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Un nuovo modello di difesa per l’Italia

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modello di difesa
Quando si vede un militare in servizio di ordine pubblico in piazza del Duomo a Milano, si deve sapere quanto costa alla comunità nazionale e ciò che ne consegue in termini di sostenibilità logistica. Anche perché attualmente, quando c’è una calamità da fronteggiare, la scena del disastro viene affollata da così tanti attori che è difficile coordinarli tutti e renderli utili senza dover ricorrere alla nomina di un commissario per l’emergenza da parte del governo che, di solito, ricorre a un generale

– *Francesco Cosimato –

Con la mia partecipazione in veste di presidente del Centro Studi Europei Sinergie, dei generali della riserva Mauro Arnò, Luigi Scollo e Maurizio Iacono in coordinamento con i rappresentanti di Fratelli d’Italia, Stefano Maullu e Christian Garavaglia di FdI, il prossimo 10 novembre alle ore 18,30 in Milano, presso il “Pirellone”, esattamente nella Sala Pirelli con accesso da via Fabio Filzi 22, si parlerà dei nuovi criteri da porre a base per la definizione di un nuovo modello di difesa che sia adeguato a tempi così incerti.

Si partirà dalla considerazione che la guerra in Ucraina, un conflitto convenzionale che molti ritenevano impensabile in Europa dopo il 1945, impone una radicale revisione della cosiddetta “Legge Di Paola” che fissa i limiti di quello strumento perché, a differenza dell’ammiraglio Giampaolo Di Paola, noi abbiamo dovuto prendere atto che la Storia non è finita e che le guerre sono ritornate a divorare persone e risorse materiali come nel passato. Tale tema, unitamente a quello degli obblighi derivanti dal nuovo concetto strategico della Nato così com’è emerso dai summit di Madrid e di Vilnius, sarà trattato dal generale Iacono.

Partendo dagli elementi generali di riferimento, ai criteri per ricostruire uno strumento di difesa in grado di tutelare gli interessi nazionali, magari senza i vizi ideologici e propagandistici dei “soldati di pace”, il generale Scollo parlerà degli obiettivi da affidarsi alle Forze Armate in termini di personale e di sistemi d’arma. In particolare, Scollo si dedicherà non solo alle proposte di ricostruzione della componente operativa, ma anche a un argomento pressoché sconosciuto, quello delle Forze di Riserva, strumento negletto sin dai tempi dalla fine della guerra fredda. È emerso, infatti, che non abbiamo una componente pesante adatta al cosiddetto “War fighting scenario”, lo scenario di guerra classica, ed è altresì venuto fuori che non abbiamo neppure forze sufficienti per uno scenario come quello ucraino, aggravato dal fatto che non esiste un sistema di mobilitazione dei riservisti, cose queste non proprio edificanti per un Paese che faccia un minimo di politica estera.

Infine, il generale Mauro Arnò esaminerà lo scenario particolare della Lombardia, la regione più popolosa d’Italia, ma priva, ormai, di forze di manovra, oltre a occuparsi dei criteri per ridefinire una struttura operativa più adeguata alle sfide attuali per il sistema di Protezione Civile, partendo dal contributo militare, anche come sbocco successivo per coloro che lasciano le Forze Armate. Quando si vede un militare in servizio di ordine pubblico in piazza del Duomo a Milano, si deve conoscere il suo costo e tutto quanto ne consegue in termini di sostenibilità logistica del sistema. Anche perché attualmente, quando c’è una calamità la scena del disastro viene affollata da così tanti attori, che è difficile coordinarli tutti e renderli utili.

Le democrazie occidentali sono caratterizzate (per fortuna) dal principio della subordinazione del potere militare da quello politico, partendo, però, dal presupposto che il primo dovere della politica sia quello di commisurare le scelte di politica militare alle risorse disponibili perché, diversamente, si fa solo becera propaganda. E nell’ipotesi che non fossi stato sufficientemente chiaro a riguardo, ricordo che la difesa di un Paese è compito del Parlamento, cioè della politica, non certo delle Forze Armate: esse sono soltanto uno strumento per realizzare la politica dei governi e di Parlamenti liberamente eletti. Ogni altra definizione è fuorviante.

* Generale italiano della Riserva e presidente del Centro Studi Europei “Sinergie”

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