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La Lega e l’amour à trois

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L’invito del segretario della Lega alla primadonna della Destra francese, Marine Le Pen, al raduno sul pratone di Pontida deve essere visto in modo sobrio e realistico, non come fanno a sinistra dove già immaginano una sorta di Papeete Due di Salvini, magari sotto la torre Eiffel, l’implosione del governo in Italia, e fanno pure il nome del successore della Meloni a Palazzo Chigi, anzi di nomi ne fanno addirittura due

– Enzo Ciaraffa –

Coloro che, decifrando pro usu una considerazione di Calderoli sul problema dei migranti e una boutade paesana di Zaia sul leone di San Marco, parlano di una prossima rottura tra la Lega e Giorgia Meloni, spacciano i loro desideri per realtà perché, dovesse far cadere anche questo governo e portare, così, il consenso a cifre da prefisso telefonico, a Matteo Salvini non lo vorrebbero più neppure a fare il guardaporta nella sede di Via Bellerio. La verità è molto più semplice: siamo a nove mesi dalle elezioni europee e, legittimamente, ogni leader cerca di portare acqua al mulino del suo partito sullo scottante tema dei migranti. Questo perché l’elettore medio di centro destra, e non soltanto, si aspetta (finalmente!) una stretta sui copiosi e disordinati arrivi dal mare, pertanto sul tema il leader leghista sta cercando di spostare il suo partito leggermente più a destra nell’ambito della coalizione di Centrodestra che sorregge il governo. Stessa cosa sta tentando di fare anche il vice premier Antonio Tajani con Forza Italia, sebbene con una postura più convenzionale, più europeista direi.

Ecco, le parole dal sen fuggite di alcuni capataz della Lega, così come l’invito della primadonna della Destra francese, Marine Le Pen, al raduno di Pontida, devono essere traguardate con questa ottica, e non come fanno i loro avversari politici che già evocano l’implosione del governo e, addirittura, fanno pure il nome del successore della Meloni a Palazzo Chigi: il direttore uscente della Banca d’Italia Ignazio Visco. I più versati tra essi in fantascienza fanno, invece, il nome di Fabio Panetta, che Visco dovrebbe sostituire alla Banca d’Italia. Ma per favore! Al momento, mutuando un pensiero del cancelliere tedesco Bulow, possiamo sostenere che Giorgia Meloni non è gelosa se ogni tanto il Matteo fa un giro di valzer con la Marine transalpina e che, anzi, un rapporto à trois sotto sotto le piace … fosse mai che a Bruxelles l’anno prossimo.

Insomma, tutti gli avversari del Centrodestra stanno vanamente sperando in un “Papeete Due” di Salvini magari sotto la torre Eiffel, ma dall’altra parte, stavolta, non c’è in Parlamento la corazzata Potëmkin  (corazzata numerica…) dei Cinque Stelle ma una Sinistra che è più frastagliata dell’arcipelago finlandese, e Matteo Salvini, anche se non è un politico di particolare intelligenza tant’è che a Pontida è riuscito a parlare in francese soltanto grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, di certo – per dirla alla napoletana maniera – nun’è nu’ strunz.

O, se preferite, è ancora strunz, ma leggermente più scafato rispetto a tre anni fa.

Che è già tanto.

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