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Il presidente immaginoso, il Califfo, il bidet rivelatore

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Il resoconto dell’operazione della Delta Force, che il presidente americano ha fatto per i media, sembra la sceneggiatura di un film d’azione dove non mancano gli eroi positivi, una serrata caccia all’uomo nei tunnel sotterranei, violente sparatorie, il suicidio finale de “o’ malamente” vistosi ormai sconfitto dai buoni.  Ma di ciò non bisogna meravigliarsi, le istituzioni americane son fatte così: quando parlano al popolo adoperano il linguaggio del popolo, anche perché, a differenza di quelle nostre, esse non ne conoscono altri, gli americani non ne comprenderebbero altri
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Se non fosse un evento tragico perché ha coinvolto anche tre ragazzi che avevano la sola colpa di essere nati dal padre sbagliato, diremmo che l’uccisione del capo dei terroristi dell’ISIS, il Califfo nero Abu Bakr al-Baghdadi, da parte della Delta Force statunitense ha del faceto, ma anche degli aspetti che dovrebbero indurci a riflettere su quanto sia distante dalla gente comune il linguaggio delle nostre istituzioni.

Quando un commando come il Delta Force organizza un’operazione tesa all’eliminazione fisica di un nemico pericoloso come lo era al-Baghdadi, il primo problema che si pone è quello del target, ovvero la certezza che il “bersaglio” individuato sia quello giusto, e questa certezza la si può ottenere in due modi: mediante infiltrazione di agenti, o mediante una cospicua raccolta di documenti e dati come foto, abitudini e familiari, riguardanti il soggetto che s’intende eliminare. Anche perché, coloro che sanno di essere dei target, spesso si fanno rappresentare da sosia come pare avesse fatto il più coriaceo nemico di Hitler, il primo ministro Winston Churchill. Proprio a proposito di quest’ultimo, l’Abwehr, cioè lo spionaggio militare tedesco, prese una cantonata che costò la vita all’attore Leslie Howard, l’enigmatico Ashley del film “Via col vento”. Infatti, il 1° giugno del 1943, in piena II Guerra Mondiale, l’aereo sul quale stava viaggiando Howard, assieme ad altri passeggeri, fu intercettato sul Golfo di Biscaglia da una squadriglia di aerei nazisti ed abbattuto, questo perché l’intelligence nazista riteneva che a bordo vi fosse Churchill. Capirete che, se i tedeschi fossero riusciti ad eliminare il primo ministro inglese, sarebbe potuto perfino cambiare il corso della II Guerra Mondiale. Sia nell’infiltrazione di agenti, sia nella raccolta di dati dei soggetti da eliminare, perciò, non si va tanto per il sottile, arrivando talvolta ad arruolare anche belle donne dagli slip, ehm, telecomandati.

E dov’è la novità, le belle donne hanno sempre fatto da esca nelle storie di spionaggio, si starà domandando qualcuno ricordando le spie al soldo della Germania imperiale durante la Grande Guerra, Mata Hari e Fräulein Doktor. Beh, una novità stavolta c’è ed è anche piuttosto rilevante perché, per accertarsi tramite DNA che l’obiettivo eliminato fosse realmente Abu Bakr al-Baghdadi, stavolta è stato utilizzato un capo di biancheria intima che non doveva emanare gli stessi effluvi delle culottes delle suddette signore spie di un secolo fa: le mutande di   al-Baghdadi!

Come abbiano fatto gli americani a procurarsele è abbastanza prevedibile (probabilmente grazie al tradimento di un congiunto), ma ciò che neanche un fertile sceneggiatore avrebbe potuto prevedere era che la vicenda si trasformasse in un film d’azione sotto la regia di Donald Trump.

Il resoconto dell’operazione della Delta Force, che il presidente americano ha fatto per i media, sembra infatti la sceneggiatura di un film d’azione dove non mancano gli eroi positivi, una serrata caccia all’uomo nei tunnel sotterranei, violente sparatorie, il suicidio finale de “o’ malamente” vistosi ormai sconfitto dai buoni. Ma di ciò non bisogna meravigliarsi, le istituzioni americane son fatte così: quando parlano al popolo adoperano il linguaggio del popolo, anche perché, a differenza di quelle nostre, non ne conoscono altri.

Allora provo ad immaginare Mattarella costretto a fare la stessa comunicazione di Trump agli italiani. Ma non devo andare molto in là con l’immaginazione perché mi convinco subito che il nostro presidente, con la sua aria da anziano zio con calli eternamente dolenti, con il suo stile linguistico da papa laico, con il suo equilibrismo concettuale che alla fine non dice niente, finirebbe col far diventare martire perfino “o’ malamente”.

No, per certe cose meglio i cowboy!

Come sempre accade, anche in questo caso, la giustizia/vendetta della dea greca Nemesi non si è fatta attendere: Abu Bakr al-Baghdadi ha seminato lutti e distruzioni, si è macchiato di delitti orrendi, sperando così di poter passare alla storia come colui che aveva ricostituito il Califfato islamico e, invece, sarà ricordato principalmente per le sue mutande “ricche” di DNA o, se credete, perché non frequentava molto spesso il bidet.

(Copertina: foto di repertorio)
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