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Putin: l’Ucraina diventerà la sua Stalingrado

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Prima di ordinare l’invasione dell’Ucraina c’è stato soprattutto un calcolo che Vladimir Putin ha sbagliato: pur tra molte contraddizioni, l’Occidente non si è sottratto alle sue responsabilità o diviso come lui probabilmente sperava, e gli sta serrando il cappio economico intorno al collo. Il suo azzardo è stato valutato talmente grave in Occidente che – per la prima volta nella sua storia – l’Unione europea ha deliberato di finanziare l’acquisto e la consegna di armi e di equipaggiamenti ad un Paese sotto attacco, mentre la Svizzera ha rotto la sua storica neutralità per congelare i depositi russi

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Nella storia non si ha notizia di molti dittatori intelligenti e, in verità, crediamo che intelligente non lo sia neppure Putin, il quale non si rende conto di star riproponendo per la seconda volta, e al contrario, un evento riguardante la storia del suo Paese, quello riferito all’assedio di Stalingrado da parte dei tedeschi. Giusto per rimanere in tema, neppure Hitler fu intelligente perché, nonostante avesse ai suoi ordini i migliori generali del mondo, non volle capire che stava perdendo l’intera guerra a Stalingrado perché si era incaponito in un assedio ideologico della città dedicata al suo acerrimo nemico Stalin, sottraendo così uomini e mezzi al fronte nordafricano ed europeo. Fu, infatti, partendo dal Nord africa che gli alleati assalirono la fortezza Europa attraverso l’Italia.

Mentre scriviamo si sono conclusi in Bielorussia i primi contatti (senza precondizioni come richiesto ed ottenuto dal presidente Zelenskyj) tra una delegazione russa e una ucraina per arrivare a un primo cessate il fuoco. Ebbene, quale che sarà alla fine il risultato di tali colloqui, anche se dovessero riprendere i combattimenti, anche se la forza bruta dei russi riuscisse a soggiogare tutta l’Ucraina, questa guerra avrebbe un solo sconfitto: Vladimir Putin.

L’uomo del Cremlino, infatti, tutto preso ad organizzare l’invasione dell’Ucraina che non si è fatta intimidire dalla sperequazione delle forze in campo, non si è accorto che il Novecento, il secolo dei diktat e dei blitzkrieg è passato da almeno venticinque anni. Si è trattato di un tempo breve eppure ricco di scoperte tecnologiche, di nuovi diritti e di montanti, pacifiche aspirazioni dei popoli, del suo stesso popolo, che in queste ore egli sta facendo manganellare dalle Unità speciali mobili della Polizia perché protesta contro la “sua” guerra.

Ma c’è stato un altro calcolo che Putin ha sbagliato, quello che lo rovinerà politicamente: pur tra molte contraddizioni, l’Occidente non si è sottratto alle sue responsabilità o diviso come lui probabilmente sperava, e gli sta serrando il cappio economico intorno al collo. Il suo azzardo è stato valutato talmente grave in Occidente che – per la prima volta nella sua storia – l’Unione europea ha deliberato di finanziare l’acquisto e la rapida consegna di armi e di equipaggiamenti a un Paese sotto attacco com’è l’Ucraina, mentre la Svizzera ha rotto la sua storica neutralità per congelare i fondi russi depositati nelle sue banche.

Come se tutto questo non bastasse, evocando la guerra atomica con intenti intimidatori, Putin è riuscito anche nell’impresa di far uscire dal letargo l’opinione pubblica mondiale e di spingere la Germania fuori da quel rassicurante pacifismo sul quale si era adagiata dal 1945 a oggi.  Infatti, ieri al Bundestag il cancelliere Olaf Scholz – capo di un governo composto da forze storicamente di sinistra e pacifiste – ha annunciato che il suo governo stanzierà altri cento miliardi di euro per le proprie forze armate, in aggiunta a quel 2% del Pil che ordinariamente viene speso per la Difesa.   

Ma anche sul campo le cose non stanno andando molto bene per Putin perché siamo al quinto giorno di combattimenti, e quella che doveva essere per le forze russe una passeggiata verso Kiev si sta trasformando in una sanguinosa sequela di scontri strada per strada. Pertanto, siamo persuasi che forse i carri armati di Vladimiro arriveranno pure a Kiev, ma che lui perderà Stalingrado, ovvero il governo della Russia.

Peraltro, non è pensabile che i Generali russi possano vincere una guerriglia casa per casa, proprio con l’inizio della rasputica, lo scongelamento del terreno che a quelle latitudini, all’inizio della primavera, trasforma le strade non asfaltate in un immenso pantano. Vorremmo concludere ricordando all’eroico presidente Zelenskyj che ieri, in concomitanza dell’annuncio dei colloqui, i russi hanno fatto scappare dagli arresti domiciliari in Ucraina l’oligarca e uomo del Cremlino Viktor Medyedchuk, uno dei candidati di Putin per guidare un eventuale governo fantoccio in Ucraina.

E considerato che i militari russi hanno, per antica tradizione, la pistolettata nella nuca facile per chi si oppone a loro, consigliamo al presidente ucraino di farsi seguire, da oggi, sempre da una telecamera, come speriamo avverrà se egli dovesse recarsi di persona alla seconda parte dei colloqui nella Bielorussia del compare di Putin, Lukašėnko.

 Ricordiamo bene di che cosa furono capaci i russi a Katyn.

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