Sembrano cretini ma guadagnano tanto

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I parlamentari italiani, anche se prendono il treno per recarsi a Roma per andare a fare, in fondo, il lavoro per il quale si sono fatti eleggere, lo immortalano immancabilmente sui social. Il più delle volte trattasi di cazzeggianti selfie conditi con frasi così insulse da mettere in grande imbarazzo perfino coloro che li hanno convintamente votati
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Sapevamo fin da principio che quello sostenuto dal duo SalviniDi Maio non sarebbe stato il governo degli uomini in grisaglia ma, diamine, adesso s’incomincia ad esagerare! I nostri, infatti, oltre a non apparire austeri e rassicuranti, sembrano boy scout in trasferta… non parliamo poi dei comportamenti del codazzo di parlamentari dei rispettivi schieramenti. Del Pd ci asteniamo dal parlarne in questa sede perché per farlo occorrerebbe una figura professionale che non annoveriamo tra i nostri collaboratori: lo psichiatra.

Partiamo dal boy scout Salvini. Il vice premier e ministro degli interni cambia una mise al giorno e, quando gli sembra di non essere stato abbastanza trash con addosso i vari giacchetti della polizia o dei pompieri, si fa un selfie nel tinello di casa mentre addenta una fetta di pane e Nutella. A parte l’inopportunità politica e di buongusto del suo gesto, pare proprio che Salvini non sia molto informato sulle cose del mondo e sul Paese che (quasi) governa.

Secondo i dati dell’Istat, soltanto in Italia 1,7 milioni di bambini e adolescenti è in sovrappeso o addirittura obeso, come dire il 24,7% della popolazione, tant’è che del problema se ne sta occupando la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e, per conto dell’Onu se ne occupa invece l’Oms. Pertanto, il vice premier che sul social s’ingozza vogliosamente di Nutella, non rende un buon servizio al raffrenamento del sovra consumo di zuccheri tra i ragazzi obesi, con l’aggravante di vanificare il lavoro della commissione nominata dal governo del quale egli è vicepresidente. E, giusto per non farsi mancare niente il nostro ministro, che è il responsabile primo dell’ordine pubblico, si è andato campanilisticamente ad infilare anche nella polemica sulle violenze scoppiate prima della partita Inter-Napoli e dalle quali ci è scappato il morto.

Speriamo che quando prima Salvini indossi i pantaloni lunghi perché per le sue sconsiderate, infantili iniziative mediatiche, per la costanza con la quale egli continua a snobbare il Meridione, non crediamo che alle elezioni europee del prossimo mese di maggio la Lega raccoglierà la messe di consensi che sarebbe lecito attendersi dopo la brillante affermazione dello scorso 4 marzo.

E che cosa dire di Luigi Di Maio, l’altro vice premier e ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali, se non che ha un futuro come frenatore delle ferrovie… la manovra economica neppure è stata ancora approvata che già ha tirato il freno su di alcuni suoi contenuti, come la tassazione degli enti no-profit. Roba, questo modo di fare, che fa accapponare la pelle ai tanti “statisti” incompresi presenti nelle opposizioni le quali, non passa un giorno che non organizzino una bagarre alle Camere. Eppure anche Luigi Di Maio, ogni tanto toglie la cravatta dal collo dell’eterna camicia bianca e se ne va in giro tranquillo e ridanciano, senza negarsi nessun selfie.

Non parliamo, per carità, dei parlamentari in generale i quali, anche se prendono soltanto il treno per recarsi a Roma a fare, in fondo, il lavoro per il quale si sono fatti eleggere, e che per questo li paghiamo 13.000 euro il mese più annessi e connessi, lo immortalano sui social! Il più delle volte trattasi di cazzeggianti selfie conditi con frasi così insulse da far vergognare perfino coloro che li hanno convintamente votati.

Da un lato, però, tutta questa gente, soldatini in eterna libera uscita, ci strappa anche qualche commiserevole sorriso, lo stesso di quando incrociamo i drappelli di boy scout con le brache corte, con in testa il cappello della guardia canadese a cavallo e con il gagliardetto inastato, che se ne vanno non abbiamo mai capito dove. Pare che da adolescente sia stato un boy scout anche l’ex premier Renzi la cui evocazione, sia detta senza offesa, ci fa tornare alla mente un pensiero del comico americano Jack Benny: «Gli scout sono dei bambini vestiti da cretini, guidati da cretini vestiti da bambini».

Crediamo che nel caso italiano sia abbastanza chiaro chi siano i cretini vestiti da bambini i quali, purtroppo, si rifiutano di dismettere le brache corte da boy scout per diventare – finalmente! – adulti e capire che c’è un Paese di sessanta milioni di anime che attende soltanto di essere governato.

Immagine in evidenza: parlamentari pontini