Il mariuolo, l’antitaliana e l’anziano patriota
Share

Nel caso della sindaca di Merano, Katharina Zeller, in verità avremmo visto con piacere anche qualche precisazione da parte dell’inquilino del Quirinale, ovverossia del garante di quella Costituzione che con un articolo ha perfino ispirato al Codice Penale il reato di vilipendio alla bandiera,
*****
L’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale stabilisce che la bandiera della Repubblica Italiana è il Tricolore, composto da tre bande verticali di eguali dimensioni nei colori verde, bianco e rosso. Si badi bene che questa disposizione fu inserita tra i principi fondamentali della Carta per rimarcare l’importanza spirituale del vessillo nazionale in quanto simbolo della Nazione, dietro il quale c’è un popolo, uno Stato, un mito, un ideale e un territorio. Stante questa premessa, va da sé che ogni italiano dovrebbe sentirsi onorato di esibire la sua bandiera nazionale, figuriamoci indossarla sotto forma di sciarpa, come avviene per i Questori e per i sindaci. Per carità, non siamo nati ieri e sappiamo benissimo che alcune persone si ammantano del Tricolore (e, all’occorrenza, di qualsiasi altra cosa) soltanto per il loro tornaconto personale, e a questi bisognerebbe riservare il trattamento pensato dallo scrittore e patriota Massimo D’Azeglio: «Tutte le volte che vedo un noto briccone sventolare il Tricolore, mi viene la voglia di rompergli l’asta della bandiere tra capo e collo… anche a costo di far male alla bandiera». Infatti, esempi di personaggi che dall’Unità d’Italia ad oggi si sono scoperti all’improvviso patrioti di se stessi ne potremmo fare a bizzeffe, ma non abbiamo così tanto spazio per elencarli tutti, perciò ci limiteremo soltanto a due casi più recenti d’indegnità a rivestire la fascia con i colori della nostra bella Bandiera.
Il primo caso riguarda il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, che è stato arrestato in flagrante dalla Guardia di Finanza mentre riscuoteva una mazzetta di 6.000 euro, frutto tangentizio di un appalto concesso per la refezione scolastica. Che è come dire che questo signore in fascia tricolore, per arraffare disonestamente soldi, non si faceva scrupoli a togliere, con la tangente, un po’ di cibo dal piatto dei bambini del suo Comune, un atto che definire schifoso è un eufemismo giornalistico.
Il secondo caso, invece, riguarda la neo-sindaco di Merano, Katharina Zeller, la quale durante la cerimonia di passaggio delle consegne col sindaco uscente si è rifiutata d’indossare la fascia tricolore che, nel caso, rappresentava il testimone che di solito si scambiano il sindaco uscente e quello subentrante, perché la fascia con i colori della Patria significa anche intercambiabilità politica in un Paese democratico e civile. A meno che le regioni (italiane!!) a statuto autonomo non abbiano licenza di offendere la bandiera nazionale.
Ma all’incarcerato sindaco di Sorrento non diciamo niente riguardo all’onore di poter rappresentare il popolo e alla responsabilità d’indossare il Tricolore, perché sarebbe tempo perso con un tizio che ha avuto il coraggio di lucrare sul mangiare dei bambini. A proposito dei doveri in capo a un sindaco della Repubblica Italiana, non diciamo niente neppure alla Zeller di Merano che, essendo in qualche modo una parente (negli ideali…) del terrorista sudtirolese e croce di ferro nazista Georg Klotz, ritiene che il suo incarico debba essere oppostitivo al concetto di nazione e di bandiera. Abbiamo, perciò, preferito far parlare le immagini, contrapponendo alla sua e a quella del degno collega sorrentino la foto di un anziano figlio del forte Abruzzo così caro a D’Annunzio. Difatti, questi, pur reggendosi a stento in piedi in ragione dell’età e di qualche acciacco, il 1° agosto del 2012, aiutandosi col bastone, avanzò risoluto verso il Tricolore di una pattuglia dell’esercito in trasferimento per poterne baciare un lembo. Mentre compiva quel gesto così deamicisiano e per niente scontato, all’anziano lacrimavano gli occhi perché in quel lembo di bandiera stava baciando la sua giovinezza, la sua terra, la sua famiglia, i suoi morti e i suoi eroi caduti per la Patria. E l’accavallarsi di tali sentimenti nel loro petto, il mariuolo di Sorrento e l’antitaliana di Merano, non l’hanno mai provato.
Nel caso di Merano, in verità, avremmo visto opportuna qualche precisazione, magari generica, da parte dell’inquilino del Quirinale, ovverossia del garante di quella Costituzione che ha perfino ispirato il reato di vilipendio alla bandiera al Codice Penale. Che cos’altro aggiungere se non che il nostro presidente tace quando dovrebbe parlare e parla quando dovrebbe star zitto. Ma forse non è neppure colpa sua… l’è soltanto che di questi tempi va di moda la bandiera palestinese, mica quella italiana.
Potrebbe interessarti anche Forse è già tardi