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I taxi soccorsero il fronte, gli autobus non soccorrono i trasporti

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Il 5 settembre del 1914, per inviare rapidamente e in situazione d’emergenza un’aliquota di soldati a frenare l’avanzata tedesca sul fronte della Marna, il Generale francese Gallieni precettò tutti i taxi di Parigi che per un giorno e una notte fecero la spola tra la capitale e il fronte, contribuendo così a bloccare i tedeschi. In una situazione di emergenza altrettanto grave, il governo italiano è riuscito ad organizzare soltanto delle perfette autocolonne militari per portare al crematorio i corpi dei morti per il Covid-19 nei giorni peggiori della pandemia
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A proposito del Covid-19, l’Iss – Istituto Superiore di Sanità (che è direttamente controllato dal Ministero della Salute) ha rilevato che, dal 31 agosto al 27 dicembre 2020, nella scuola italiana i casi d’infezione sono stati il 2% del totale segnalato a livello nazionale. Insomma, numeri ufficiali alla mano, nel nostro Paese la veicolazione del virus cinese è dovuta soltanto in minima parte alla popolazione scolastica dal momento che, sempre secondo l’Iss, «… bambini e adolescenti in età scolare sono raramente caso indice e che l’incidenza delle infezioni è inferiore negli studenti di qualsiasi ciclo, rispetto alla popolazione generale».

Come dire che la sostanziale chiusura delle scuole superiori, senza potenziare nel frattempo i trasporti, è stata un’emerita minchionata. Ciò perché i banchi a rotelle ed il distanziamento in classe non sono serviti praticamente a niente visto che, a monte, non c’è stata la preventiva implementazione del distanziamento sui mezzi di trasporto, dove gli studenti hanno viaggiato gli uni a ridosso degli altri per recarsi a scuola. Né mitigano il nostro giudizio negativo i venti milioni che il governo ha in proposito allocati, indicendo – in un momento di assoluta straordinarietà – le solite gare di assegnazione come si faceva al tempo del regno sardo-piemontese.

Ma perché, per frenare la diffusione del Covid-19 si è scelto di chiudere le scuole, che già stanno pagando dal 1968 ad oggi le conseguenze di rovinose riforme ideologiche, di inefficienze e di ritardi, e non si sono invece potenziati i trasporti? Al riguardo non regge la spiegazione che per costruire nuove autocorriere e vagoni ferroviari occorrono anni, perché per aumentare il distanziamento fisico basterebbe anche soltanto aumentare i vettori a massa viaggiante invariata. Come sarebbe stato possibile ciò in poco tempo? Era possibilissimo, tant’è che qualche regione come l’Emilia Romagna lo ha subito fatto: bastava coinvolgere i mezzi privati, quasi tutti inutilizzati per effetto della crisi pandemica, che ha messo a terra soprattutto la mobilità turistica.

Altre Regioni non se ne danno per inteso? Dei 23.000 autobus da noleggio disponibili in Italia ne sono stati utilizzati soltanto 1800? Ebbene, questo governo così lesto e disinvolto a comprimere i nostri diritti costituzionali in nome della pandemia, che cosa aspetta a noleggiare tutti gli autobus privati, e perfino i taxi, per impiegarli in appoggio al servizio pubblico, sulle tratte ad elevato traffico? Peraltro, tale noleggio sarebbe la forma più concreta e immediata di aiuto economico al trasporto privato rispetto ai fantomatici “ristori”.

Immaginiamo già le classiche, solite obiezioni del tipo “Non si può fare – Richiederebbe tempo – Non si sa quale istituzione, tra il Mit e le Regioni, dovrà prendere l’iniziativa” e via di seguito.

A riguardo ci permettiamo di ricordare agli infingardi in servizio permanente, i quali in Italia sono tanti quanti sono gli appartenenti alla pubblica amministrazione, un episodio avvenuto in Francia 116 anni fa, agli inizi della Grande Guerra. Il 5 settembre del 1914, per inviare rapidamente e in situazione di grande emergenza militare un’aliquota di soldati a frenare l’avanzata tedesca sul fronte della Marna, il Generale francese Gallieni precettò tutti i 630 taxi di Parigi che per un giorno e una notte fecero la spola tra il fronte e la capitale, contribuendo così a bloccare la penetrazione tedesca. E pensare che, per organizzare e coordinare una radunata di quella fatta, all’epoca esisteva a malapena il telefono.

È frustrante e doloroso doverlo ricordare, ma in fatto di trasporti in emergenza il governo italiano per adesso è riuscito ad organizzare soltanto delle perfette autocolonne di camion militari per portare al crematorio i corpi dei primi tra i 78.394 deceduti per il Covid-19.

Fino ad oggi.

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