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Speranza e la (sua) Sanità da terzo mondo

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Speranza e la sua Sanità
Mentre cercano affannosamente il quarto commissario per la Sanità calabrese in dieci giorni, e non sapendo più che pesci pigliare per risolvere il problema, Speranza e Conte, il ministro e il premier di una Stato sovrano occidentale, non il Sudan, sono dovuti ricorrere all’associazione umanitaria Emergency per costruire degli ospedali da campo, cosa che poteva tranquillamente fare il nostro Esercito come, peraltro, sta già facendo in altre parti d’Italia. Ma il ministro Speranza, che è un comunista riciclato, in Calabria voleva un altro comunista d’antan
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Non abbiamo letto il libro “Perché guariremo” scritto dal ministro della salute Roberto Speranza che, in un primo momento, lo aveva fatto ritirare dal mercato editoriale perché uscito in grottesca concomitanza con l’arrivo e l’acuirsi della seconda ondata di Covid-19.

Non possedendo, dunque, gli elementi per entrare nel merito della sua opera, vorremmo porre una sola domanda al ministro della salute: ma con 47.000 mila morti, 1,3 milioni di contagi, due lockdown e una fetta consistente di italiani alla canna del gas a causa della chiusura delle loro attività, dove accidenti ha trovato il tempo per poter scrivere un libro? Peraltro, il nostro ministro della salute, così manifestamente incapace nel suo importante ruolo, è da un mese che sta inserendo e depennando dalla sua lista i commissari per la sanità da nominare in Calabria perché in tale arco di tempo si sono dimessi gli ultimi tre che lui e Conte avevano nominati a ca*** di cane, come plasticamente rappresentato dalla copertina di Donato Tesauro.

Nel mentre ricercano il quarto commissario per la sanità calabrese in dieci giorni, e non sapendo più che pesci pigliare per risolvere il problema, Speranza e Conte – il ministro e il premier di una Stato sovrano occidentale, non il Sudan! – sono dovuti ricorrere all’associazione umanitaria Emergency, per fare che cosa non si è capito proprio bene. Pare per costruire degli ospedali da campo, cosa che poteva fare tranquillamente il nostro Esercito come, peraltro, sta già facendo in altre parti d’Italia. Ma Speranza, che è un comunista riciclato, voleva in Calabria un altro comunista e lo ha avuto! Con quale costrutto lo vedremo a giorni.

Intanto, ammesso che siano ancora capaci di provarne, per la vergogna dei nostri due impavidi statisti riportiamo una delle finalità ufficiali dell’Ong alla quale essi sono ricorsi, sperando che poi abbiano entrambi un sussulto di dignità e, finalmente, si tolgano dai piedi: «… l’associazione ha nel tempo esteso il raggio delle sue attività alla cura delle vittime della povertà in Paesi in cui non esistono strutture sanitarie gratuite».

In altre parole il governo italiano è stato l’unico in tutto l’Occidente che, per tentare di fronteggiare il Covid-19, si è dovuto affidare ad un’associazione che lavora per garantire cure mediche alle vittime della povertà in Paesi in cui non esistono strutture sanitarie gratuite. Insomma il nostro governo ha fatto sapere urbi et orbi che quella calabrese è una Sanità da terzo mondo, una roba da “Emergency” di Gino Strada insomma. Già immaginiamo, grazie a quest’altra iniziativa del duo-sciagura, quanti turisti saranno invogliati a venire in una delle più belle regioni d’Italia la prossima estate, sapendo di non poter curare, all’occorrenza, neppure una sbucciatura negli ospedali della regione. Perché, alla fine, questo è il messaggio del governo che è passato.

Mentre in questi sconcertanti frangenti la nostra solidarietà va alle popolazioni della Calabria nelle mani della peggiore accozzaglia mai comparsa sulla scena della politica italiana, l’immagine del nostro Paese all’estero, ove sia ancora possibile, è sprofondata ancora di più nel cesso della cialtroneria eretta a sistema di governo da una banda di dilettanti, e pure spocchiosi, che prima vanno a casa e meglio sarà per la sopravvivenza del nostro Paese.

Sperando che, dopo di loro, in Italia sia ancora possibile raccattare dalle macerie una classe dirigente capace – e soprattutto che ne abbia voglia – di prendere in mano le sorti di un malmesso Paese. Per il momento si è fatto avanti Berlusconi… il che la dice lunga su dove stiamo andando.

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