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Dal San Paolo al Viminale passando per San Gennaro

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Pur tra mille interrogativi e dubbi, a Salvini dobbiamo riconoscere il merito di aver fatto venire allo scoperto protagonisti, guitti e comparse, di una trama internazionale che – semmai ne parleranno storici coraggiosi e obiettivi – farà fremere di sdegno perfino i nostri discendenti, oltre a darci l’idea al presente del desolante spessore di tutti i suoi protagonisti, di ogni colore, partito o congrega
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Resta tutt’ora un mistero il perché Matteo Salvini abbia voluto decretare la fine del governo al quale ieri abbiamo fatto i funerali al Quirinale, con la partecipazione di Mattarella, Conte, Zingaretti e di una pletora di individui, più o meno sconosciuti, arrivati sul sacro colle col carrozzone del Conte-bis, per niente contriti e vergognosi.

Eppure al leader leghista dobbiamo riconoscere il merito di aver fatto venire allo scoperto protagonisti, guitti e comparse, di una trama internazionale che – semmai ne parleranno storici coraggiosi e obiettivi – farà fremere di sdegno perfino i nostri discendenti, oltre a darci l’idea al presente del desolante spessore di tutti i suoi protagonisti.

Tra i partecipanti alle gioiose esequie di ieri non abbiamo incluso Luigi Di Maio perché non siamo sicuri di averlo intravisto tra coloro che, ridenti e felici, facevano foto ricordo e selfie come quando si va in gita … ma c’era?

Qualcuno dice di sì, qualcuno dice di no.

Poi è venuta la vignetta dell’Officina Tesauro a dissipare ogni dubbio.

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