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Ineffabile Inghilterra …

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Ai sudditi britannici lo sprone alla vittoria finale contro il Covid-19 verrà da un bambino che è giunto al mondo due mesi prima per dare, emotivamente, anche lui una mano dal numero 10 di Downing Street, da una regina quasi centenaria che non si risparmia neppure un po’ per il suo popolo, da un ex Capitano centenario e dalla nostalgica canzone di una cantante che è addirittura ultracentenaria, Vera Lynn
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Il Conte di Chesterfield, Philip Dormer Stanhope, ebbe la disgrazia di sposare una lady dalla quale non riuscì ad avere figli. Ci riprovò allora con una collaudata vedova olandese, alla quale versò 500 sterline come, ehm …sussidio, e le cose andarono meglio perché ebbe finalmente il sospirato figlio. Dal punto di vista sessuale, però, l’esperienza non dovette essere gratificante per il nostro Conte di Chesterfield visto l’aforisma che poi coniò, un aforisma che nei secoli successivi avrebbe attirato sugli inglesi la nomea di maschietti piuttosto tiepidini nei confronti delle donne, se non addirittura peggio. Ecco il controverso aforisma del Conte Philip riferito all’atto sessuale: «La posizione ridicola, il piacere passeggero, la spesa eccessiva».

Hanno fatto, invece, guadagnare molti punti ai compromessi ormoni dei britannici gli ultimi tre primi ministri maschi, come dire Blair, Gordon e Boris Johnson (altro che “Niente sesso, siamo inglesi”) perché tutti e tre, già facitori di numerosa prole, sono diventati di nuovo padri al 10 di Downing Street, storica sede del governo. In realtà di bambini nati in tale sede dal 1848 ad oggi sono stati cinque se consideriamo anche i due figli, George e Francis, del primo ministro d’epoca vittoriana John Russell, sebbene gli ultimi tre pargoli siano certamente i più noti perché venuti alla luce in piena era informatica, dove se un baby very important fa un ruttino a Londra lo si apprende perfino a Kandahar in tempo reale, anche se poi agli afghani non gliene importa un fico secco.

Il baby di Johnson e della compagna Carrie Symonds è nato settimino lo scorso 29 aprile in un ospedale londinese: il piccolo pare che goda di buona salute e che, si ipotizzava da più parti nei giorni scorsi, gli sarebbe stato imposto, tra i tanti, l’impegnativo nome di Winston, come Churchill, al quale il papà primo ministro ha dedicato il libro “The Churchill Factor”. E. invece, ancora una volta, Johnson ha spiazzato tutti chiamandolo come i medici che lo hanno avuto in cura. Comunque sia, dopo tanto morti in tutto il mondo a causa del coronavirus, la nascita di un bambino nei palazzi alti della politica europea ci infonde nuova energia e rinnovata speranza in un momento storico in cui il clima che aleggia sull’umanità è da Armageddon.

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L’arrivo del bambino di Boris e di Carrie è certamente una gioia per i genitori ambedue colpiti dal coronavirus e guariti, ma lo è anche per il Regno Unito dove, per la prima volta da quando è sul trono, la regina Elisabetta l’8 maggio si rivolgerà ai sudditi dagli schermi televisivi, e non da una cerimonia tra il popolo, per celebrare la capitolazione della Germania nazista.  Infatti, come ha informato il governo, «Per marcare questo avvenimento storico Sua Maestà la regina si rivolgerà alla nazione sulla BBC, all’ora esatta nella quale suo padre, re Giorgio VI, parlò alla radio nel 1945 per annunciare la vittoria». Dopo il messaggio della sovrana il governo ha invitato, fin da adesso, i cittadini ad intonare da casa “We’ll meet again”, la celebre canzone di guerra portata al successo, soprattutto tra le truppe al fronte, da Vera Lynn di 103 anni, una canzone che può certamente ritornare ad essere motivo d’incoraggiamento e di speranza per i cittadini britannici anche in queste settimane di passione pandemica.

Per l’emergenza coronavirus si sta dando da fare in questi giorni anche un altro “giovanotto”, l’ex Capitano centenario dell’Esercito, Britannico Tom Moore, che dalla sua sedia a rotelle e in appena una settimana, è riuscito ad incentivare una raccolta fondi di trenta milioni di sterline da destinarsi al Servizio Sanitario.

Come dire che ai sudditi della regina lo sprone emotivo alla battaglia finale contro il Covid-19 verrà anche da un bambino che è giunto al mondo due mesi prima per dare una mano anche lui, da una regina quasi centenaria che non si risparmia neppure un po’ per il suo popolo, da un Capitano certamente centenario e dalla canzone di una cantante addirittura ultracentenaria: «Continua a sorridere/Proprio come fai sempre/Finché i cieli blu scacciano le nuvole scure lontane».

Oh, Inghilterra del nostro cuore, sei sempre uguale a te stessa eppure così moderna, imprevedibile e controcorrente; sei orgogliosamente legata al tuo passato eppure così proiettata nel futuro: ti critichiamo sempre, talvolta non sopportiamo la tua “unicità” ma, in fondo, ti vogliamo bene perché sei tutto ciò che noi non riusciremo mai ad essere. Coerente.

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