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Il dramma della legittima difesa

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Il diritto di difendersi è più o meno esercitato a seconda di come funziona lo Stato in materia di sicurezza, nel senso che se questo la garantisce i cittadini non avvertono la necessità di doversi armare per provvedervi. Perciò, il pericolo del Far West prossimo venturo è connesso all’inefficienza/efficienza che dimostrerà lo Stato nel reprimere i comportamenti delittuosi
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Ieri circa duemila persone hanno manifestato con una fiaccolata a Monte San Savino in favore di Fredy Pacini, il commerciante che la notte del 28 novembre scorso ha sparato e ucciso un ladro moldavo che si era introdotto nel capannone della ditta, dove egli dormiva per poter scongiurare altri furti, non certo per rimboccargli le coperte.

Ebbene, comunque la si pensi sulla legittima difesa – e noi pensiamo che essa sia un diritto costituzionale – le foto che immortalano la fiaccolata mettono addosso un grande tristezza: il corteo a sostegno di un atto di legittima difesa col morto sfila sotto le luminarie di Natale, una ricorrenza di fratellanza universale! Ma il dramma degli indifesi, le colpe, le molte omissioni dello Stato e dei suoi diversi poteri sono proprio in questo che possiamo definire ossimoro fotografico, dove l’esasperazione ha portato una folla di pacifici cattolici a plaudire (indirettamente) alla morte di un malvivente, di un mascalzone ma pur sempre un essere umano.

Per carità, non puntiamo alla polemica gratuita in un momento così drammatico per la vita di due uomini e se ieri fossimo stati a Monte San Savino, probabilmente avremmo manifestato a favore del diritto a difendersi di Fredy Pacini. Purtuttavia, abbiamo il dovere di chiederci com’è possibile che in uno stato di diritto un cittadino perbene possa subire, in un ristretto arco temporale, una decina di furti e scassi impuniti ed essere anche indagato per eccesso di legittima difesa soltanto perché ha difeso l’attività che è fonte di esistenza per lui e per la propria famiglia.

Da quando in qua – pur nella sua tragica ineluttabilità – uccidere chi voglia ucciderci è un eccesso e non, invece, un atto legittimo? Chi, poi, può stabilire quale sia la giusta proporzionalità tra offesa e difesa, dal momento che la percezione dell’offesa e del pericolo è connessa a fattori emotivi, operativi ed ambientali, di volta in volta diversi, in soggetti non allenati a gestire le proprie emozioni come farebbe un poliziotto o un carabiniere? Ma anche a chi non ha questo tipo di allenamento non si può negare il fondamentale e democratico diritto di difendersi.

Tale diritto è più o meno esercitato a seconda di come funziona lo Stato in materia di sicurezza, nel senso che se questo funziona, la maggior parte dei cittadini non avverte la necessità di doversi armare per provvedervi. Perciò, il pericolo del Far West prossimo venturo paventato da alcuni è strettamente connesso all’inefficienza o efficienza che dimostrerà lo Stato nel reprimere quei comportamenti delittuosi che vanno ad incidere direttamente sui singoli cittadini e sulle loro famiglie. Anche se i precedenti in questo senso non lasciano ben sperare.

Non fu l’esecutivo di uno dei poteri dello Stato, il governo Renzi se non ricordiamo male, a depenalizzare quei reati che, in qualche misura, potevano far da deterrenza per l’aggressione, il furto e la rapina? Di quelle folli depenalizzazioni riportiamo soltanto le più drammaticamente attuali: furto, minaccia, percosse, lesione personale, violazione di domicilio, appropriazione indebita, violenza o minaccia.

Come dire che quanto accaduto a Fredy Pacini a Monte San Savino non è colpa di un commerciante violento o di una folla sanguinaria ma – duole doverlo ribadire – di uno Stato arruffone e inefficiente che dovrebbe conservare nell’archivio degli orrori la foto che mostra una folla di persone normali indirettamente plaudente per la morte di un uomo. E ciò sotto le luminarie di Natale.

Immagine in evidenza: foto Arezzo Notizie

 

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