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Antisemitismo: possibile che ci stiamo ricascando un’altra volta?

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Dopo la nascita dello Stato d’Israele si è andato allargando il baratro dell’odio tra gli ebrei e alcuni Paesi musulmani che, come l’Iran, soffiano sul fuoco per allargare la loro influenza nell’area mediorientale tramite la nefasta opera di organizzazioni terroristiche del tipo di Hamas ed Hezbollah che, come i nazisti, hanno al centro del loro programma la cancellazione degli ebrei dalla faccia della terra

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Il 27 gennaio di ogni anno è il “Giorno della memoria”, una ricorrenza internazionale che intende commemorare le povere vittime dell’Olocausto e mantenere viva la memoria della Shoah, termine quest’ultimo con il quale viene indicato lo sterminio degli ebrei scientificamente perpetrato dai nazisti in Europa dal 1933 al 1945. E parliamo di sei milioni di donne, anziani e bambini eliminati soltanto perché ritenuti esseri inferiori, facendoli passare prima per le camere a gas e poi per il camino dei forni crematori. I campi di sterminio e le località dove avvennero tali bestialità sono universalmente noti, per cui in questa sede è inutile indagare ancora una volta sul loro infernale funzionamento, anche perché basta citarne i nomi per suscitare, ancora oggi, un orrore senza fine: Auschwitz, Buchenwald, Mauthausen, Dachau, Sandbostel, Belsen, Oldemburg, Fullen, Bennjaminow, Deblin, Treblinka e Schokken.

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Ebbene, dopo che il tribunale internazionale di Norimberga e tanti altri tribunali nazionali rivelarono al mondo, e punirono, gli orrendi crimini dei nazisti e dei loro sodali in Francia, in Ungheria, nei Balcani, in Polonia, in Ucraina e in Italia, pensavamo che l’umanità si fosse finalmente vaccinata contro il razzismo e l’antisemitismo. Purtroppo, non è stato così.

In settantanove anni dalla fine della II Guerra Mondiale sono accadute molte cose, come anche la nascita dello Stato d’Israele nel 1948, e fu a partire da quell’avvenimento che, anno dopo anno, si è andato allargando il baratro dell’odio tra gli ebrei e alcuni Paesi musulmani che, come l’Iran, sfruttano la causa dei palestinesi per allargare la loro influenza nell’area mediorientale tramite la nefasta opera di organizzazioni terroristiche che, come i nazisti, hanno messo al centro del loro programma la cancellazione degli ebrei dalla faccia della terra, l’antisemitismo. Parliamo di Hezbollah libanese, parliamo di Hamas palestinese, parliamo degli Houthi yemeniti, per citare soltanto alcune tra le più disumane e nefaste organizzazioni terroristiche. Poi ci sono gli altri, quelli buoni, che sono tanti, troppi, i quali ammantano il loro incomprensibile livore contro gli ebrei con teorie politiche che, con la scusa di sposare la causa del popolo palestinese (che di per sé sarebbe sposabile se portata avanti con la trattativa), appoggiano di fatto le terribili azioni dei macellai di Hamas, come quelle avvenute lo scorso 7 ottobre nei kibbutz prospicienti la striscia di Gaza, dove in un giorno la loro ferocia belluina ha superato perfino le efferatezze dei nazisti.

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Ma per la Sinistra italiana e per quella internazionale la colpa è tutta di Israele, perché ogni volta che essa viene attaccata da Hamas e da Hezbollah non dovrebbe difendersi con azioni di guerra che, in aree ristrette come la striscia di Gaza e la Cisgiordania, producono purtroppo molti effetti collaterali tra la popolazione civile.

Dopo 79 anni dalla fine della II Guerra Mondiale sconcertano non poco una Sinistra (prima antinazista) che si scopre antisemita e una Destra (prima antisemita) che, invece, oggi si professa pro-Israele. Ma la Sinistra italica è in buona compagnia perché tra i partiti antisemiti europei più noti in questo momento possiamo includere anche la Sinistra francese, i laburisti inglesi, i socialisti spagnoli e tanti altri “progressisti” europei. L’unico particolare che differenzia l’antisemitismo italiano dal loro è la capacità immaginifica, come quella di qualche funzionario – genio di Prefetture e Questure che non sanno se concedere o meno l’autorizzazione a un corteo pro-Palestina, e inevitabilmente pro-Hamas, organizzato dai palestinesi per il 27 gennaio, lo stesso giorno in cui in Italia si commemora ufficialmente la shoah. Soltanto in Italia, infatti, si può pensare di ricordare l’antisemitismo e il genocidio degli ebrei con la sfilata – si spera abortita – di un corteo dei negazionisti di quel genocidio. Che poi sarebbe come abbinare la festa per l’anniversario della nascita d’Israele con il compleanno di Hitler.

Siccome noi italiani siamo anche gli indiscussi campioni olimpionici dell’auto-martellamento dei testicoli, mentre scriviamo abbiamo appreso che il Viminale ha “invitato” (ordinare no, eh) Prefetture e Questure a far spostare ad altra data la manifestazione dei palestinesi. Non sappiamo come reagiranno a un eventuale differimento i diretti interessati, i palestinesi, che in Italia sono 2,7 milioni, e le frange estreme della Sinistra che non vedono l’ora di mettere a ferro e fuoco le piazze italiane, grazie anche all’ignavia dei pubblici poteri: comunque andrà, l’immagine dello Stato ne uscirà sputtanata. Bel modo di commemorare la tragedia della shoah!

(Copertina di Donato Tesauro)

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