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I Carabinieri, l’obesità e il Tar del Lazio

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In un Paese dove il buonsenso è latitante ormai da anni, forse è il caso di chiarire che certi parametri fisici richiesti ai militari hanno una loro ratio che non ha assolutamente nulla a che vedere con l’emarginazione degli affetti da obesità o da altre problematiche fisiche, perché riguarda semplicemente la scelta degli elementi più idonei da arruolare al servizio dello Stato. Si chiama semplicemente selezione

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Tre anni fa un giovane siciliano di Ficarazzi fu scartato alle selezioni per l’arruolamento nell’Arma dei Carabinieri perché valutato obeso dalla commissione medica. Il mancato carabiniere, però, non condividendo tale giudizio presentò ricorso al Tar del Lazio. La sentenza è giunta in questi giorni ed è stata a lui favorevole perché i giudici l’hanno fondata su di un test bio-impedenziometrico.  

Siccome in Italia tre sono le categorie che lo fanno apposta a non farsi capire, i magistrati, i politici e i medici, siamo andati a vedere su di un sito specializzato in che cosa consistesse il test richiesto dal Tar. Questa la sintesi del risultato: «…in base ai dati che raccoglie, la bio-impedenziometria permette di conoscere la quantità di acqua totale contenuta nel corpo analizzato, la sua distribuzione all’interno e all’esterno delle cellule, la massa magra e la massa grassa ed estrapola alcuni dati come lo scambio sodio/potassio e il metabolismo basale, ovvero la quantità minima di energia necessaria alle funzioni vitali, come respirazione, circolazione, eccetera…».

Sarà perché non abbiamo conoscenze nel campo della fisiologia umana, ma di questa spiegazione non ci abbiamo capito un cacchio. Eppure, per quanto strano possa sembrare, il non aver capito che cosa sia il suddetto test non è importante purché qualcuno ci dica, in termini terrestri, se il ricorrente all’atto della visita (tre anni fa…) era giusto che fosse considerato obeso oppure no. Perché il punto dolente della questione è tutto qui.

Ci spieghiamo meglio.

Una persona è considerata obesa se il suo peso corporeo reale supera di venti chili il suo peso ideale. Come dire che, se in base ai nostri parametri fisici la tabella antropometrica ci assegna un peso-forma di 80 chili e noi ne pesiamo 100, siamo obesi. Si arguisce perciò che l’obesità è anche una condizione fisica oggettiva perché si “vede”, sicché l’eliminazione del giovane ricorrente dalla selezione potrebbe essere avvenuto, a suo tempo, per ragioni oggettive… la lezione di eziologia sulla reale consistenza della rilevata obesità è venuta dopo da parte del Tar del Lazio.

Il giovane che speriamo nel frattempo abbia messo impegno a dimagrire, sarà di sicuro contento di essere stato accettato per sentenza nell’Arma dei Carabinieri, eppure al suo posto noi non lo saremmo affatto, per ragioni che vedremo più avanti.

In un Paese dove il buonsenso è latitante ormai da anni, forse è il caso di chiarire che certi parametri fisici richiesti ai militari hanno una loro ratio che non ha assolutamente nulla a che vedere con l’emarginazione degli affetti da obesità o da altre problematiche fisiche, perché riguarda semplicemente la scelta degli elementi più idonei da arruolare al servizio dello Stato. Si chiama banalmente “selezione”.

D’altronde, ve lo immaginate un assaltatore dell’Esercito di oltre un quintale sbalzare sul terreno sotto il fuoco nemico? A inseguire un malfattore, secondo voi, è più idoneo un Carabiniere di 65/70 chilogrammi o uno obeso? E, poi, scarpinare sui monti della Sila a caccia di quelle mammolette della ‘ndrangheta ci mandiamo gli obesi? E arrampicarsi fino al quinto piano di un caseggiato per liberare un ostaggio?

Sia chiaro che le sofferenze e le frustrazioni che sono causa, o conseguenza, dei problemi in capo alle persone obese non ci lasciano indifferenti, tutt’altro, ma è proprio per questa ragione che valutiamo sbagliato e pericoloso – soprattutto per i diretti interessati – il loro inserimento per sentenza in un’organizzazione efficientista e armata, come quella militare e dei Carabinieri.

Ma forse nessuno ha spiegato ai giudici del Tar del Lazio che il loro provvedimento a nostro avviso demagogico e intriso di politically correct, corre il rischio di essere vanificato dal fatto che l’obesità è causa tabellare di inidoneità al servizio militare.

Peraltro quello del peso ponderale in eccesso è un problema serio per l’organizzazione militare in generale che, per essere utile al Paese, deve attrezzarsi per diventare, come minimo, dinamica e reattiva. Non a caso la cura della forma fisica, oltre che professionale, è uno dei doveri in capo al militare di ogni ordine e grado.

A riguardo del peso in eccesso, lo confessiamo, ci costa fatica dovere ammettere che l’unico ministro della Difesa che si era posto tale problema in termini concreti fu la grillina Elisabetta Trenta che, nel 2018, diede l’incarico allo Stato Maggiore di congegnare una direttiva nella quale indicare i limiti dell’indice di massa corporea dei militari.

L’indice di massa corporea è un parametro che mette in relazione la massa corporea e la statura di un soggetto fornendo una stima delle dimensioni corporee, e si calcola dividendo il peso espresso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza espressa in metri.

Per le possibili, nefaste conseguenze che può avere l’obesità sulle pericolose variabili alle quali è quotidianamente soggetto un Carabiniere, dal nostro punto di vista il Tar del Lazio non ha fatto un bel regalo al giovane ricorrente di Ficarazzi e neppure alla ragion d’essere di un glorioso ed efficiente Corpo militare.

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