La variante radical clic del coronavirus
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Mentre la vecchia variante dell’influenza radical chic vedeva gli ammalati con il portafoglio a destra e il cuore a sinistra, quella nuova ci consegna dei pazienti con il portafoglio su PayPal, per pagare il rider che le porta la pizza a casa, e il cuore su Twitter per ascoltare i cinguettii di Matteo Renzi. Sicché, mentre la vecchia sindrome radical chic produceva a iosa irritabilità, arroganza e puzza sotto il naso, la sua nuova variante dipinge sulla faccia del paziente uno sguardo triste ed il volto sudato e stanco: a riguardo si pensi alla faccia di Giuseppe Conte quando ha rilasciato la sua ultima conferenza stampa davanti al tavolino in Largo Chigi
– By Cybergeppetto –
Le recenti affermazioni del microbiologo Andrea Crisanti secondo il quale la logistica del Covid dovrebbe essere affidata ad Amazon, mi inducono a denunciare all’ordine dei medici il fatto che questi scienziati hanno subito mutazione genetica e culturale che li ha trasformati da radical chic nella variante radical clic.
Questa particolare variante si sta diffondendo rapidamente anche tra gli ambienti giallorossi della politica e, soprattutto, dei media, con degli effetti non mortali sul loro livello intellettivo medio ma che, comunque, li rende inutilmente ideologici perché l’ideologia l’è morta. Figurarsi che si è stufato persino Zingaretti delle inutili ideologie del PD e, perciò, si è virtualmente dimesso da segretario.
Sicché, mentre la logica rimane incerta ed il pregiudizio continua ad essere alto, si nota un certo peggioramento nella qualità degli esempi che gli scienziati fanno, i quali sono sempre più sconclusionati. Purtroppo, non esiste ancora il “tampone culturale” per diagnosticare la variante radical clic per quelli come il professor Crisanti che, beninteso, non è solo ad enunciare certe astruserie quotidiane.
Già qualche mese fa il dottor Fabrizio Pregliasco ci aveva consigliato di evitare i rapporti sessuali tra congiunti in favore dell’autoerotismo esortandoci, in soldoni, a quella pratica che da adolescenti chiamavamo pugnetta. Ma, dico io, questi veramente sono convinti di ciò che dicono, perché se è così vanno ricoverati subito alla neuro! Veramente pensano che un marito possa lasciare la moglie nel letto, magari ben disposta, per andarsi a dedicare al piacere solitario nel bagno, mentre i figli dormono? Ma mica è finita qui. La settimana scorsa il virologo Massimo Galli ci ha, tanto per cambiare, spaventati con dei dati che il suo stesso ospedale ha subito smentito, Beppe Grillo è convinto di essere sulla luna, Silvio Berlusconi chiede a tutte le sue amiche se sono brasiliane per paura della variante omonima… bei tempi quelli in cui il cavaliere pensava a ben altre varianze, quelle del bunga bunga ad esempio.
Però, mentre la vecchia variante dell’influenza radical chic vedeva i suoi contagiati con il portafoglio a destra e il cuore a sinistra, quella nuova ci consegna degli ammalati con il portafoglio su PayPal, per pagare il rider che le porta la pizza a casa, e il cuore su Twitter per ascoltare i cinguettii di Matteo Renzi. Sicché, mentre la vecchia sindrome radical chic produceva a iosa irritabilità, arroganza e puzza sotto il naso, la nuova variante dipinge sulla faccia del paziente uno sguardo triste ed il volto sudato e stanco: a riguardo si pensi alla faccia di Giuseppe Conte quando ha rilasciato la sua ultima conferenza stampa davanti al tavolino in Largo Chigi.
Ritengo che il ministro Speranza, ove lui stesso non sia affetto da tale variante, dovrebbe disporre per questi sventurati un trattamento sanitario-culturale a base di fisiokinesiterapia con la zappa e con il pelapatate. Anche se sono sicuro che, aggiungendo una dieta equilibrata, un po’ di melatonina e/o di camomilla per dormire e, soprattutto, l’astensione dai talk show, vi potrebbe essere un’alta percentuale di rimessione della dilagante variante radical clic.
Siete avvisati, se incontrate sui social questi sventurati, non offendeteli, non infierite per favore, sono persone in preda alla medesima tristezza che le star di Hollywood provavano a passeggiare sul viale del tramonto, una tristezza che, come nell’omonimo film, il più delle volte provoca l’omicidio dell’intelligenza.
Anzi, al cospetto dei casi più gravi, vi prego, metteteci anche un sorriso: sarebbe sicuramente un’opera buona.
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