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Aridateci i marziani

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Nelle stesse ore in cui il Rover Perseverance atterrava sul polveroso suolo marziano, nel mondo il numero dei morti per il Covid-19 superava abbondantemente i due milioni. La Nasa ha speso 2,1 miliardi di dollari per andare a colonizzare un pianeta invivibile, mentre milioni di persone, interi Paesi, non hanno i soldi per andarsi a comprare un vaccino che, con le case farmaceutiche che ne hanno ridotto la produzione, tra poco si venderà al migliore offerente
– Enzo Ciaraffa –

Dopo la II Guerra Mondiale, conclusasi con i tragici bagliori di Hiroshima e Nagasaki, la cinematografia americana e giapponese scoprì il genere fantascientifico, inondando l’Europa e l’Italia di film, per buona parte di serie “B”, che però ci fecero conoscere i vari Godzilla, Rodan, i marziani, e familiarizzare con locuzioni nuove come ultra corpi, ultra mondi e alieni. Ma il termine con il quale noi provincialotti, ammaliati dal Piano Marshall e dal Boogie-woogie, accumunavamo tutto ciò che era riferibile allo spazio, agli ultra mondi ed ai loro supposti abitatori era “Marziano”, quale che fosse il pianeta di provenienza dell’alieno di turno, anche se in realtà tale termine era già entrato in voga nella narrativa fantascientifica americana nel 1926.

Lo scorso 18 febbraio, nell’ambito della missione spaziale “Mars 2020” e dopo un viaggio di 254 milioni di chilometri, la NASA ha fatto atterrare il Rover Perseverance sul suolo marziano. Costo della missione: 2,1 miliardi di dollari. Ebbene, mentre tecnici e scienziati dell’ente spaziale americano esultavano per la riuscita dell’impresa, mi sono posto la stessa domanda che mi ero posto il 20 luglio del 1969, all’atto in cui Armostrong fu il primo uomo a mettere piede sulla luna sbarcando dalla navicella Apollo: «A cosa è servito?». E non sapevo allora che quella Missione Spaziale battezzata “Apollo11” era costata la bellezza di 28 miliardi di dollari dell’epoca e che, oggi, equivarrebbero a 250 miliardi di euro: i soldi del Recovery Fund e del Mes assommati!

Per carità, non sono un luddista e neppure disconosco i vantaggi derivanti dal progresso scientifico e delle applicazioni pratiche di alcune scoperte connesse ai viaggi interplanetari, purtuttavia, non ho potuto fare a meno di pensare che, mentre quel prodigio della tecnologia del Perseverance atterrava sul polveroso suolo marziano, nel mondo il numero dei morti per il Covid-19 superava abbondantemente i due milioni. Insomma, è bastato quel triste pensiero per precipitarmi da Marte a più modeste altezze, precisamente al mercato di Wuhan, dove pare che un pipistrello arrostito (da quelle parti è considerata una leccornia…) abbia dato origine alla pandemia che ci sta flagellando da oltre un anno e che, soltanto in Italia, ha fatto quasi 100.000 morti.

Ebbene, lo stridente contrasto esistente tra il povero chirottero finito arrosto a Wuhan e il Rover Perseverance – che possiamo considerare il fuoristrada più costoso dell’intero universo! – ha spolettato una considerazione e anche un interrogativo: «Vogliamo andare a colonizzare Marte mentre un pipistrello ci sta facendo fuori a milioni! Di questo passo su Marte chi ci andrà?». Beh, non so chi andrà su Marte in futuro, so per certo però che noi italiani, dopo essere passati sotto le forche caudine dei Dpcm di Conte-Draghi, illusi dei vaccini invisibili di Arcuri e dopo le cure somministrateci del ministro della salute Speranza, sarà già un miracolo se questa estate riusciremo ad andare qualche settimana ad immergere le pallide chiappe nel mare di Sperlonga.

E poi, ve lo devo proprio dire, ci sono rimasto male nell’assistere alla diretta televisiva dello sbarco perché ha demolito l’ultima certezza di noi che fummo adolescenti nel primo dopoguerra e adulti durante la guerra fredda: su Marte non ci sono più i Marziani!

Pare che l’ultimo lo abbiano visto aggirarsi dalle parti di Palazzo Chigi

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