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Tridico: io so’ io e voi non siete un c….

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Non si capisce con quale faccia e prospettiva che passasse in silenzio abbia potuto firmare il decreto del raddoppio di stipendio al direttore dell’INPS un ministro del lavoro così sparagnino come la Catalfo, che milita in un movimento che fino a qualche giorno fa ha promosso un referendum per abolire il numero dei parlamentari al fine di far risparmiare un euro all’anno  ad ogni italiano
– Enzo Ciaraffa –

Diviene sempre più arduo stabilire se la nostra classe politica sia stupida e rapace o soltanto incapace, stupida di certo! Lo scorso mese di agosto il governo – lo stesso che va spesso col cappello in mano a far la questua in Europa – ha quasi triplicato il già ragguardevole stipendio di 62.000 euro al presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, che è passato così a 150.000 euro annui tondi tondi. Lo specifico decreto interministeriale è stato firmato, quatto – quatto, dal ministro del lavoro Nunzia Catalfo e da quello dell’economia Roberto Gualtieri lo scorso 7 agosto, cioè mentre gli italiani, dopo i tanti triboli della pandemia, erano intenti a riorganizzare la propria esistenza.

Tridico, per capirci, è quello che faceva il consigliere del Ministro Di Maio ed è ritenuto la vera mente del reddito di cittadinanza grillino. È stato anche colui che ha pagato in ritardo la cassa integrazione ai lavoratori andati in crisi a causa della pandemia e del lockdown, una provvidenza che, peraltro, ancora non è stata erogata – dato INPS – a 80.000 lavoratori. È quel Tridico che ha fatto un gran casotto per le partite IVA e per lo scoppio ad orologeria della storia dei furbetti del bonus di 600 euro. La causa dei ritardi e degli imbrogli? Sempre la stessa: regolamenti borbonici assolutamente inadeguati in una grave emergenza, regolamenti che il super pagato presidente non ha saputo cambiare di una virgola.

Ma veniamo alla stupidità con la quale abbiamo aperto questo articolo: non si capisce con quale faccia e prospettiva che passasse in silenzio abbia potuto firmare il decreto del raddoppio di stipendio al direttore dell’INPS un ministro del lavoro così sparagnino come la Catalfo, che milita in un movimento che fino a qualche giorno fa ha promosso un referendum per abolire il numero dei parlamentari al fine di farci risparmiare un euro all’anno cadauno.

Con quale faccia abbia potuto firmare quel decreto un ministro dell’economia, il Gualtieri, che non più tardi di pochi giorni fa ha dichiarato alla Camera un concetto che è riassumibile – parole nostre ma il contenuto è suo – in questo modo: stiamo talmente inguaiati economicamente che il Recovery Fund è l’unica possibilità per tentare di venir fuori dalla palta.

Ovviamente non appena si è diffusa la notizia dell’ennesima follia grillo-piddina, le opposizioni sono andate all’assalto di Tridico e del governo col pugnale tra i denti, e con molte ragioni in verità. Poi sono arrivate le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza e dello stesso governo, nelle quali hanno dichiarato la loro disconoscenza del fattaccio. A quel punto si è capito che, vis polemica a parte, questo governo oltre ad essere scollegato dal Paese lo è anche al suo interno.

Valutate un po’ voi:

Il capo del governo: «Non ero informato della vicenda. Vorrei approfondire la questione. Poi formulerò una valutazione più completa».

Il ministro degli esteri grillino (capataz dello stesso partito della Catalfo): «Chiederò chiarimenti nelle prossime ore».

La presidentessa PD della Commissione Lavoro della Camera (dello stesso partito di Gualtieri), Debora Serracchiani: «Una vicenda sconcertante».

La domanda a questo punto potrebbe essere: «Ma scusate, in questo governo chi sfaccimma comanda!».

(Vignetta di Donato Tesauro)
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