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L’America a terra, i diritti calpestati, la patria assente e lo Stato impotente a Valentano

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Valentano
Non è possibile insegnare autorevolmente ad altri popoli il concetto di patria o di democrazia quando si è governati da forze politiche che non ti fanno votare quando occorre e che, in alcune loro frange, ritengono la professione di valori come Dio, la patria e la famiglia “Una vita de merda”: il copyright di questa sciccheria semantica è dell’onorevole Monica Cirinnà del Pd. Del concetto di Stato di diritto manco a parlarne visto quanto quotidianamente accade nei tribunali, con l’immigrazione clandestina e ciò che è accaduto nei giorni di ferragosto al rave illegale di Valentano

– Enzo Ciaraffa –

A nessuno in questi giorni verrebbe in mente di accostare il fallimento degli eserciti occidentali in Afghanistan, Usa in testa, all’impunito rave illegale a Valentano, sul lago di Mezzano nel viterbese, eppure il primo avvenimento è, in qualche modo, figlio del secondo. Ma procediamo analizzando il perché del fallimento dell’Italia, che dopo quasi vent’anni in Afghanistan si porta a casa 53 morti, 700 tra invalidi e feriti e nessun risultato, se non alcune migliaia di “collaborazionisti” che adesso abbiamo il dovere di proteggere dalla vendetta degli integralisti.

Dopo il repentino dissolversi dell’esercito afghano sotto l’incalzare non proprio travolgente dei talebani, i media nostrani hanno chiesto un parere sulla preparazione militare dell’esercito regolare a dei Generali italiani che, in tempi e con ruoli diversi, hanno operato sul teatro afghano, come Giorgio Battisti già comandante del Corpo d’Armata di Reazione Rapida della Nato e del contingente italiano in area, Marco Bertolini ex capo di Stato maggiore della International Security Assistance Force, e Luigi Chiapperini al comando della Brigata Garibaldi.

Ebbene, questi alti Ufficiali, nonostante alcune differenti valutazioni di tipo sociologico, sono pervenuti, sostanzialmente, alla medesima conclusione su di un punto: non c’è preparazione che tenga, non c’è addestramento che possa sostituire le motivazioni, i valori e i simboli per i quali combattere e, all’occorrenza, morire. Alludevano, crediamo, alla concezione di patria, al senso di Stato e di nazione, alla legalità e all’uguaglianza. Ma la convergenza dei nostri generali sulla mancanza delle motivazioni che sono state alla base del flop dell’esercito afghano alla prima prova sul terreno, reca in seno il perché del fallimento per quanto ci riguarda. Vediamo…

Nelle stesse ore in cui si consumava il dramma del popolo afghano finito nelle grinfie di una genia orripilante e sanguinaria, nel Lazio, precisamente a Valentano in località lago di Mezzano, all’incirca 10.000 individui provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa si sono illegalmente riuniti per dar vita ad un rave, con tanto di auto, di roulotte, 600 camper e tende da campeggio, peraltro in totale spregio di quelle stesse regole di sicurezza contro il coronavirus che la legge impone di osservare a noi comuni mortali. La Woodstock all’amatriciana di Valentano, che promette di essere replicata anche in alcune località della confinante Toscana, ha prodotto al momento un morto per annegamento nel lago, qualche stupro, dei furti, ha rovinato una proprietà privata, ha prodotto tonnellate d’immondizia, ha fatto sì che circolasse droga a fiumi tant’è che le farmacie della zona hanno esaurito le siringhe, e ha inquinato un’area naturale protetta. Tutto questo è avvenuto sotto gli occhi di ambientalisti, benpensanti, Prefettura, Questura, Polizia e Carabinieri, i quali, per mancanza di ordini provenienti dall’alto, non hanno neppure tentato di fermare lo scempio e di ripristinare la legalità statale. Insomma, il rave è cessato quando i partecipanti hanno deciso – loro e non lo Stato sovrano! – di andarsene, sotto gli occhi delle forze di polizia che si sono limitate a dirigere il traffico dei loro veicoli. È stato come se, dopo una rapina in banca la Polizia si mettesse a dirigere il traffico per agevolare la fuga dell’auto dei rapinatori!

La verità è che una località italiana è stata invasa e occupata per ben cinque giorni da persone sconosciute (perché nessuno le ha identificate) senza che intervenissero, non dico l’esercito, ma almeno le forze dell’ordine.

Per carità, non vogliamo tirare la volata a nessun politico se diciamo che, almeno per questo ultimo accadimento, la signora ministro degli Interni dovrebbe avere la decenza di andarsene a casa. E non tanto perché, in più occasioni, si è rivelata oggettivamente inadeguata al ruolo che riveste, ma perché durante la sua gestione dell’ordine pubblico ha fatto sì che cedessero alcuni dei cardini fondamentali dello Stato di diritto come, per citarne soltanto due, la tutela della proprietà pubblica e privata, l’eguaglianza dei cittadini d’avanti alla legge e… ai green pass. Per farla breve in Italia lo Stato non c’è e se c’è il cittadino perbene non se ne accorge perché raramente è dalla sua stessa parte. Come abbiamo visto a Valentano.  

A voler inculcare il concetto di patria in altri popoli, poi, manco a parlarne, visto che siamo governati da una forza politica che, oltre ad occupare il potere senza vincere le elezioni, ritiene la professione di valori come Dio, la patria e la famiglia “Una vita de merda”: il copyright di questa sciccheria semantica non è nostro, ma dell’onorevole Monica Cirinnà del Pd.

Con tali presupposti, diteci, avremmo mai potuto credibilmente inculcare nei militari afghani concetti come Patria, Stato e diritto? Meno che mai avrebbe potuto farlo l’America che, nonostante le apparenze, la mano sul cuore all’inno nazionale e la bandiera a stelle e strisce a ogni balcone, dal punto di vista etico e morale ha problemi non molto dissimili dai nostri. Specialmente in questo momento storico che è governata da un vecchietto neppure molto lucido di mente, che per farsi eleggere aveva assicurato ai suoi elettori che America is back, l’America è tornata, intendendo che essa avrebbe riassunto il suo ruolo imperiale nel mondo, salvo disimpegnarsi malamente alla prima occasione come in Afghanistan. Biden aveva anche promesso che avrebbe fatto a pezzi l’America first del suo predecessore Trump che, come lui, non aveva capito che l’America o è first nel mondo, o è una semplice potenza areale, lasciando così l’Occidente nelle mani di un sistema politico molto più pericoloso dei talebani poiché dispone di risorse economiche inimmaginabili e non ha remore statuali perché è una dittatura: la Cina comunista.

Ecco servito, signore e signori, il fallimento occidentale in Afghanistan.

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