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Domani l’Italia si risveglierà veramente?

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Per dare una mano alla ripresa ideale del Paese e liberare le sue migliori energie patriottiche e creative, pur nella loro secolare tradizione di fedeltà alle istituzioni dello Stato, le forze dell’ordine devono evitare di diventare gli ottusi pretoriani di un governo che, già di suo, ce la sta mettendo tutta per portarci verso il disastro. Che la ragionevolezza, dunque, continui ad essere il criterio ispirante in modo che, anche con il loro aiuto, magari intontita e dolorante, la nostra cara Italia possa risvegliarsi dal coma del lockdown e smaltire le tossine di un governo d’incapaci a dir poco
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Benché simpatizzanti dello spaesato Conte del primo governo gialloverde non lo siamo mai stati del secondo, imprevedibile leader del governo giallorosso e, purtuttavia, continuiamo a riconoscergli grande furbizia nel posizionarsi politicamente, insomma ci troviamo al cospetto di un individuo così opportunista che, se si fosse trovato al posto di Mussolini il 25 luglio del 1943, non appena defenestrato dal Gran Consiglio sarebbe stato lui a correre in radio per annunciare agli italiani che la caduta del fascismo era stata opera sua! Per quanto riguarda l’uscita dal lockdown i presidenti delle Regioni italiane, gli unici che durante la pandemia hanno fatto, o hanno tentato di fare, cose abbastanza sensate, gli hanno imposto un diktat costringendolo ad inserire nel nuovo decreto governativo il protocollo unitario delle Regioni, quello che con più coerenza del governo detta le linee guida agli operatori economici regionali, i più penalizzati dal lockdown giunto speriamo al suo capolinea. Ebbene, e ci scommettiamo fin da adesso, alla prossima comparsata che Conte farà in televisione troverà il modo d’intestarsi anche questo diktat.

Ma di là delle petroliniane boutade di Giuseppi, che se non fosse pernicioso per il futuro del Paese lo avremmo già iscritto nel gotha dei migliori macchiettisti italiani, ci domandiamo angosciati quale sarà l’Italia che proverà a risvegliarsi domattina, dopo settantacinque giorni di coma pandemico, curato con una potenza di fuoco di cannoni caricati a salve e con la patetica esortazione alle banche a compiere  un atto d’amore che, per ovvie ragioni, è equivalsa al richiedere a una prostituta l’attestato della sua  verginità.

Nel frattempo, secondo le cifre fornite da Confindustria, la situazione che si prospetta per il nostro settore produttivo è drammatica perché la produzione industriale nel primo trimestre di quest’anno è già diminuita del 5,4%, portando l’indice di produzione indietro di quasi mezzo secolo. Infatti, per il secondo trimestre e in conseguenza della chiusura di circa il 60% delle imprese manifatturiere con il lockdown, la caduta delle attività potrebbe raggiungere addirittura il 15% con un prodotto interno lordo che arretrerebbe del 6,5%.

Ma per aiutare un così malmesso apparato economico e produttivo a riprendersi, il governo ha avuto un’altra delle sue genialate: se il lavoratore di una fabbrica, di un’impresa qualsiasi, dovesse contrarre il coronavirus, mettiamo sulla corriera mentre si reca al lavoro, il titolare di quella fabbrica o impresa ne risponderà penalmente ed amministrativamente. Sicché sarà fatale che, alla fine della fiera, l’aiuto del governo si tramuterà in chiusura di molte imprese minori, mentre quelle maggiori si acconceranno a trasferirsi all’estero dove le regole sono meno asfissianti rispetto all’Italia.

Ma in un’economia integrata i guai di un settore produttivo non vengono mai da soli e, infatti, puntuale, arriva Confcommercio ad informarci che 270.000 imprese del settore commerciale potrebbero chiudere con una perdita di 420.000 posti di lavoro, in aggiunta alle 50.000 attività del settore ristorativo, di svago e di vacanze, con una perdita di altri 300.000 posti di lavoro. Ma niente paura, è pronto il Decreto Rilancio da 55 miliardi del governo che, tra le altre misure, ha previsto il “bonus vacanze” da 500 euro che però (e qui è il genio…) dovrà essere anticipato dagli albergatori nella misura dell’80%; peraltro il bonus è di 2,4 miliardi, ovvero appena il 10% del fatturato. Però, pare di capire, potremo comprare monopattini e biciclette a prezzi assistiti grazie al solito geniaccio governativo che, mentre nel Decreto Rilancio incentiva all’acquisto di mezzi di locomozione alternativi alle auto investendovi 11o milioni in sgravi fiscali, assicura allo stesso tempo un prestito garantito di 6,3 miliardi alla Fiat che produce auto … tutto e il contrario di tutto! Ciò mentre il governo e la classe politica, che forse non si sono mai recati a fare la spesa, non si sono accorti che sono lievitati i costi dei generi alimentari. E non bisogna aspettare i rilevamenti ISTAT per rendersene conto: basta andare al supermercato sotto casa.

Ma c’è un episodio accaduto ieri a preoccuparci in modo particolare per le sue conseguenze se dovesse reiterarsi, un episodio che a prima vista parrebbe entrarci poco con la situazione appena descritta e, invece, c’entra molto secondo noi. È accaduto che la giornalista televisiva Alda D’Eusanio sia stata circondata da cinque agenti che le hanno comminato una multa da quattrocento euro soltanto perché le si era rotto l’elastico della mascherina. Questo episodio ci preoccupa perché, se dovesse diventare l’avanguardia degli arbitrii delle forze dell’ordine, porterebbe alla rivolta di cittadini già devastati da una miseria che si fa ogni giorno più grave e diffusa, mentre la classe politica, sotto gli occhi distratti del presidente della repubblica, continua perpetuare stravolgimenti costituzionali e ingiustizie piccole e grandi.

Rivolgiamo pertanto un’esortazione alle forze dell’ordine e ai loro comandanti: pur nella vostra secolare tradizione di fedeltà alle istituzioni dello Stato, evitate di diventare gli ottusi pretoriani di un governo che, già di suo, ce la sta mettendo tutta per portare il Paese verso il disastro.Che la ragionevolezza continui ad essere il criterio ispirante del vostro diuturno operare, in modo che, anche col vostro aiuto, magari intontita e dolorante, l’Italia possa risvegliarsi dal coma del lockdown. Non gettate, perciò, benzina sul fuoco anche voi facendovi odiare dagli italiani perbene.

L’immagine di copertina è di Donato Tesauro
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