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Foglianise gentile, il Parnaso del Sannio

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La linda cittadina in provincia di Benevento è stata, nel tempo, un incubatoio d’arte, di grandi uomini della Chiesa e culla d’illustri personaggi in diversi campi.  Vi sono nati, infatti, Frate Isaia Columbro per il quale è in corso il processo di canonizzazione, i prelati Francesco e Gioacchino Pedicini, il pittore della transavanguardia Nicola De Maria, il poeta, pittore, filosofo e giornalista Luciano Caruso, il pittore, scultore e scenografo Antonio Tommaselli, il pittore, illustratore  e vignettista Donato Tesauro, oltre  a una tradizione artistica popolare, quella dei maestri carristi, che ha origini risalenti addirittura al periodo del Rinascimento
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L’impegnativa carriera militare ha allontanato soltanto fisicamente Donato Tesauro dal suo tranquillo paese natale, Foglianise, perché trovandosi talvolta impiegato in località operative affatto tranquille in Italia e all’estero, egli sente spesso il bisogno di ritornarvi per disintossicare lo spirito e rinverdire l’ispirazione artistica. Questa linda cittadina in provincia di Benevento è stata, peraltro, un vivaio di grandi uomini della Chiesa e incubatoio di rinomati artisti in diversi campi.  Vi sono nati, infatti, Frate Isaia Columbro per il quale è in corso il processo di canonizzazione, i prelati Francesco e Gioacchino Pedicini, il pittore della transavanguardia Nicola De Maria, l’eclettico poeta, pittore, filosofo e giornalista Luciano Caruso, il pittore, scultore e scenografo Antonio Tommaselli, il pittore, illustratore  e vignettista in Lombardia Donato Tesauro, oltre  a una tradizione artistica popolare, quella dei maestri carristi, che ha origini risalenti addirittura al periodo del Rinascimento

In verità abbiamo scoperto Foglianise grazie a uno dei suoi figli, il pittore Donato Tesauro e, perciò, vorremmo parlare un po’ di lui, se non altro perché lo conosciamo bene in quanto collabora con questo blog. Tesauro è un graffiante vignettista oltre che illustratore di libri come, ad esempio, “I Cecoslovacchi sull’Olona”, una pubblicazione molto nota nella repubblica Ceca, tant’è che due dei suoi quadri sul tema si trovano, uno presso la pinacoteca dell’Associazione Nazionale dei Legionari Cecoslovacchi di Praga, l’altro presso l’ambasciata della repubblica slovacca in Italia.

A chi domanda al maestro foglianesaro, autore di molte vignette al vetriolo sulla politica italiana, se non ce l’abbia con i politici a prescindere, questi risponde serafico: «Non ce l’ho con i politici, tantomeno con la politica, fanno parte entrambi del nostro ordito democratico, le mie vignette vogliono essere soltanto uno sprone a far meglio, un invito ad eliminare quei vizi della politica italiana che stanno facendo tanto male al nostro Paese. In questo triste periodo poi… Penso che la satira, tipica di ogni democrazia avanzata, debba essere come insegna il grande maestro Forattini, la forca caudina della cattiva politica».

Ma per capire che cosa rappresenta Foglianise per Tesauro dal punto di vista dell’ispirazione artistica, bisogna ricorrere a un pensiero del succitato vescovo Francesco Pedicini: «Bella è l’Italia, giardino d’Europa, ma il suo fiore più olezzante è per me la mia Foglianise, quel piccolo lembo di Paradiso, ove, per la prima volta aprii gli occhi al sole».

Situata ai piedi del Massiccio del Taburno che col suo profilo disegna quella “Dormiente del Sannio” così cara ai poeti di ogni tempo, Foglianise è da sempre una fucina di attività, di opere e di avvenimenti, anche internazionali, e costante fonte d’ideazione per molti suoi abitanti. Ogni anno, il 16 agosto, vi sfilano le opere dei maestri carristi che, realizzati con fili di paglia intrecciati… sono le perfette copie dei monumenti che hanno rappresentato la storia della civiltà, della cultura e dell’arte italiana come, ad esempio, facciate di chiese famose, monumentali altari e – passando al profano – auto, carrozze e noti castelli d’Italia e d’Europa. Parliamo di una tradizione, quella dei maestri foglianesari, risalente probabilmente al Quattrocento quando, nel corso di una festa paesana organizzata per ringraziare Dio dei buoni raccolti, i contadini erano soliti recarsi alla chiesa su dei carri per offrire qualche misura di grano al patrono San Rocco. Infatti, come ha fedelmente ricostruito Antonio Tommaselli che più volte è stato direttore artistico della rievocazione del 16 agosto, i sacchi erano trasportati con carri trainati da buoi e ornati con spighe di grano e festoni intrecciati ottenuti dalle foglie di granturco.

Ad oggi la tradizione dei maestri carristi di Foglianise tra i quali militano anche il padre e i parenti del nostro Tesauro, ha raggiunto livelli di elevatissimo pregio artistico, pur nella complessità di un’organizzazione che, in un certo senso, può definirsi di tipo aziendale per le diverse abilità che vi concorrono. Basti pensare che per la realizzazione dei carri e delle opere, si muove una complessa e volontaria macchina composta all’incirca di settecento persone ma il risultato è spettacolare, tant’è che per ammirare i loro manufatti il 16 agosto arrivano a Foglianise visitatori da ogni dove, perfino dall’estero.

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La stampa locale e gli archivi del Comune sannita ricordano che alcune opere dei maestri carristi hanno avuto un percorso prestigioso, giacché che nel 1997 una statua in paglia lavorata raffigurante Padre Pio, fu esposta all’Exposition Place di Toronto, una statua raffigurante papa Giovanni Paolo II fu collocata in Vaticano, mentre altre opere finirono nel Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Nel 2004, invece, una copia in paglia della statua della libertà sfilò per le vie di New York durante il Columbus Day e, nell’occasione, l’allora sindaco di Foglianise donò al collega newyorchese Bloomberg la Spiga d’Argento simbolo della festa. Nel 2011, infine, il Quirinale fece pervenire alla manifestazione di Foglianise il medaglione ricordo donato dal Presidente della Repubblica.

Oltre che per ammirare le non comuni abilità dei maestri carristi e, allo stesso tempo, trascorrere una giornata all’insegna dell’aria buona, del buon cibo tra gente allegra e ospitale, un’altra ragione per visitare Foglianise è il suo eccellente Aglianico alla cui degustazione non resistette neppure il critico d’arte Vittorio Sgarbi quando venne ad ammirare le opere dei maestri, il quale, evidentemente, conosceva le origini illustri di questo grande rosso. Si tratta di un vitigno pervenuto alla Magna Grecia dalla madrepatria e che, ancora oggi, produce un vino strutturato, tannico, corposo e prestante a lunghi invecchiamenti, un vero nettare per gli dei, a portata del palato di chi voglia venire a coniugare arte e natura ai piedi del Taburno.

In effetti a Foglianise tutto è natura, anzi l’arte e la natura vi s’inseguono e, spesso, amano scambiarsi i ruoli sicché, come sentenziò il pittore Marc Chagall «La grande arte riprende da dove finisce la natura», e quella dei maestri carristi è soprattutto arte della natura, come lo è, in fondo, la “Veduta del Monte Caruso” del nostro Tesauro con la quale ci piace chiudere questo contributo, quella natura amica la cui salvaguardia resta la nostra ultima speranza di buona vita sulla terra.

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