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Il pene umano si sta allungando: ci stenderanno la biancheria?

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Stando alle ricerche di un professore della californiana Standford University, Michael Eisenberg, sembrerebbe che i nostri discendenti, per quanto un tantino effeminati a causa del calo di ormoni, avranno un grande organo sessuale e un cervello via via più piccolo per l’effetto combinato di svariati fattori tra i quali l’inquinamento ambientale

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Nel napoletano il termine “cazzone” sta a indicare un maschio che, pur evidenziando caratteristiche fisiche da tombeur de femmes è, in realtà, un fessacchiotto incapace a volte perfino simpatico… il perché di questo cappello lo capirete alla fine, cari amici del blog. Al momento accontentatevi di sapere che non bastavano i messaggi di signorine compiacenti che promettono paradisi in terra ai maschietti, e la pubblicità informatica di quei prodotti – perlopiù creme e intrugli vari – che garantiscono dimensioni asinine al nostro pene, adesso ci si mette pure la scienza ad alimentare certe fisse.

Infatti, il professore californiano Michael Eisenberg della Standford University, un urologo esperto di fertilità maschile, nei giorni scorsi ha reso noto di avere scoperto che, in appena trent’anni, il pene umano si è allungato in media di 2 centimetri, una roba da Rocco Siffredi che, come v’era da attendersi, ha scatenato l’ironia e gli sfottò sui social.

La scoperta, ha precisato imperterrito il professore della California, fonda anche sugli studi di settore che, nel periodo 1942 – 2021, altri ricercatori hanno portato avanti su di una campionatura complessiva di 55.761 maschi. Certo che sono state davvero tante le misurazioni… pensate, se moltiplichiamo la lunghezza media del pene umano, che al momento è data ancora a 13 centimetri, per il numero delle misurazioni effettuate nella suddetta ricerca, otteniamo la distanza in chilometri tra Milano e Napoli.

Agli ossessionati dalle misure, però, diciamo di aspettare a rallegrarsi della notizia e resistere, per qualche minuto, alla tentazione di andare nello specchio a verificare la consistenza delle affermazioni del professor californiano (fosse mai…) perché pare che cotanto allungamento sia da mettere in relazione con il calo di alcuni parametri fisiologici e con il rimpicciolimento di altri organi e apparati, non escluso il cervello che già adesso, in verità, utilizziamo poco.

Infatti, il professor Eisenberg ha rilevato che, nello stesso periodo dell’allungamento dei loro bigoli, nei maschietti si è abbassato sia il livello di testosterone, sia il numero degli spermatozoi. Tutto ciò, egli ritiene si possa attribuire agli errati stili di vita, alla sedentarietà, all’esposizione di sostanze chimiche nocive presenti nella dieta, nell’ambiente deteriorato e all’inquinamento ambientale.

Sembra di capire, alla fine della fiera, che i nostri discendenti, per quanto un tantino effeminati a causa del calo di ormoni, avranno di certo un grande pisellone ma, ahi loro, un cervello via via più piccolo sicché è logico ipotizzare che faticheranno a rendersi conto di quale uso farne.

Insomma, i nostri pronipoti – e ritorniamo da dove siamo partiti – potranno fregiarsi a buon diritto dell’appellativo di cazzoni.

P.S. – Visto che, a quanto pare, l’allungamento del pisello sarebbe da mettere in relazione anche con lo smog, ci hanno riferito (ma sarà pure questa una cazzata) di alcuni automobilisti che giravano in auto per Milano con la testa fuori dal finestrino allo scopo di fare il pieno di CO2, mentre altri lanciavano improperi contro Greta Thunberg per la sua fissa sull’aria pulita.

(La copertina è di Donato Tesauro)

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