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Mattarella non è Pinochet ma Conte è un pericoloso casinista

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Mattarella
Certo Mattarella è uomo dell’Europa, certo non è un arbitro neutrale nella partita governo – opposizioni, come peraltro non lo sono stati i sui ultimi tre predecessori, ma è un democratico cristiano di stampo moroteo quindi trattativista e pacifico. Insomma è un limpido incapace, del tutto inidoneo ad ispirare al governo lo schema della partita del millennio, quella che segnerà il destino delle future generazioni, come la partita USA-Cina per il predominio tecnologico sul mondo, una partita nella quale l’Italia non avrà nessun ruolo degno di nota perché è un Lilliput economico e militare. E d’altronde, se il nostro Paese contasse appena qualcosa sullo scacchiere internazionale, non avremmo 18 pescatori italiani da due mesi prigionieri in Libia
– Enzo Ciaraffa –

Sergio Mattarella non è il mio presidente ideale perché è un personaggio della conservazione del vecchio potere, come non lo è stato da mio politico fin dai tempi della pasticciata legge elettorale che nel 1993 portò il suo nome, “Mattarellum”, ma da questo ad attribuirgli intenti golpisti soltanto perché ha convocato il Supremo Consiglio di Difesa ve ne corre.

Certo Mattarella è uomo dell’Europa, certo non è un arbitro neutrale nella partita governo – opposizioni, come peraltro non lo sono stati i sui ultimi tre predecessori, ma è un democratico cristiano di stampo moroteo quindi trattativista e pacifico. Anzi, per come la vedo io, il nostro presidente è più che pacifico, è un limpido incapace, del tutto inidoneo ad ispirare al governo lo schema della partita del millennio, quella che segnerà il destino delle future generazioni, come la partita USACina per il predominio tecnologico sul mondo, una partita nella quale l’Italia non avrà nessun ruolo degno di nota perché è un Lilliput economico e militare. E d’altronde, se il nostro Paese contasse appena qualcosa sullo scacchiere internazionale, non avremmo 18 pescatori italiani da due mesi prigionieri, per futili motivi, del Generale libico ribelle Khalīfa aftar.

Con questi deprimenti precedenti trovo veramente ridicolo il fatto che, secondo i social, Sergio Mattarella avrebbe convocato per oggi il Consiglio Supremo di Difesa allo scopo di decidere con chi schierare militarmente il nostro Paese o, peggio, esaminare la possibilità di impiegare le forze armate contro il popolo italiano in rivolta sulle piazze. Peggiore di questa madornale fesseria è soltanto il fatto che qualcuno ci abbia pure creduto!

In realtà il Consiglio Suprema di Difesa è un organo costituzionale presieduto dal capo dello Stato che, in tempi normali, si riunisce almeno due volte l’anno per fare il punto sulla situazione geopolitica e sulle alleanze militari del nostro Paese, tipo la NATO nei cui confronti ci siamo un po’ intiepiditi a tutto vantaggio della Cina. Tale appuntamento è calendarizzato perciò se stavolta è coinciso con le fibrillazioni della piazza contro il lockdown è soltanto un caso … insomma pur con tutta la scarsa considerazione politica che ne ho, non riesco a immaginare il presidente Mattarella nelle vesti di Pinochet! E, poi, v’è un dettaglio che sfugge ai propalatori di social-balle: i Generali italiani, non saranno dei fulmini di guerra, ma di certo hanno dimostrato di essere fedeli alla democrazia ed alla Costituzione sulla quale hanno giurato e, perciò, per niente inclini a fare, eventualmente, i kapò del popolo italiano. E credo che questo valga anche per le forze di polizia.

Perciò stia molto attento Monsieur Pochette al secolo Giuseppe Conte – perché è lui il vero pericolo per la democrazia – a non esasperare gli animi di alcune categorie d’italiani, e gli voglio ricordare inoltre cosa rispose l’allora capo di stato maggiore, Armando Diaz, al re che chiedeva come si sarebbe comportato l’esercito contro i fascisti della marcia su Roma: «Maestà, l’esercito sarà fedele, ma è meglio non metterlo alla prova!».

Stavolta il fatto è molto più serio perché dall’altra parte, in piazza a protestare, non vi sono le orde fasciste del 1922 ma il laborioso popolo italiano. Il nostro principe dei DPCM farebbe, perciò, bene a ricordarselo ogni giorno finché dura al governo, onde evitare di mettere i nostri uomini in divisa (che sono figli del popolo) di fronte a laceranti dilemmi, mentre l’aria si elettrizza sempre di più. Mentre scriviamo, infatti, sono in atto scontri tra Polizia e dimostranti in Piazza del Popolo a Roma.

E forse sarà proprio la paura della piazza  che spingerà verso un governo di unità nazionale nel quale comprendere anche il Centrodestra, come peraltro auspicato addirittura dal segretario del PD Zingaretti. Resta soltanto da capire che fine farebbe, nel caso, Conte perché una sua terza risuscitazione sarebbe inibente ed oscena.

Ebbene, se veramente dovesse realizzarsi una simile ipotesi, mi rimangerò pubblicamente l’inidoneo e incapace  appioppato a Mattarella.

 

 

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