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È Fabrizio Corona il futuro della televisione?

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La televisione, ancora più dei social, è diventata un veicolo di contagio culturale perché operante fuori da ogni limite deontologico, sotto gli occhi di direttori generali dormienti e/o politicizzati. La quintessenza dell’ipocrisia, poi, va in scena quando è la stessa televisione ad organizzare talk show nei quali si tenta di spiegare l’origine di tali comportamenti, come se i produttori di droga cercassero di spiegarci il comportamento dei pusher
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Sono talmente tanti i documentari del National Geographic che abbiamo seguito in televisione sulla riserva keniota del Masai Mara che, ormai, potremmo chiamare per nome ogni ippopotamo, leone, ghepardo o elefante che vi è ospitato. Cotanta assiduità è dovuta al fatto che amiamo molto la natura e gli animali? Certamente sì, ma è dovuta soprattutto al fatto che, oltre a qualche documentario sulla natura, le televisioni ormai non trasmettono più niente che possa essere definito anche soltanto decente.

Infatti, ciò che riusciamo brevemente a vedere tra una pubblicità e l’altra – a questo si riduce ormai il nostro guardare la televisione – è un concentrato di insulsaggine, di trash e di cattiveria gratuita come non si ricorda l’eguale. Ma lo scorso 4 marzo Mediaset ha raggiunto un punto di non ritorno nel corso de L’isola dei famosi, un reality selvaggio di Canale 5, in realtà la più volgare smutandata collettiva di alcuni personaggi, o presunti tali, del mondo dello spettacolo, che ha come location una spiaggia dell’Honduras.

Ebbene, nel corso di un collegamento televisivo con l’Italia per il tramite di un videomessaggio, l’ospite di Mediaset, il pregiudicato Fabrizio Corona, ha rivelato in diretta al naufrago de L’isola, il settantunenne cantautore Riccardo Fogli, di essere cornuto poiché sarebbe stato tradito dalla moglie, la modella Karin Trentini, con lo stilista Giampaolo Celli. Alla brutale rivelazione cadutagli addosso come una pesante randellata, l’anziano cantautore non ha resistito all’umiliazione subita in diretta ed è scoppiato in un penoso pianto, rifugiandosi tra le braccia di un compagno di reality come un bambino ferito. È stato davvero straziante veder piangere a dirotto un uomo anziano in diretta televisiva, per colpa di un noto mascalzone, dal quale il buonsenso avrebbe dovuto suggerire ai vertici di Mediaset di stare alla larga.

Non ci soffermeremo neppure sulle sedicenti misure adottate dall’azienda del biscione nei confronti del (vero?) responsabile dell’ennesima performance di Corona, per passare direttamente ad alcune riflessioni, la prima delle quali immagino sorprenderà non poco: la televisione in generale sta commettendo lo stesso errore della Chiesa. Nel senso che, mentre la Chiesa del terzo millennio si è messa ad inseguire il secolo invece di dettare la rotta morale ai seguaci come aveva fatto il papa Leone XIII con l’enciclica sociale Rerum Novarum all’approssimarsi del turbolento Novecento, la televisione si è messa ad inseguire il peggio dei social. Ciò mentre i tempi imporrebbero a coloro che hanno tra le mani la coscienza e la percezione civile degli uomini di attrezzarsi per divenire gli esempi dai quali partire per percorrere con saviezza le non facili strade della vita.

Ma è stata soprattutto la televisione a diventare, ancor più dei social, un veicolo di contagio culturale perché operante fuori da ogni limite deontologico, sotto gli occhi di direttori generali dormienti, o lottizzati, o più banalmente incompetenti. Sicché si può sostenere che oggi la televisione è la principale ispiratrice dei comportamenti sbagliati della società, in particolar modo dei comportamenti dei più esposti al contagio, cioè i giovani. La quintessenza dell’ipocrisia va in scena, però, quando è la stessa televisione a trasmettere quei talk show nei quali nugoli di esperti tentano di spiegare a noi poveri baluba (perché è così che ci vede la televisione) l’origine di tali comportamenti… è un po’ come se i produttori di droga cercassero di spiegarci il comportamento dei pusher!

La fredda mascalzonata di Fabrizio Corona e il penoso pianto dell’anziano uomo de L’isola dei famosi sono stati, in fondo, soltanto la sintesi perfetta di tale quadro.

Immagine in evidenza: Riccardo Fogli
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