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L’ariete del 41 bis contro il governo di Meloni

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41 bis
Chi ha gestito il 41 bis quando era al governo non può fare, adesso, una capovolta e denunciare la norma come fosse piovuta dal cielo, classificandola come anticostituzionale e inumana. Bisognerebbe, semmai, sforzarsi di capire se è cambiato qualcosa da quando questo articolo fu introdotto nella preesistente legge. E, purtroppo, bisogna rilevare che non è cambiato niente perché i capoccia di mafia e terrorismo continuano a essere pericolosi per la società anche dal carcere

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Generale Cosimato, gli amici che ci seguono si sono ormai abituati al fatto che ricorriamo a te quando vogliamo una franca opinione su di un argomento controverso, nel caso quello del 41 bis a suo tempo comminato al terrorista anarchico Alfredo Cospito. Oddio, in un sistema politico dove allignino valori di fondo condivisi, il problema non si porrebbe neppure perché la detenzione di Cospito è la conseguenza di un giusto processo passato attraverso tre gradi di giudizio, ma in Italia anche i diritti seguono le mode, a seconda del risultato che si vuole ottenere. In questo momento, pare di capire, la Sinistra (che ne avrebbe di problemi al suo interno) si è scatenata sull’articolo 41 bis aggiunto alla Legge numero 663 del 10 ottobre 1986, per utilizzarlo come un ariete contro il governo di Giorgia Meloni.

Chi ha gestito il 41 bis quando era al governo non può fare, adesso, una capovolta e denunciarlo come fosse piovuto dal cielo, classificandolo come anticostituzionale, inumano, eccetera: non mi pare serio. Bisognerebbe, semmai, sforzarsi di capire se è cambiato qualcosa da quando questo articolo venne introdotto nella legge che avete appena citato. E, purtroppo, non è cambiato niente perché i capoccia di mafia e di terrorismo continuano a essere pericolosi anche dal carcere. Penso che su questo tema l’ariete dei contestatori del governo si romperà le corna.

Peraltro, il relatore di questa legge fu un comunista, Mario Gozzini, e l’ideatore del bis dell’articolo 41 un socialista, Claudio Martelli… una legge più a sinistra di così...

Ogni tanto anche la sinistra fa qualcosa di buono. Il terrorismo e la mafia, la camorra e la ’ndrangheta non sono ancora al museo delle cere, anzi, sono vive, attive e “operose”. Pertanto, se un magistrato ritiene che un mafioso dal carcere continui a comandare sui suoi picciotti, o un terrorista sui suoi seguaci, glielo deve impedire.

Quando sono in difficoltà i post-comunisti non trovano di meglio che andare a rispolverare i diritti dei detenuti, i matrimoni gay, la droga libera per tutti, un po’ di antiebraismo in salsa palestinese e il ritorno del fascismo che sui gonzi ha sempre una certa presa. 

È così, ma il loro repertorio è logoro ormai perché certe loro operazioni di marketing politico ci rendono sempre più insicuri al cospetto di un detenuto al 41 bis che riesce a condurre un’operazione politica come quella in corso con la complicità della Sinistra. Ciò vuol dire che la Sinistra italiana non ha più la capacità di discernere tra i diritti del singolo da quelli della collettività. I feticci ideologici, alla fine, allontanano l’elettorato, quindi ritengo che insistere su queste tematiche non sia conveniente per quei salotti orfani di poltrone.

Oddio, su certi temi neppure i media scherzano in quanto a radicalizzazione di certe posizioni politiche.

I salotti televisivi, sempre più preda del pensiero unico, non scaldano più i cuori degli italiani. Più la radicalizzazione è pesante, più la gente si stufa e spegne il televisore. La tecnica di gridare e spaventare ha rotto le pa…e alle persone, sicché la gente molla il telecomando e si va a fare due passi, guadagnandoci in salute. D’altronde, anche un vecchiardo poco tecnologico come me, se ha bisogno di saper qualcosa va a chiederlo a Google e non aspetta il talk show pieno di urla e di finte accapigliature.  

Nel nostro Paese si ha sempre la sensazione di assistere al riproporsi di quei tragici déjà-vu che, puntualmente, hanno visto intruppati funzionalmente terroristi, media, intellettuali e artisti… non paghi evidentemente di essere gli eredi politici di coloro che furono i mandanti morali dell’assassinio del Commissario Luigi Calabresi nel 1972.

Anche in questo caso assistiamo all’appello dei soliti benpensanti, uno spettacolo triste e squalificante che di solito culmina in scuse tardive. Non sono i gruppuscoli di sbandati dei centri sociali a costituire una forza politica rilevante che può premere sul governo e sul Parlamento per orientarne le scelte: la pubblica opinione stava ieri dalla parte di Calabresi e oggi da parte dello Stato, anche se la maggior parte dei media non lo scriveva ieri e non lo scrive oggi.

Ma alla fine Cospito è un terrorista o un fricchettone?

Gli anarchici sono sempre stati visti come dei simpaticoni che propugnavano solo un’utopia e che, ogni tanto, accoltellavano qualche sovrano, cosa sulla quale il mainstream dei secoli scorsi ha costruito un’immagine stereotipata di sognatori con il vezzo del coltello e della pistola. Gli anarco insurrezionalisti di oggi, invece, hanno obiettivi più vasti, pretendono di sollevare le masse e sono capaci di far vittime ovunque, anche se non sempre ci riescono. Cospito è uno dei loro leader, dà ordini per aizzare la piazza e sferza le forze politiche di sinistra come se fossero alle sue dipendenze. Si tratta, a mio avviso, di un terrorista che va reso inefficace: ne va della sicurezza di noi tutti.

In compagnia di M5S e Leu, il Pd votò il fine pena mai del guardasigilli Alfonso Bonafede, ora cerca di movimentare la piazza in soccorso di un terrorista anarchico… ma di quale Sinistra parliamo.

Le ideologie sono il peggior viatico per chi deve governare, ma sono un veleno mortale per chi deve stare all’opposizione, perché ne attossica le istanze quali che esse siano. La verità è che il realismo politico porta inevitabilmente a contraddire certe idee quando si va al governo, così come l’ideologismo esasperato porta le opposizioni al vaniloquio e all’urlo… progetti nisba.

E i detenuti sottoposti al 41 bis che non hanno (si spera…) protettori politici?

Chi non ha protettori politici, che sia un delinquente in galera o un onesto lavoratore, è semplicemente una persona che per la classe dirigente radical chic non esiste, non fa notizia, è trasparente.

Non hai la sensazione che per la Sinistra italiana il Novecento non sia mai passato.

Per molti partiti il Novecento non è passato, ma quelli che sono stati sepolti sotto le macerie del muro di Berlino hanno comunque messo a frutto la posizione di potere fin lì maturata. Tuttavia, un decadimento lento e inesorabile colpisce chi non può più avere un’anima perché gliel’ha mangiata la storia. Riflettere su se stessi è, purtroppo, un esercizio difficile che diventa addirittura impossibile quando si finisce fuori dalla storia. La guerra in Ucraina ci dice che la storia non è finita.

Come pensi che andrà a finire, o meglio che fine farà la Sinistra italiana rappresentata dal Pd che, poveretto, non riesce a mettersi d’accordo neppure sul sistema per votare il segretario.

È diventata virale la storia di quella giovane ingegnere che, dopo aver rifiutato un lavoro da 750,00 euro al mese, ha rimproverato alla Sinistra di aver dimenticato i lavoratori; tutto il resto mi sembra irrilevante. Certo che non è solo la Sinistra che dovrebbe meditare su queste cose.

Un auspicio per il futuro?

Quando vanno sul territorio, i politici imparino ad ascoltare la gente invece di fare magniloquenti comizi, ciò allo scopo di non sacrificare nessun ceto sociale sull’altare dell’ideologia. E questo deve valere per tutti i politici.  Che siano al governo o all’opposizione poco importa.

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