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Elezioni in Regione Lombardia: Luca Folegani

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Luca Folegani
I mesi che precedono qualsiasi elezione sono, di solito, pirotecnici perché le proposte, le scelte, le fughe in avanti e le relative marce indietro dei diversi candidati, finiscono col creare una tensione partecipativa che in fondo è anche creativa, è il propellente ideale che spinge i giovani, e i meno giovani, ad interessarsi di politica attiva e della buona amministrazione della cosa pubblica

– Enzo Ciaraffa –

Come sempre facciamo nel corso di ogni campagna elettorale, ricordiamo che questo blog concede attenzione ai candidati di qualsiasi partito che dovessero richiederlo: non abbiamo né preferenze, né preclusioni nei confronti di chicchessia. Peraltro, la Lombardia è grande ma non abbastanza perché, gira e rigira, alla fine ci si ritrova sempre. Premesso quanto sopra, entriamo subito nel vivo dell’intervista all’avvocato bustocco Luca Folegani.

Avvocato, lei ha soltanto trentatré anni ma con un nutrito curriculum politico, vediamo: durante gli anni del liceo militava in Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale che all’epoca faceva capo all’attuale presidente del Consiglio, l’onorevole Giorgia Meloni; nel 2021 è stato eletto consigliere comunale alla prima candidatura e, attualmente, è capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Busto Arsizio oltre che presidente della III Commissione per la sicurezza, lavori pubblici e viabilità. Non sente il peso di una tale precocità.

Per niente. Come ha osservato lei, ho iniziato a interessarmi di politica fin dall’adolescenza e non le nego che occuparmi delle vicende del mio Paese, del mio Comune e della mia Regione, cose forse all’epoca più grandi di me, mi ha aiutato rapidamente a maturare sul piano politico e civile. Questo perché la democrazia diventa libertà soltanto quando se ne apprendono i meccanismi: magari i ragazzi di oggi sentissero la stessa tensione civile e la medesima ansia di occuparsi del futuro del nostro Paese che è soprattutto il loro futuro! Come ricorderà, nell’intervista di due anni fa condensai questa ansia propulsiva che tutti dovremmo sentire dentro di noi in un personale slogan: “Ansia di futuro nel segno della continuità”.

Ricordo, ricordo… soprattutto le schermaglie e le frizioni che precedettero la sua e altre candidature al Comune e, nel segno della continuità, pare che neppure stavolta siano mancate le autocandidature e i passi indietro, insomma le polemiche interne al partito.

Io non l’ho vissuta così, perché in tutti i partiti dialettici, da che il mondo è mondo, i mesi che precedono qualsiasi elezione sono pirotecnici perché le proposte, le scelte e la tensione partecipativa sono il loro propellente ma, ahinoi, i posti disponibili per le candidature sono sempre limitati.

In verità, non mi pare fosse lei il candidato di prima scelta di FdI per la Regione Lombardia… non si sente un po’ un outsider?

È vero, sono stato candidato all’ultimo momento ma è stata una mia scelta. Ritenevo che una città come Busto Arsizio non potesse rimanere fuori da una competizione elettorale così importante e per questo ho scelto di mettermi in gioco.

Certo che lei non si sbilancia mai… per caso è figlio d’arte?

Sono una persona semplice che proviene da una famiglia comune, con i miei pregi e difetti, con il vezzo di spingere sempre al massimo l’acceleratore in tutto quello che faccio, professione e politica comprese. Non è machiavellismo mi creda, è che non sono portato per i personalismi, per le polemiche inutili e per le perdite di tempo. D’altronde, se dobbiamo vincere, se FdI deve vincere anche in queste elezioni regionali, bisogna unire le diverse sensibilità e non dividere.

Nella sostanza le rifaccio la stessa domanda di due anni fa: in anni molto recenti è andata di moda la “rottamazione” del vecchio ceto politico per far posto – si sosteneva – ai giovani e, quindi, a una più accorta gestione del Paese. Purtroppo le cose non sono andate così, perché i giovani, che nel corso degli ultimi anni si sono succeduti al governo, salvo rare eccezioni, si sono rivelati di un’incompetenza a dir poco imbarazzante.

E io, in buona sostanza, le darò la stessa risposta del 2021: per un politico la giovinezza deve costituire un impegno e non certo un valore, perché un giovane in quanto tale non è automaticamente capace di ben gestire la politica e il partito, se non è anche competente e con un minimo di preparazione scolastica.

Ci dica quali saranno i punti di forza del programma nel caso arrivasse in Regione Lombardia.

I problemi della Lombardia in questo momento, in particolare i problemi delle comunità del Varesotto, vertono soprattutto su sanità, sicurezza, politiche giovanili e sport.

Credo che lo dicano tutti…

Meglio, così saremo in molti a sostenere certe scelte. Nel settore sanitario in modo particolare, vedrei bene una riforma dell’intero sistema anche alla luce delle problematiche evidenziatesi durante la pandemia. In questi anni la giunta di Attilio Fontana ha fatto delle cose eccellenti in tutti i settori, però quello sanitario andrebbe certamente rivisitato in previsione dell’affermarsi di maggiori forme di autonomia delle Regioni a statuto ordinario come appunto la Lombardia.

Per essere un politico giovane ha proponimenti piuttosto ambiziosi.

Volare basso non mi è mai piaciuto perciò, se sarò eletto, quale che sarà il mio ruolo amministrativo e/o politico, mi adopererò per una Lombardia più inclusiva, dove nessuno dovrà sentirsi ultimo e tutti dovranno essere messi in grado di esercitare un’attività senza che lo Stato vi aggiunga altri gravami.

Esortazione finale per il lettore/elettore?

È semplice: «Se anche tu credi in questa visione di futuro, il prossimo 12 e 13 febbraio barra il simbolo di Fratelli d’Italia e scrivi Folegani sulla scheda elettorale».

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