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Enrico promette un pateracchio, Giorgia una casa ordinata

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campagna elettorale
La Sinistra globale, quella italiana in particolare, avendo lasciato aperta la porta alla globalizzazione senza una mediazione identitaria ha commesso l’errore che la sta perdendo. Perché poi ti arriva una Destra che propugna la chiusura delle frontiere all’immigrazione clandestina, l’emanazione di leggi più severe contro la criminalità, provvedimenti a favore della famiglia tradizionale e un’Europa Unita fatta di patrie e non di banche ed ecco che così, almeno nelle intenzioni, inizia a chiudersi quella porta lasciata aperta colpevolmente dalla Sinistra

Si è da poco dimessa la premier svedese Magdalena Andersson, dopo la vittoria elettorale della coalizione di Centrodestra. Sì, perché nei Paesi del Nord-Europa, a differenza dell’Italia, i partiti che perdono le elezioni perdono anche la guida del governo, senza far tante storie o mettersi a criminalizzare gli avversari politici: si fanno semplicemente da parte in ossequio alla volontà della maggioranza continuando, ovviamente, a battersi per i propri ideali dall’opposizione, come di solito si fa in democrazia.

In Italia, invece, chiusa la campagna elettorale e appena saranno passate le elezioni del prossimo 25 settembre, che la Sinistra dovrebbe malamente perdere stando ai sondaggi, ricomincerà la tiritera del pericolo fascista che avanza affinché chi ha perso le elezioni, magari grazie a qualche colpo di teatro del solito Renzi che ormai ci ha preso gusto a fare l’ago della bilancia (una volta si diceva sensale), possa continuare a governare in barba alla volontà degli elettori.

Il guaio della Sinistra è che, dopo il fallimento del marxismo applicato, non ha più modelli da proporre agli italiani se non quello di autoproclamarsi baluardo di una democrazia che è sì in pericolo ma soltanto perché essa ne ha sovvertito la regola principale: in un Paese democratico governa la forza politica di maggioranza. E, invece, da quanti anni la Sinistra italiana governa senza essere maggioranza tra la gente? Da molti, da troppi anni, per potersi permettere il lusso di dare del fascista agli altri.

Ma a sorprenderci su questo tema non è tanto la politica, sulla cui onestà intellettuale non scommetteremmo un centesimo bucato nemmeno sotto tortura, quanto i media i quali, invece di porsi e porre a chi governa delle domande e prefigurare scenari oggettivi per i loro lettori, si fanno corifei di questo o quello schieramento politico, riducendo i loro giornali a organi di partito… un altro grande esempio di quella democrazia che, stando a Enrico Letta, sarebbe messa in pericolo da Giorgia Meloni, da Salvini e da Berlusconi. Ridicolo! Ma è proprio da questa ridicolaggine che dovrebbe partire tutta una serie d’interrogativi da parte dei media e della politica.

Come mai gli organi d’informazione non iniziano a domandarsi perché la Destra sta avanzando in tutta l’Europa e in molti Paesi è già forza di governo?  E una domanda del genere perché non se la pone anche la Sinistra? Evidentemente non può farlo perché, mentre la Destra è più calata nelle dinamiche sociali delle periferie e le ha inserite in campagna elettorale, il fu partito dei lavoratori oggi si ritrova nella stessa trincea con Moody’s e Standard and Poor’s, come dire con le principali agenzie di rating, col capitale quindi e con la speculazione.  

Ma probabilmente la Sinistra non ha tanto paura delle domande quanto delle risposte che non può dare, perché in questa campagna elettorale non ha neppure un programma politico dove andarle a pescare. Eppure l’elettore medio di quella parte pone interrogativi semplici e diretti come, per esempio, perché con l’acquiescenza della Sinistra è stato impunemente cancellato lo Statuto dei Lavoratori. Ma gli interrogativi ai quali la Sinistra non può dar risposte sono tanti e possiamo ritenere che essa stia per rimanerne schiacciata.

Partiamo dalla madre di tutti gli errori, ovvero dalla fideistica, acritica adorazione della trinità immigrazionismo, mondializzazione, globalizzazione e i connessi (e nascosti…) problemi sociali e di ordine pubblico, come città invivibili a causa della delinquenza d’importazione, pericolo di stupri a ogni angolo di strada, recrudescenza dello spaccio di droga, l’accasarsi della mafia cinese, russo-cecena e nigeriana: è proprio questo che volevano i suoi elettori per sentirsi di sinistra?

E poi, perché per iscriversi alla Sinistra bisogna per forza mettersi la kefiah al collo, agitare la bandiera arcobaleno e indossare la divisa di estimatori dei rapporti gay, dell’aborto, delle assurde teorie Lgbt, della cancel culture e dei terroristi palestinesi, ovviamente in funzione anti-israeliana? E tutte queste, ehm…, istanze che anche per qualche spirito semplice della sinistra sono disvalori, che cosa c’entrano con la nostra storia che è fatta di valori millenari come la civiltà latina e il cristianesimo dei quali siamo irrimediabilmente figli? Anzi, visto che ci troviamo in argomento domandiamoci qual è oggi il punto di fusione di una tradizione, una storia e una cultura che chiamiamo “identità”. Non si può essere nazionalisti ed essere di sinistra? Non si può essere figli della nostra storia senza essere additati come fascisti e antieuropeisti? Insomma, si può essere di Sinistra e conservare la propria identità civile, storica e politica?

Non essendosi mai posta tali domande, la Sinistra italiana (e i media che la fiancheggiano) non ha capito che la globalizzazione, avendo abbattuto i muri della casa ideale degli italiani, ha condannato molti suoi elettori a vivere in una dimensione infinita, non più circoscritta al paesello, alla città, alla nazione. E, paradossalmente, questa situazione li ha catapultati in un gelido deserto identitario o, se vogliamo, in una vaghezza esistenziale dove, per dirla alla Zygmunt  Bauman «…il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza».  A questo punto non crediamo ci voglia una grande cattiveria per addebitare alla dissennata politica anti identitaria della Sinistra italiana l’incertezza/certezza del grande sociologo polacco.

Possiamo affermare, pertanto, che la Sinistra globale e quella italiana in particolare, lasciando aperta la porta alla globalizzazione, senza un’intelligente mediazione sociale, ha commesso l’errore che la sta perdendo. Perché poi ti arriva una Destra che, a chi non ne può più di vivere quotidianamente come in trincea, in campagna elettorale offre come programma la chiusura delle frontiere all’immigrazione clandestina, l’emanazione di leggi più severe contro la criminalità, provvedimenti a favore della famiglia tradizionale e una Unione Europea fatta di patrie e non di banche.

Ed ecco che, almeno nelle intenzioni di un partito, inizia a chiudersi quella porta lasciata aperta dalla Sinistra alla caotica e incontrollata immigrazione proveniente da realtà sociali che – non bisogna aver paura di dirlo – non sono certo all’avanguardia nel campo della civiltà e della democrazia. Anzi, visto i valori sociali che essa va sbandierando senza applicarli, il compito della Sinistra dovrebbe essere proprio quello di recuperare alle regole di un sano vivere sociale e alla democrazia, che non conoscono, questi disgraziati che, a chiacchiere, le stanno particolarmente a cuore.

Per carità, questo non significa che adesso gli elettori schifati della Sinistra andranno a votare in massa il Centrodestra, ma di certo andranno a rimpolpare la schiera di coloro che non si recheranno a votare.

Ed è su questo coacervo di contraddizioni e di defezioni si baserà, secondo noi, il successo della Destra e la probabile sconfitta alle elezioni del 25 settembre della Sinistra in tutte le sue diverse declinazioni.

Più realistico il furbo Conte che sul tema dei finanziamenti esteri poi rivelatisi una bufala ci è andato con i piedi di piombo, anche perché dopo quelli da Mosca, potrebbe arrivare notizia di quelli pervenuti da Pechino e da Caracas, e Grillo (un privato cittadino) dovrà spiegare il senso e la ragione delle sue visite, di appena un anno fa, all’ambasciata cinese.

Ah, dimenticavamo di assegnare un premio speciale a quei candidati, come Letta, Di Maio e Michele Emiliano che stanno facendo la migliore e più efficace campagna elettorale, grazie alla quale, ogni volta che aprono la bocca si spostano migliaia di voti.

A favore di Giorgia Meloni.

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