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Troppe bandiere, nessun vessillo del cuore

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Non ci stupisce più di tanto il fatto che un uomo delle istituzioni come Draghi, all’atto dell’insediamento ufficiale, non abbia salutato la bandiera di guerra del reparto militare che ha reso gli onori nel cortile di Palazzo Chigi. Una omissione dovuta certamente alla stanchezza e allo stress e, tuttavia, in linea con quelli che al Tricolore preferiscono la bandiera europea o la bandiera cosiddetta arcobaleno
– By Cybergeppetto –

L’appena diventato presidente del Consiglio di Ministri, Mario Draghi, all’atto dell’insediamento ufficiale, si è scordato di salutare la bandiera di guerra del reparto interforze che gli ha reso gli onori militari nel cortile di Palazzo Chigi; basta andare sul sito del governo per vedere questa gaffe inequivocabilmente mostrata in video. Se nel frattempo non lo hanno aggiustato.

Certo, tutti gli italiani (ex governatore della Banca d’Italia in testa) dovrebbero conoscere il grande valore simbolico della bandiera nazionale ma, diciamocelo chiaramente, sono sempre di meno quelli che si commuovono per il Tricolore che garrisce al vento e, nella particolare circostanza il neo Presidente del Consiglio li ha – ahi lui – inconsapevolmente, ma plasticamente rappresentati. Anzi, propongo di semplificare la vita a quelli che preferiscono la bandiera europea e/o arcobaleno: aboliamola questo Tricolore che sta così sulle palle all’intellighenzia radical chic!

Su Facebook ancora gira il video del presidente della Camera Fico, terza carica dello Stato, con le mani in tasca mentre suonano l’Inno di Mameli e che, quando finalmente se ne accorge, se le toglie di scatto dai pantaloni.

E poi, questi reparti militari con le loro bandiere e le loro medaglie al valore sono così fuori moda ormai, meglio sarebbe che esibissero pezze con il brand di qualche multinazionale, così potrebbero introitare un po’ di soldi di cui le Forze Armate hanno tanto bisogno. Non possiamo certo sprecare i soldi del Recovery plan per rinnovare il parco bandiere, i partiti si stanno già scannando per dividerseli, e ancora non sono arrivati dall’Unione Europea, figuriamoci se scuciranno qualche soldino per il vessillo nazionale. Peraltro dubito che, dopo essere passati loro, rimarrà qualcosa per un problema così “insignificante” e che non sembra interessare nessuno. Come non interessa a nessuno lo sconcio di tante bandiere logore e strappate che vediamo fuori da quegli uffici pubblici che pure rappresentano lo Stato e la Nazione.

Dopo tutto questo parlare dei fondi europei e del fatto che il governo si è di chiarato fideisticamente europeista, a chi volete che interessi la bandiera di un Paese decadente in cui la classe politica passa le giornate a bollare come reprobi i cattivi di turno, i sovranisti, cioè i nazionalisti democratici, cioè i patrioti. A questo punto, si deve prendere tristemente atto del fatto che la nave Italia batte bandiera europea, dell’ONU e di tanti altri organismi, ma ha cessato di far garrire il suo Tricolore al vento.

Che un italiano sia stato educato al Massachusetts Institute of Technology come Draghi, o in un Centro Sociale, poco cambia, se non si sente italiano nell’animo, al massimo potrà dire che è un difensore del Made in Italy a Bruxelles.

Naturalmente, ritengo vada stigmatizzato anche l’Ufficiale di Marina con le cordelle di Aiutante di Campo, che si vede nel video mentre “riprende” il signor Presidente per riportarlo davanti alle bandiere che aveva appena bucato come un qualsiasi semaforo, anche se, evento raro tra gli alti gradi, ha avuto l’ardire di correggere il novello salvatore della Patria. Addirittura censurabile, poi, il fatto di non avere “istruito” il signor presidente prima della rassegna.

Massì, i reparti militari dovrebbero smetterla di cantare canzoni patriottiche come, per esempio, quella degli Alpini intitolata Trentatre e che recita così: «…O, valore alpin, difendi sempre la frontiera e, là sul confin, tien sempre alta la bandiera…». Evitiamo, insomma, di disturbare una classe dirigente alla quale di queste cose non interessa nulla, loro sono europeisti e noi dobbiamo smetterla di fare i patrioti.

Tra i tanti termini che non sono nel nuovo dizionario politicamente corretto che si studierà a distanza nelle scuole, sicuramente non ci leggeremo più la parola Patria e, temo a breve, nemmeno la parola Tricolore.

Sicché, prima che mi arrestino quale terrorista dell’amor di Patria, consentitemi di gridare, magari per l’ultima volta prima dell’arrivo della Polizia: viva il Tricolore della Patria!

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