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Tardivi digitali si nasce o si diventa?

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tardivi digitali
Se siete nati prima degli anni Novanta, vale a dire prima della diffusione di Internet, allora siete anche voi tardivi digitali, il che non significa essere tardivi di comprendonio ma semplicemente essersi interfacciati con questa nuova tecnologia nel corso della vita, aver conosciuto insomma un “prima” e un “dopo”

– Patrizia Kopsch* –

Tardivi digitali si nasce o si diventa? In realtà tardivi lo sono, me compresa, tutti quelli nati prima dell’avvento di Internet, vale a dire prima degli anni ’90, anche se molti di noi lo sono a loro insaputa… Sì, perché tardivi digitali significa semplicemente aver conosciuto questa nuova tecnologia nel corso della nostra vita poiché quando siamo venuti al mondo il web e il mobile non facevano ancora parte del nostro quotidiano. Significa insomma aver conosciuto un “prima” e un “dopo”. È un po’ come per l’Euro: per noi fare mentalmente il “cambio” con la Lira quando ci troviamo di fronte a un prezzo in Euro è pratica quotidiana, per le ultime generazioni non sorge neanche il problema visto che sono nate con la nuova moneta già in vigore.

E se alcuni di voi sono nati a cavallo tra gli anni ’40 e ’60 del secolo scorso, allora fanno parte di quella generazione denominata baby boomer, perché nati appunto durante il cosiddetto boom economico del dopoguerra.

Chiariti questi punti adesso posso parlarvi del libro che è stato appena pubblicato e che si intitola appunto “Boomer a chi? – guida per genitori tardivi digitali”. Scritto a quattro mani da Gianluigi Bonanomi ed Enrico Piacentini, professionisti esperti del web, questo libro arriva in soccorso dei boomer oltre che di tutti i genitori ed educatori in generale, anche perché i boomer oggi sono più che altro dei nonni.

Il libro si legge in mezza giornata ma è davvero ricco di spunti e di informazioni molto pratiche, come per esempio l’elenco delle varie applicazioni da utilizzare per il parental control, o filtro famiglia che dir si voglia, oltre a consigli e suggerimenti per guidare e proteggere i più giovani, soprattutto i pre-adolescenti nell’approccio con le nuove tecnologie e con i social network.

Già, perché, come si legge nel primo capitolo del libro: “un giovane di oggi si trova catapultato subito in una dimensione “sociale”, ancora prima di aver sviluppato doti relazionali all’asilo (o scuola materna), a scuola, facendo sport, giocando con gli amici in cortile o al parco”. Infatti, da uno studio pubblicato su Computers in human behaviour, rivista accademica che indaga sull’utilizzo del computer da un punto di vista psicologico, emergono svariate problematiche legate all’età precoce in cui viene concesso l’utilizzo dei social media. Età che peraltro continua ad abbassarsi: sotto i dieci anni non è raro purtroppo che i ragazzini comincino già a navigare nel grande e agitato mare di Internet.

A volte poi l’utilizzo dei social network non è nemmeno stato concesso ma, tanto, fa lo stesso perché trovano il modo di accedere ugualmente: sono molto più “sgamati” di noi nell’uso dello smartphone tanto da riuscire ad aggirare filtri e blocchi impostati dai genitori con le apposite applicazioni. Per fare un esempio, una mia nipotina già all’età di 11 anni riusciva a forzare il limite di tempo impostato con il parental control e continuava allegramente ad utilizzare Instagram, il suo social preferito, per tutto il tempo che le pareva…

Tuttavia un genitore può davvero ricorrere a tanti strumenti che consentono di tenere un po’ sotto traccia le attività sul web del proprio piccolo anche se, va detto e non mi stanco di ripeterlo, il fattore più importante è sempre e soltanto la presenza del genitore: affiancare e guidare un ragazzino mentre muove i primi passi, per così dire, nel mare magnum della Rete è fondamentale. Informarlo sui rischi che corre e mostrargli come proteggere la privacy e la sicurezza è indispensabile, un po’ come quando i nostri genitori ci insegnavano ad attraversare la strada.

Il libro, Boomer a chi – guida per genitori tardivi digitali, si trova su Amazon sia in formato cartaceo sia digitale, naturalmente.

I temi affrontati spaziano in lungo e in largo le principali problematiche, per esempio quelle appunto legate alla privacy e alla sicurezza, al cyberbullismo e allo sharenting, il fenomeno legato alla condivisione on line costante e quasi compulsiva delle foto dei figli da parte dei genitori. Vi sono capitoli dedicati anche ai videogiochi, alla navigazione famigliare e a come difendersi dalle bufale e, infine, un capitolo davvero spassoso: l’appendice con i dialoghi realmente avvenuti tra tardivi digitali e nativi digitali, per inciso tra gli stessi autori del libro e i ragazzi che hanno incontrato nelle scuole durante corsi e conferenze sul digitale.

Se desiderate saperne di più, guardate l’intervista che ho realizzato con i due autori al link del mio sito Boomer a chi? – Guida per genitori tardivi digitali.

*Consulente e formatrice sui temi della comunicazione digitale

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