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Papa Bergoglio, condottiero senza saperlo

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papa Bergoglio
La Chiesa, pacifista per definizione, pare voglia dare una lezione di dinamismo costruttivo ai pacifisti dell’inverosimile rassemblement messo insieme da Letta, ovvero i dioscuri Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, quest’ultimo un Verde riesumato di recente da chissà dove. Costoro, infatti, assieme al M5S di Conte e con l’incoerente fiancheggiamento di Salvini, sono gli oppositori degli aiuti che l’Italia sta inviando agli ucraini per aiutarli a difendersi dall’aggressione russa

– Enzo Ciaraffa –

Dopo molti tentennamenti, dovuti evidentemente alla sua oggettiva e difficile posizione d’istituzione religiosa universale e trasversale, qualche giorno fa la Chiesa di Roma, per bocca del segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin, ha preso una (abbastanza) chiara posizione sull’aggressione russa all’Ucraina: «…non mi pare corretto chiedere all’aggredito di rinunciare alle armi e non chiederlo, prima ancora, a chi lo sta attaccando». Come dire che in un solo colpo, oltre le mura leonine, hanno riscoperto la Bibbia e il Vangelo, testi ritenuti sacri, che sulla difesa dell’uomo e dei popoli prevedono doveri piuttosto impegnativi per i credenti cristiani.

A riguardo del Vangelo, bisogna aggiungere che l’esortazione di Gesù a porgere l’altra guancia ai propri nemici, più che un precetto, è un invito a vivere pacificamente e che, per libera scelta, per sublimare la sofferenza i cristiani possono anche rinunciare a un diritto come quello sacrosanto dell’autodifesa e votarsi al martirio. Ma, poi, un po’ anche paradossalmente in verità, sul cristiano incombe il dovere di difendere le vittime di violenze e ingiustizie come per esempio quelle di un’aggressione militare, sennò commetterebbe un’azione riprovevole secondo il catechismo e lo stesso papa, per il quale “…l’indifferenza verso la sofferenza è il più grande dei peccati dell’uomo”.

Ebbene, non trovate che, fatta la tara sullo stile curialesco di Parolin, la Chiesa abbia iniziato a dire le medesime cose che Salvini e Giorgia Meloni andavano dicendo fino a ieri, e cioè che la difesa è sempre legittima? A questo punto verrebbe davvero da mettersi a ridere.

Perché?

Perché la Chiesa, in questo modo, finirà col dare una lezione di dinamismo costruttivo ai pacifisti un tanto al chilo dell’inverosimile rassemblement elettorale messo insieme da Letta, ovvero i dioscuri Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, quest’ultimo un Verde riesumato di recente da chissà dove. Costoro, infatti, assieme al M5S di Conte e con l’incoerente fiancheggiamento di Salvini, sono gli oppositori degli aiuti che l’Italia sta inviando agli ucraini per aiutarli a difendersi dall’aggressione russa e, chiaramente i primi e sotto sotto Salvini, sono anche nemici della Nato e dell’Unione Europea.

Ma che cosa sta succedendo in questo Paese dove la Chiesa, pacifista per definizione, è diventata all’improvviso guerrafondaia, mentre coloro che ancora sognano la lotta di classe e la dittatura del proletariato sono diventati miti agnellini assieme a colui che voleva armare perfino i benzinai per difendersi dalle rapine?

È successo, secondo noi, che le gerarchie della Chiesa abbiano iniziato a svegliarsi dal torpore mondialista (che è cosa ben diversa dall’essere ecumenista) nel quale li aveva precipitati papa Bergoglio e che abbiano capito qual è, agli albori nel XXI secolo, il loro destino e missione: o la Chiesa si salva assieme all’Occidente e ai suoi valori civili – gli stessi in gioco in Ucraina – o periranno insieme, schiacciati dal nuovo, mortifero direttorio mondiale che va costituendosi con Cina, Russia, Iran e India. L’Iran, in particolare, per l’Occidente costituisce un doppio pericolo, perché è una teocrazia oscurantista che si sta dotando della bomba atomica e usa rapportarsi al nostro libero pensiero a suon di fatwe, di taglie e di accoltellamenti, come sta drammaticamente a dimostrare l’attentato allo scrittore Salman Rushdie da parte di un fanatico iraniano ieri a New York.  

E la linea del Piave per raffrenare l’offensiva (che per adesso è soltanto economica) di questo pericolosissimo quartetto deve andare, per forza di cose, da Washington all’oltre Tevere, perché è là che sono attestate le due forze che hanno armi ancora più potenti di loro, per quanto un po’ spuntate da sottovalutazioni e marchiani errori recenti: la democrazia e una fede religiosa che – anche un onesto non cristiano deve ammetterlo – in duemila anni si è interrogata in ben 21 concili ecumenici, da quello di Nicea al Vaticano II.

Alla luce di quanto sopra, diventano perfino grotteschi il pacifismo e l’anti atlantismo di alcune moschelle italiche che, almeno fino al 25 settembre, ronzeranno intorno alla montagna di merda che ha iniziato a produrre una campagna elettorale nemmeno ufficialmente iniziata.

*Copertina di Donato Tesauro

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