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Vengano signori, vengano, qui tutto si vende e tutto si compra

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In questi giorni il governo e il Parlamento si sono trasformati in una sorta di suk algerino, dove tutto si compra perché tutto si vende. Ma se non si può pensare una campagna vaccinale fatta a suon di carte bollate, figuriamoci un governo tenuto insieme da gente che ha intenzione di tradire scientificamente la delega ricevuta dagli elettori e se ne vanta pure, ritenendosi non dei felloni ma quei “costruttori” auspicati da Mattarella. Ma se non era questo che intendeva, il capo dello Stato farebbe bene a venire finalmente allo scoperto per ridare un po’ di dignità alle istituzioni
– *Maria Angela Buttiglieri –

Ma quando è iniziata la storiaccia che stiamo vivendo dopo la fuoriuscita, per adesso, del partito di Matteo Renzi, il governo può essere certo di sopravvivere soltanto se un certo numero di senatori tradirà il proprio mandato? Insomma, il governo Conte promette di passare alla storia anche per essere stato salvato in Parlamento da una pattuglia di senatori che – segno dei tempi! – mena pure vanto del tradimento autodefinendosi responsabili o, ripetendo il termine di Mattarella che non parla mai a caso, costruttori. Ma costruttori di che? Delle fortune politiche di un premier che ha iniziato come capo di un governo sostenuto da due partiti, Lega e M5S, che più antitetici non potevano essere per poi passare, nel giro di un anno, a fare un altro governo con i loro avversari politici? O costruttori della caparbietà degna di miglior causa di un presidente della repubblica che ha fatto della preclusione delle elezioni la missione del suo mandato? D’altronde non bisogna per forza avere in uggia Conte per rendersi conto di ciò che oggettivamente questi è: un raccontaballe. Tutti ricordiamo le sue iperboli semantiche ed operative in piena pandemia, come gli atti d’amore delle banche (che vivono di dividendi), i colpi di bazooka, le AppImmuni, gli stop and go delle chiusure di attività commerciali ormai alla canna del gas, il bonus monopattino, i banchi con le rotelle, i risibili ristori, la carta delle regioni italiane a colori, lo sconclusionato cashback di Stato. Per fare soltanto alcuni esempi. Ma è in campo medico che questo governo ha dato il peggio, voglio sperare per impotenza coeundi e non per calcolo politico.

Ancora oggi, infatti, non riesco spiegarmi come sia stato possibile per un governo-ministro della sanità affrontare un’emergenza pandemica globale senza andarsi a leggere il piano pandemico nazionale, perché se qualcuno del governo lo avesse veramente letto si sarebbe accorto che si trattava di un documento redatto col copia-incolla e, peraltro, neppure aggiornato. Non parliamo, poi, dei dati numerici riferiti ai ricoveri in rianimazione ed ai decedutivi, senza citare la causa di ospedalizzazione e/0 di morte. In proposito, la magistratura ha iniziato in questo giorni un percorso di accertamenti che, se fatto seriamente, potrebbe portare a clamorose sorprese. D’altronde, ancora oggi siamo in piena disorganizzazione sanitaria a causa di dosi vacciniche promesse e non arrivate, e quando sono arrivate ci siamo accorti che le siringhe erano sprovviste di aghi. Come se non bastasse la Pfizer ha appena comunicato che da lunedì ci consegnerà il 29% di dosi in meno su quelle preventivate all’Italia. E come il super commissario del governo, Domenico Arcuri, ha pensato di fronteggiare questa ennesima emergenza nell’emergenza? Minacciando azioni legali … figurarsi una campagna vaccinale riguardante sessanta milioni di persone fatta suon di carte bollate! E per carità di patria non vado a toccare il potenziale pericolo di affidare all’organizzazione sanitaria due vaccini diversi: uno con richiamo e l’altro monodose.

Sono di queste ore le dimissioni del premier olandese Mark Rutte che, come il solito, i media italiani storicamente corifei del regime hanno riportato alla loro maniera, un po’ perché il soggetto è francamente antipatico, un po’ per coprire con i guai altrui le magagne di questo governo. In proposito, parole come scandalo l’hanno fatta da padrone su tutti i media nazionali, in realtà il premier Rutte si è dimesso per un errore del fisco olandese, secondo un criterio sconosciuto in Italia: se un organo governativo come il fisco sbaglia, è colpa del governo! Come dire che se nel Belpaese dovessimo applicare il criterio olandese si svuoterebbe il Parlamento e i vari enti della Pubblica Amministrazione.

Era, perciò, inevitabile l’impazzimento di un governo tanto improvvisato quanto incapace di gestire il Paese in un momento così difficile. Renzi, secondo me, non è la causa dei problemi del governo ma, semmai, ne è la conseguenza. La riprova è nel fatto che in questi giorni il governo e il Parlamento si sono trasformati in una sorta di suk algerino, dove tutto si compra perché tutto si vende: ma se non si può pensare una campagna vaccinale a suon di carte bollate, figuriamoci un governo tenuto insieme da gente che ha intenzione di tradire scientificamente la delega ricevuta dagli elettori e se ne vanta pure, ritenendosi non dei felloni ma quei “costruttori” auspicati da Mattarella.

Ma era questo che intendeva il capo dello Stato che, ripeto, non parla mai a caso? E se non era questa la sua idea, allora batta quando prima un colpo. Anche soltanto per ridare un briciolo di dignità alle istituzioni.

* Specialista in anestesia, rianimazione e medicina preventiva; responsabile di FdI del dipartimento salute della Lombardia e consigliere comunale a Busto Arsizio

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