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Democrazia bloccata: i nostri guai partono da molto lontano

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democrazia bloccata
Nel recente passato la democrazia nel nostro Paese è stata bloccata da un sistema di potere binario ma discreto, non multi facce e impudente come quello di oggi, laddove la Democrazia cristiana esercitava il monopolio del potere e il Partito comunista italiano quello dell’opposizione-sottopotere, facendo entrambi da catalizzatori delle forze politiche del cosiddetto arco costituzionale che in loro si riconoscevano

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È di questi giorni la polemica lezzosa innescata da una giornalista che, a proposito di Salvini, ha scritto “…sulle frequenti necessità del segretario di assentarsi un attimo, giusto un attimo, per poi ritornare rinfrancato e pimpante”. Non sappiamo a che cosa si volesse alludere con questa osservazione perché la dietrologia non è il nostro forte, pertanto ci chiediamo se la collega ha mai provato ad andare al bagno dopo aver dovuto trattenere per ore i suoi bisognini. Dovrebbe sapere, la signora, che per svuotare la vescica o un colon pieno per impossibilità di recarsi al Wc bastano veramente pochi minuti, dopo di che si esce dal bagno con un aspetto se non pimpante quantomeno rilassato. Ecco, il segretario della Lega è criticabile per innumerevoli ragioni, compresa quella di non essersi ancora affidato a un bravo psicologo assieme ai suoi che non si decidono a cacciarlo per salvare il salvabile, ma non riteniamo possa definirsi giornalismo il mettersi a contare quante volte egli si rechi al bagno e come ne esca. Eppure i nostri colleghi ne avrebbero di cose importanti delle quali occuparsi.

Mentre un Parlamento di litigiose nullità rivotava Mattarella, a Milano, a Roma, a Torino gli studenti (in massima parte minorenni…)  che manifestavano per l’abolizione di quell’alternanza scuola-lavoro che ha ucciso un loro compagno, Lorenzo Parelli, morto schiacciato da una barra di ferro nel cantiere dove stava facendo uno stage, sono stati brutalmente manganellati dalla Polizia. Colpa dei soliti infiltrati violenti dirà l’immaginifica signora ministro Lamorgese e magari, tra qualche giorno, ci dirà anche che stavano programmando un colpo di Stato con la play station.

Figuriamoci, poi, se coloro i quali sono soliti perder tempo dietro le minzioni di Salvini, hanno sentito il papa dichiarare che pagare le tasse è cosa buona e giusta, il che dal punto di vista della filosofia illuminista è corretto, anche se il pontefice si è scordato di aggiungere qualche parolina sul pessimo uso che lo Stato fa delle nostre tasse. Men che mai abbiamo visto qualcuno allarmarsi per il transito di una squadra navale russa al limite delle nostre acque territoriali, una propaggine intimidatoria di Putin contro la Nato per il suo interventismo in Ucraina. L’unico a preoccuparsene, e bisogna dargliene atto, è stato l’atlantista Mario Draghi che, con la scusa dell’approvvigionamento di gas, ha avuto un colloquio telefonico con tovarišč Vladimiro il quale, immaginiamo, ha assicurato che a noi italiani il gas non mancherà. Per qualche missile sulla testa si vedrà.

Ciliegina sulla torta, lo stesso giorno della riconferma di Mattarella, il Consiglio superiore della Magistratura ha eletto quale suo presidente Giuliano Amato, già socialista e vice di Bettino Craxi, ministro e per due volte capo del governo. Questo signore, super pensionato con la modica cifra di 12.618,22 euro mensili (Fonte: Money.it) è lo stesso che, la notte del 13 settembre del 1992, entrò di soppiatto nei nostri conti correnti per portarci via lo 0,6% e pochi giorni dopo appiopparci anche la famigerata Ici, oggi Imu. Ma Amato è anche quello che, quando era ministro degli Interni, riteneva che picchiare le donne fosse una tradizione siculo-pakistana.

Ebbene, con questo campione del “sistema” al vertice della Consulta si è concretizzato, nei fatti, un allineamento astrale QuirinaleChiesaGovernoCsm, poteri che secondo la Costituzione dovrebbero essere operativamente indipendenti. E perché non vi fossero dubbi su tale allineamento fattuale, Amato nel suo discorso d’insediamento ha messo subito le mani avanti anticipando che, per le sentenze riguardanti controversie tra la politica sanitaria dello Stato e i cittadini, la suprema Corte si atterrà in futuro a ciò che prevede la scienza. Come dire ai ricorrenti che da tutta Italia stanno impugnando alcuni provvedimenti del governo sulla pandemia, perché ritenuti anticostituzionali: non perdete tempo perché i vostri ricorsi li rigetteremo tutti.

E non crediamo che nel discorso d’insediamento che farà tra poche ore il rieletto presidente della repubblica troveremo guizzi d’innovazione, novità per il Paese, dei segnali di cambiamento che non siano la più pedissequa osservanza dei dettami imposti dall’Unione Europea e da un atlantismo a guida USA, che in questo momento è come dire da grillini in salsa yankee, i quali se non stiamo attenti ci catapulteranno in un’altra guerra europea.

A questo punto, sembrerebbe proprio che il sistema di potere in Italia sia vincente su tutta la linea perché, stante la suddetta congiuntura astrale, a quel “sovrano ingabbiato” che è diventato il cittadino non resterebbe che chiudere gli occhi sul collasso dello stato di diritto e lasciarsene silentemente trascinare, in cambio di una vile ma pacifica sopravvivenza. Temiamo, però, che la storia del dramma italiano non finirà così pacificamente, perché il momento che sta attraversando oggi il Paese ce ne richiama alla memoria un altro, quello del terrorismo rosso e nero che a partire dagli anni Settanta insanguinò l’Italia fino all’altrieri. All’epoca la democrazia era bloccata da un altro sistema di potere, anche se binario, non poliedrico e impudente come quello di oggi, dove la Democrazia cristiana esercitava il monopolio del potere e il Partito comunista italiano quello dell’opposizione, facendo entrambi da catalizzatori delle forze politiche del cosiddetto arco costituzionale che riconoscevano il loro ruolo-guida.

Fu così che, per mezzo secolo, i due partiti riuscirono a sterilizzare o ad assorbire il dissenso, a distruggere la scuola e il lavoro, a conculcare le aspirazioni dei giovani che volevano soltanto crescere e contare, a fare del nepotismo pratica di governo e della corruzione sistema di gestione del potere. In altre parole impiccarono la democrazia italiana al patibolo delle loro ideologie e interessi quasi mai puliti.

Ma se allora la Democrazia cristiana (la mamma di quel Centro al quale tutti oggi vorrebbero ritornare a partire da Berlusconi) rubava a man bassa, come appurarono i giudici di Mani Pulite, il Partito comunista non era meno truffaldino perché, tra rubli elargiti da Mosca e lire derivanti da dazioni, perpetrava da anni una grande truffa ideologica: nessun partito di massa quale si piccava di essere poteva ragionevolmente pensare di fare una rivoluzione marxista in Italia lasciando intatta la struttura borghese dello Stato! E poi, perché il Partito comunista avrebbe dovuto volere realmente la rovina dello Stato capitalista? Questo, in fondo, scaricandone i costi sul debito pubblico, tendeva ad appagare le sue richieste populistiche per tener buone le piazze – altro che i populisti di oggidì! – dilapidando in tal modo anche le risorse necessarie alle generazioni successive. A riguardo, ricordiamo che in quel periodo, con l’avallo dei sindacati e dei comunisti che erano la medesima cosa, si mandarono in pensione lavoratori che non avevano ancora quarant’anni di età, mentre oggi non ne bastano neanche sessanta. La verità è che i comunisti di ieri, come i piddini di oggi, volevano sostituire soltanto il timoniere, non certo far cambiare rotta morale al Paese. Anzi.

Fu, dunque, tra le soperchierie di una democrazia asfissiante che impediva la liberazione delle migliori energie del Paese, l’emergere delle menti migliori, che mortificava la meritocrazia, che non aveva rispetto per le casse pubbliche e per i soldi dei contribuenti che nacque l’estrema rivolta contro lo Stato: il terrorismo.

E non ci vuole un grande sforzo di memoria e capacità di analisi per rendersi conto che gli italiani di oggi sono messi esattamente come i loro padri, cioè asfissiati dal plumbeo conformismo di un potere fine a se stesso il quale, col sudario del politicamente corretto, tenta di nascondere il cadavere di un Paese in agonia. Infatti, dentro di noi siamo sfiniti, stiamo morendo un po’ alla volta e per molte ragioni, qualcuna facilmente individuabile: ci ritroviamo senza un Patria da amare e dalla quale essere amati, senza un sesso definito, senza sicurezza sociale, senza sicurezza economica, senza tradizioni, senza religione e moralmente sfiancati perché sospinti nella folle corsa verso un mondialismo il cui unico obiettivo pare essere diventato quello di distruggere le patrie, i valori nazionali e la fiducia dei giovani nel futuro. I giovani, poveretti, sono i più penalizzati da questo stato di cose perché è come se il sistema scolastico e culturale, dopo averli preparati per la corsettina campestre della Parrocchia, adesso li volesse campioni olimpionici e competitivi nella maratona dalla globalizzazione.

Ma è troppo tardi temiamo, i nostri giovani sono ai margini del campo, dove sono chiamati a cimentarsi soltanto i figli super stagisti e masterizzati all’estero della nomenklatura, e siamo persuasi che non basterà l’ennesimo demiurgo a cambiare questo stato di cose.

A meno che non salga dal basso un rumoroso moto di disgusto per quanto sta accadendo in Italia in questi ultimi anni, dove da cittadini sovrani ci siamo ritrovati sudditi inaffidabili che anche per andare a consumare un caffè al bar devono essere prima identificati. Un moto di rigetto dal basso salì anche mezzo secolo fa e lo chiamammo sessantottismo al quale, purtroppo, seguì il terrorismo perché il duopolio del potere allora imperante cercò di “assorbire” quella diffusa protesta invece di eliminarne le cause.

L’unica differenza è che stavolta il terrorismo lo sta esercitando uno Stato sempre più incline al manganello e all’imposizione di oneri e doveri senza, peraltro, garantire i diritti, la sovranità e la giustizia, ignorando un avvertimento di William C. Durant secondo il quale la storia si ripete sempre, ma il prezzo sale ogni volta.

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