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L’immagine appannata del guerriero invincibile

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Crocus City
A pochi giorni dalle pseudo-elezioni che lo hanno incoronato zar per la quinta volta, Putin, assieme al sistema di sicurezza russo, si trova ad affrontare una crisi di credibilità scatenata dalla strage islamista al Crocus City di Mosca dove le forze di sicurezza, nonostante gli avvertimenti preventivi ricevuti dai servizi segreti Usa e britannici fin dallo scorso novembre, sono arrivate quasi un’ora dopo la strage

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Con la sua “opera” uno stragista islamista si prefigge sempre due obiettivi: l’eliminazione degli infedeli e il raggiungimento del paradiso. E tanto più la sua opera provoca orrore, tanto più essa è crudele e risonante, tanto maggiori sono i meriti che egli acquisisce nella propria comunità religiosa, dove uccidere per la fede è santificante. Stante queste intime motivazioni di partenza, è facile intuire che, se v’è una cosa che un terrorista dell’Islam fondamentalista proprio non tollera, è quella di non essere preso sul serio.  

Pertanto, Putin sbaglia quando cerca quasi di sminuire il ruolo avuto dall’Isis-Khorasan nella strage del Crocus City di Mosca, coinvolgendovi, invece, pesantemente e gratuitamente gli ucraini: pensa, probabilmente, di capitalizzare la recente strage per giustificare i prossimi orrori che ha in mente per loro. Ma si tratta di un azzardo che il boss del Cremlino potrebbe pagare molto caro perché, per convincerlo che sono stati loro e non altri, gli autori della mattanza al Crocus City, quelli dell’Isis-K potrebbero servirgli qualche altra strage a breve scadenza.

Peraltro, tentando testardamente di coinvolgere gli ucraini nella strage, Putin dimostra che il sistema di sicurezza russo fa acqua da tutte le parti e che i suoi connazionali hanno fatto male a dargli fiducia soprattutto alla luce del fatto che, fin dallo scorso novembre, i servizi Usa e britannici lo avevano avvertito che nella fredda aria moscovita v’era odore di attentati in luoghi densamente frequentati. L’avvertimento era stato preso così sottogamba, che le forze di sicurezza russe sono arrivate al Crocus City quasi un’ora dopo la strage dello scorso 22 marzo. Insomma, quella che fino a ieri era la tosta immagine dell’insostituibile condottiero di tutte le Russie, oggi è un tantino appannata.

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