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Donna, tu sei…

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festa della donna
Sì, la donna è mutevole ma lo è come la crisalide che diventa farfalla, le sue variabili umorali sono capaci di portarci, è vero, in paradiso o scaraventarci all’inferno, ma senza quel paradiso e quell’inferno non avremmo mai avuto Dante, Caravaggio, Goya, Canova e Leopardi, e come loro non riusciamo ad immaginare la vita senza gli stimoli ideativi ed emozionali di una donna

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Lo scriviamo tutti gli anni l’8 marzo, festa della donna, che non agiteremo mai rami di mimose per te (preferiamo vederle sugli alberi…), né indugeremo in frasi mielose come se tu, o donna, fossi una scoperta di oggi, una specie di sagra della coscienza e non la pulsante ansia creativa dell’universo primordiale nel quale tutto di noi iniziò, anche quel sentimento fertile e profondo che chiamiamo amore, l’amore vero.

Senza il pathos che riesci a suscitare nel cuore e nella mente degli uomini, o donna, i popoli barbari non avrebbero ingentilito i loro fieri costumi, né conosceremmo oggi l’indistruttibile sentimento che legò per tutta la vita Eloisa ad Abelardo, né l’amore di Dante per Beatrice e neppure la passione di Petrarca per Laura. Si trattò di sentimenti e di trasalimenti del cuore che, trasposti in opere e pensieri, hanno fatto fare dei passi da gigante alla letteratura e alla capacità introspettiva degli uomini, come dire che senza di te, o donna, non vi sarebbe civiltà, come non ve n’è in quei Paesi dove la tua minorità è addirittura attribuita alla volontà divina. E, invece, sei proprio tu la più bella rappresentazione del concetto di divino!

Sì, sei mutevole, ma lo sei come la crisalide che diventa farfalla, le tue variabili umorali sono capaci di portarci, è vero, in paradiso o scaraventarci all’inferno, ma senza quel paradiso e quell’inferno non sentiremmo il dovere di ricordarti oggi con rispetto e affetto, né avremmo avuto le opere di Dante, Caravaggio, Goya, Canova e di Leopardi. Come loro non riusciamo ad immaginare una vita senza i tuoi stimoli ideativi ed emozionali, o facitrice di uomini e di destini, ben consapevoli che tu non sei nostra ma soltanto concessa a noi dall’imperscrutabile sorte per fare insieme, in tutto o in parte, l’enigmatico percorso della vita.

Grazie per esserci. Te lo dicemmo l’altro anno, te lo diciamo oggi, te lo diremo l’anno prossimo se ci saremo: se è vero che in ogni uomo sonnecchia un inconscio femminile, allora sei la parte migliore di noi, o donna.

(Copertina di Donato Tesauro dedicata alla festa della donna)

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