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Grillo, da Rousseau a Hitler

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Gli anziani, secondo il comico genovese, non amerebbero il progresso e, per questa ragione, il loro diritto al voto dovrebbe essere soppresso, dal momento che essi non vivranno il futuro. Stando così le cose, allora, ad ogni anziano bisognerebbe fare una statua d’oro perché essi, pur sapendo che non lo vivranno, continuano ad edificarlo il futuro. Se invece di dedicare le sue energie intellettuali ai Vaffaday, il comico genovese si fosse studiato un pochino la storia, si sarebbe accorto che il mondo va avanti per la saggezza degli anziani unito al vigore dei giovani
– Enzo Ciaraffa –

D’istinto verrebbe voglia di liquidare l’ultima trovata di Beppe Grillo in merito al diritto di voto da dare ai sedicenni e di toglierlo, invece, agli anziani, ricorrendo ad un’esclamazione da lui scelta come slogan e programma politico: vaffanculo! Stavolta, però, i suoi proponimenti meritano, per la loro assurdità, un’analisi che sia meno scatologica dello slogan, perché propugnare la pulizia etnica dei diritti politici degli anziani è più di una pagliacciata, è un’aberrazione riconducibile alla dottrina nazista. Peraltro, avere arruolato il filosofo Philippe Van Parijs e Douglas J. Stewart, non ha di certo migliorato l’impatto negativo della sua uscita sulla pubblica opinione. La filosofia di Grillo, infatti, sta al diritto naturale come Di Maio sta (utilmente) al dicastero degli esteri.

Tra l’altro la bella pensata grillesca è incentrata su quattro punti che fanno a pugni con la logica e soprattutto col buonsenso:

  1. Se un sedicenne non può prendere una decisione per il proprio futuro, perché può farlo chi questo futuro non lo vedrà?
  2. I loro voti [degli anziani] dovrebbero essere eliminati del tutto.
  3. I dati ci dicono che gli anziani non amano particolarmente il progresso, scelgono risultati più vicini al loro stile di vita.
  4. togliere il diritto di voto agli anziani non sarebbe discriminatorio perché alla fine diventiamo tutti anziani.

Partiamo dalle considerazioni dell’ultimo punto. Se, secondo Grillo, privare del diritto di voto gli anziani non sarebbe discriminatorio perché alla fine anziani lo diventiamo tutti, è vero anche il contrario. L’anziano, infatti, è già stato giovane con tutto ciò che questo stadio della vita ha messo nel paniere delle sue conoscenze ed esperienze, quindi nessuno potrebbe essere più titolato di lui per indicare e/o per costruire per i giovani, e assieme ad essi, le strade che portino verso quel futuro che – più o meno prossimo o più o meno remoto –  appartiene a tutte le generazioni. Il contrario sarebbe apartheid generazionale!

Gli anziani, secondo Grillo, non amerebbero il progresso e, per questo, il loro diritto al voto dovrebbe essere soppresso, dal momento che essi non vivranno il futuro. Stando così le cose, allora, ad ogni anziano bisognerebbe fare una statua d’oro perché essi, pur sapendo che non lo vivranno, continuano ad edificarlo il futuro, o almeno ci provano. Se invece di dedicare le sue energie intellettuali ai Vaffaday e alle diverse ville che possiede in Italia e all’estero, il comico genovese si fosse studiato un pochino la storia, si sarebbe accorto che, sin dagli inizi della società umana, il mondo va avanti per la saggezza degli anziani unita al vigore dei giovani, significando che l’una senza l’altro ci condannerebbe alle fine come umanità socializzata.

Non crediamo, peraltro, sia stato un Homo Erectus sedicenne a catturare il fuoco primordiale, né crediamo in verità sia stato un mesopotamico sedicenne ad inventare la ruota 3500 anni fa, come certamente non fu un sedicenne a scoprire la Penicillina e il vaccino anti-poliomielite. In altri termini, contrariamente a quanto potrebbe intendere il comico genovese assurto ad azionista di maggioranza dell’attuale governo, agli anziani è riservato il compito divino di spianare la strada della conoscenza e del progresso ai giovani, ai quali spesso forniscono anche il sostegno economico per percorrerla.

Certo, non tutti gli anziani si chiamano Alexander Fleming, che quando scoprì la Penicillina aveva 47 anni, o Albert Sabin, che mise a punto il vaccino antipolio a cinquant’anni, ma sono certamente gli anziani l’insostituibile raccordo tra il passato dove risiede la memoria dell’umanità, e quel futuro che, ad un certo punto, i giovani dovranno vivere senza di essi che, fino a prova contraria, hanno saputo avvalersi dei diritti soltanto per assolvere meglio i loro doveri verso la società.

E, invece, secondo il comico fondatore del M5S, agli anziani, per il solo fatto di essere tali, bisognerebbe togliere il diritto di votare, in perfetta assonanza, peraltro, con gli intenti di quella dittatura del sistema planetario che ci sta, pian piano, sottraendo le funzioni di decisori del nostro destino, per assegnarci quelle di ruminanti e docili consumatori: una triste alleata, questa dittatura del sistema, per il capo di un movimento politico che nacque scimmiottando i rituali della Rivoluzione Francese.

 Dopo il diritto di voto agli anziani che cos’altro si abolirà? Sì perché un vecchio, al quale viene negato il diritto di voto, in che modo potrà esercitare pressione sulla politica per salvaguardare i suoi dritti come, ad esempio, le questioni relative alle pensioni e all’assistenza sanitaria? A chi passerebbero le facoltà/diritto di decidere per loro? Ai giovani! Immaginiamo risponderebbe quel buon uomo di Grillo. Ma così ci troveremmo punto e a capo, anche se col problema rovesciato, poiché sarebbe riconosciuto ad un sedicenne il diritto di poter decidere per un anziano dove il diretto interessato, l’anziano, non potrebbe decidere neppure per se stesso. Singolare questo nuovo concetto di democrazia, non trovate?

Più osceni degli intenti di Grillo troviamo soltanto l’atteggiamento di alcuni media e di una parte della sinistra, i quali si sono limitati a definire “dibattito aperto” una proposta che evoca un passato del mondo, quello nazista, che ancora ci fa vergognare quando ci diciamo esseri umani, quando in Germania si eliminavano fisicamente tutti coloro che non erano funzionali all’ideologia nazista, come dire malati mentali, omosessuali, handicappati ed…anziani inabili. Sì, perché s’inizia sempre così e poi si finisce con l’eliminazione fisica dei “troppo” – troppo diversi, troppo scomodi, troppo vecchi – nelle camere a gas.

Dopo l’alleanza col PD, secondo lui depositario di tutte le malefatte d’Italia fino al giorno prima, un altro bel salto all’indietro nella storia – e che salto! –  del duce dei Cinque Stelle.

(Immagine: Mario Tesauro)
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