quel momento certi tipi di donne divennero più pretenziose, ma pretenziose assai. Sì, perché dal Corriere della Sera, solitamente bene informato su queste cose, abbiamo appreso che negli ultimi dieci anni, mogli e fidanzate di Berlusconi hanno ricevuto 75 milioni di buonuscita. L’ultima in ordine di tempo è stata Francesca Pascale che di milioni ne ha ricevuti 20, più 1 ogni anno per il mantenimento, come se gli altri fossero andati in beneficenza.

Ma è risaputo che Silvio Berlusconi è un immaginifico uomo di televisione e, in quanto tale, è un grande ideatore di slogan e parole d’ordine: ve lo ricordate il milione di posti di lavoro, la rivoluzione liberale, l’abolizione del bollo auto e delle tasse universitarie? Sì, d’accordo, furono una gigantesca presa per il cu .. però grazie ad esse andò al potere. Ecco perché non ci stupiremmo affatto se dopo tali e tanti precedenti, se dopo i bunga-bunga e le olgettine, nel nostro glossario entrasse anche la locuzione indennità di mutande, riferita all’uscita pilotata da letti famosi di alcune bellocce dei rotocalchi nostrani.

Certo che nel (Bel)Paese di Bengodi ci mancava proprio un’indennità del genere.

(Vignetta di Donato Tesauro)

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